Leonzio II di Bordeaux

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San Leonzio

Vescovo di Bordeaux

 
Morteprima del 574
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazionepre canonizzazione
Ricorrenza11 luglio

Leonzio (... – Bordeaux, prima del 574) è stato vescovo di Bordeaux, a metà del VI secolo, venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

Le poche informazioni storiche sulla vita di san Leonzio sono note grazie alla Historia Francorum di Gregorio di Tours e ai Carmina di Venanzio Fortunato.[1] Secondo quest'ultimo autore, Leonzio, successore di un omonimo vescovo, fu il tredicesimo pastore di Bordeaux e visse 54 anni. Venanzio Fortunato conobbe Leonzio dopo il suo passaggio a Bordeaux, avvenuto tra il 567 e il 570; Leonzio perciò morì durante o poco dopo questo periodo e prima del 574, anno in cui è documentato per la prima volta il suo successore Bertecramno.

Nacque attorno al 515/516 da una nobile famiglia gallo-romana, e da giovane prese parte ad una spedizione militare in Spagna. Era sposato con Placidina, pronipote di Sidonio Apollinare. In seguito divenne vescovo di Bordeaux, e come tale è documentato in alcuni concili celebrati in Gallia: V Concilio di Orléans nel 549, dove si fece rappresentare dal presbitero Vincenzo; Parigi nel 553, dove fu deposto il vescovo parigino Suffaraco; ancora Parigi nel 560 circa. In epoca incerta tra il 561 e il 567 convocò un concilio provinciale a Saintes.[2]

Nelle fonti coeve è ricordato soprattutto per la sua attività di costruttore. A lui si devono la costruzione della cattedrale di Bordeaux, e delle basiliche di San Vincenzo a Mas d'Agenais, di San Nazario a Sainte-Foy, di San Viviano a Saintes, senza contare le numerose costruzioni iniziate dai suoi predecessori e da lui portate a termine.[3]

L'odierno martirologio, riformato a norma dei decreti del Concilio Vaticano II, ricorda il santo vescovo alla data dell'11 luglio con queste parole:[4]

«A Bordeaux in Aquitania, in Francia, san Leonzio, vescovo, che fu vanto del popolo e della città e rifulse quale costruttore di edifici di culto, restauratore del battistero e silenzioso benefattore dei poveri.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fisquet, La France pontificale… Bordeaux, p. 39.
  2. ^ Monumenta Germaniae Historica, Concilia aevi Merovingici Archiviato il 4 settembre 2019 in Internet Archive., Legum, Sectio III, Concilia, Tomus I, Hannoverae 1893, p. 112, r. 6; p. 117, r. 12; p. 120, r. 29; p. 145, r. 22.
  3. ^ Viard, Bibliotheca Sanctorum, vol. VII, col. 1322.
  4. ^ Martirologio Romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2004, p. 534.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]