Legge dei titoli di Betteridge

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La legge dei titoli di Betteridge è il nome di un'espressione che recita: "a ogni titolo che termina con un punto interrogativo si può rispondere no". Prende il nome da Ian Betteridge, un giornalista tecnologico britannico, anche se il principio è più vecchio. In modo simile a "leggi" analoghe (come la legge di Murphy), va inteso più come una battuta e non preso alla lettera.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La massima è stata citata con altri nomi fin dal 1991, quando una compilation di varianti della legge di Murphy la chiamò legge di Davis, un nome che affiora anche online, senza alcuna spiegazione di chi fosse Davis. È stata anche chiamata semplicemente "principio giornalistico" e nel 2007 vi è stato fatto riferimento come "un vecchio luogo comune tra i giornalisti".

Il nome di Ian Betteridge è stato associato al concetto dopo che egli ne discusse in un articolo del febbraio 2009, in cui esaminò un precedente articolo di TechCrunch dal titolo Did Last.fm Just Hand Over User Listening Data To the RIAA? [1]:

«Questa storia è una grande dimostrazione della mia massima per cui a ogni titolo che termina con un punto interrogativo si può rispondere "no". Il motivo per cui i giornalisti usano questo tipo di titolo è che sanno che la storia è probabilmente debole e in realtà non hanno fonti o fatti per supportarla, ma vogliono comunque divulgarla.»

Un'osservazione analoga è stata fatta dal direttore di un giornale britannico, Andrew Marr, nel suo libro del 2004 My Trade, tra i suggerimenti di come il lettore dovrebbe interpretare gli articoli di giornale:

«Se il titolo fa una domanda, prova a rispondere "no". È questo il vero volto della gioventù della Gran Bretagna? (Lettore attento: no) Abbiamo trovato la cura per l'AIDS? (No, o non ci sarebbe il punto interrogativo). Questa mappa fornisce la chiave per la pace? (Probabilmente no). Un titolo con un punto interrogativo alla fine significa, nella stragrande maggioranza dei casi, che la storia è tendenziosa o sopravvalutata. È spesso una storia che mette paura o un tentativo di far passare un pezzo ordinario per una questione nazionale e, preferibilmente, un panico nazionale. Per un giornalista occupato a trovare informazioni reali un punto di domanda significa "non perdere tempo a leggerlo".»

Fuori dal giornalismo[modifica | modifica wikitesto]

Nel campo della fisica delle particelle il concetto è noto come regola di Hinchliffe, dal fisico Ian Hinchliffe, che ha affermato che se il titolo di una ricerca è in forma di domanda "sì-no", la risposta a questa domanda sarà "no". L'adagio ha portato a uno studio umoristico sul paradosso del bugiardo nel 1988, che portava il titolo "La regola di Hinchliffe è vera?".[2] Tuttavia almeno un articolo ha rilevato che tale "legge" non si applica alla letteratura di ricerca.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) TechCrunch: Irresponsible journalism, su technovia.co.uk. URL consultato il 18 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2011).
  2. ^ (EN) Is This Article Consistent with Hinchliffe’s Rule? (PDF), su improbable.com.
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