Leptinella

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Leptinella
Leptinella squalida
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùAnthemideae
cladeSouthern hemisphere grade
SottotribùCotulinae
Genere Leptinella
Cass., 1822
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùCotulinae
Genere Leptinella
Specie
(Vedi testo)

Leptinella Cass., 1822 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Anthemideae (Southern hemisphere grade) e sottotribù Cotulinae.[1][2][3]

Il nome del genere deriva dal diminutivo della parola greca "leptoj" (= piccolo, snello).[4]

Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Alexandre Henri Gabriel de Cassini (1781-1832) nella pubblicazione " Bulletin des Sciences, par la Société Philomatique" ( Bull. Sci. Soc. Philom. Paris 1822: 127) del 1822.[5]

Il portamento
Leptinella rotundata
Le foglie
Leptinella dioica
Infiorescenza
Leptinella pyrethrifolia
I fiori
Leptinella drummondii

Portamento. Le piante di questo genere sono soprattutto erbacee perenni, raramente annualiL'indumento è formato da peli basifissi.[6][7][8][9][10][11][12]

Fusto. La parte aerea in genere è prostrata o raramente suberetta, semplice o ramosa.

Foglie. Le foglie sono disposte in modo alterno o opposto con lamine a forma più o meno lanceolata di tipo pennatosetta (1 – 2 volte); i bordi possono essere seghettati oppure interi.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da capolini solitari. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino ascellare peduncolato di tipo disciforme o discoide, normalmente con fiori eterogami (raramente omogami). I peduncoli sono nudi o sottesi da qualche brattea. I capolini sono formati da un involucro, con forme emisferiche, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio (qui mancanti) e fiori del disco. Le brattee, strette, a consistenza erbacea, con margini scariosi, sono disposte in modo più o meno embricato su 2 serie. La forma del ricettacolo varia da piatta a conica; normalmente è privo di pagliette a protezione della base dei fiori.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:

  • fiori del raggio (esterni): sono assenti;
  • fiori del disco (centrali): sono con forme brevemente tubulose (attinomorfe); quelli più esterni sono femminili e fertili; quelli interni sono funzionalmente maschili.
*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio [13]
  • Corolla: (fiori del disco) hanno la forma tubulare bruscamente divaricata in 4 lobi; i lobi sono gonfiati (solo quelli esterni) e con uno spazio vuoto tra la superficie esterna ed uno strato interno che circonda lo stilo; il colore è giallo.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami (alternati ai lobi della corolla) sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo. Le antere possono essere sia di tipo basifissa che mediofissa (ossia attaccate al filamento per la base – nel primo caso; oppure in un punto intermedio – nel secondo caso).[14] Questa caratteristica ha valore tassonomico in quanto distingue i generi gli uni dagli altri. Il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre non polarizzato. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti). La parte apicale delle appendici delle antere ha delle forme ovato-ellittiche.
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è filiforme e profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo hanno una forma troncata e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli. In alcune specie lo stilopodio alla fruttificazione si presenta ingrossato e persistente.

Frutti. I frutti sono degli acheni senza pappo; gli acheni sono di tipo obovoide-cilindrico dorso-ventralmente compressi (la sezione è ellittica) senza coste; la parte apicale è rotondeggiante; il pericarpo è glabro o peloso, talvolta con cellule miogeniche; sono presenti canali resinosi.

Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

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Le specie di questo genere sono distribuite in Sud America, Nuova Guinea e Australia.[3]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[15], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[16] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[17]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]

Il gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi): "Southern hemisphere grade", "Asian-southern African grade", "Eurasian grade" e "Mediterranean clade". Il genere Leptinella (insieme alla sottotribù Cotulinae) è incluso nel clade Southern hemisphere grade. Da un punto di vista filogenetico il genere Leptinella occupa una posizione vicina ai generi Cotula e Soliva (con questi due forma un "gruppo fratello).[11].

I caratteri distintivi del genere sono:[10]

  • i fiori del disco esterni hanno le corolle gonfiate;
  • i fiori del disco esterni sono femminili e sterili;
  • nei fiori del disco esterni le corolle e gli stili non sono persistenti ai frutti.

Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 26 (specie poliploidi).[10]

Elenco delle specie

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Questo genere ha 34 specie:[3]

A - C - D

F...M

N - P - R

S - T - W

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[3]

  • Symphyomera Hook.f.
  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ Nesom 2020
  3. ^ a b c d World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 20 maggio 2024.
  4. ^ David Gledhill 2008, p. 234
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 20 maggio 2024.
  6. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1
  7. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860
  8. ^ a b Judd 2007, pag.517
  9. ^ a b Funk & Susanna 2009, p. 637.
  10. ^ a b c d Kadereit & Jeffrey 2007, p. 352.
  11. ^ a b Oberprieler et al. 2022
  12. ^ nzflora, su nzflora.info, p. Leptinella Cass.. URL consultato il 21 maggio 2024.
  13. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  14. ^ Musmarra 1996.
  15. ^ Judd 2007, pag. 520.
  16. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  17. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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