Lago Ngozi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Lago Ngozi
StatoBandiera della Tanzania Tanzania
RegioneMbeya
DistrettoTukuyu
Coordinate9°02′S 33°32′E / 9.033333°S 33.533333°E-9.033333; 33.533333
Altitudine2200 m s.l.m.
Dimensioni
Superficie3,1 km²
Lunghezza2,5 km
Larghezza1,7 km
Profondità massima74 m
Volume72,7x10-3 km³
Idrografia
OrigineVulcanica
Bacino idrografico4,6 km²
Mappa di localizzazione: Tanzania
Lago Ngozi
Lago Ngozi

Il lago Ngozi è il secondo maggiore lago craterico dell'Africa.[1] Si trova nei pressi di Tukuyu, una piccola cittadina sulle colline del distretto di Rungwe, nella regione di Mbeya, della Tanzania meridionale. Si trova all'interno della catena dei monti Poroto, a loro volta parte settentrionale dei monti Kipengere e un bordo della caldera costituisce la vetta più elevata della catena.

Il lago non è soggetto a particolare fluttuazioni del livello e presenta solo lievi differenze dovute alle precipitazioni. La temperatura dell'aria intorno al lago è di circa 18 °C con minime variazioni stagionali.[2]

Sporadicamente, le foreste sono state occupate dai cacciatori Safwa.[3]

Geologia[modifica | modifica wikitesto]

La caldera è composta principalmente di lave trachitiche e fonolitiche, dell'Olocene; si è formata durante un'esplosione pliniana che ha generato il deposito di pomici di Kitulo circa 12.000 anni or sono. Altri depositi eruttivi sono il Ngozi Tuff (meno di mille anni fa) e l'Ituwa Surge, un deposito di epoca incerta, intermedio tra le pomici di Kitulo e lo Ngozi Tuff. L'attività piroclastica più recente ha generato un flusso di lava verso sud, che si esteso per 10 km, nel 1450 DC. Il vulcano è circondato da alcuni coni piroclastici, le pareti della caldera sono coperte di foresta, con l'eccezione dei segmenti segnati dalle frane e le falesie più ripide, dove l'acqua non può depositarsi. La parte interna della caldera è colonizzata da Maesa lanceolata, Albizia gummifera e Hagenia abyssinica, un numero di specie molto minore rispetto a quello delle montagne circostanti e compatibile con l'origine geologicamente recente del vulcano. La caldera in sé non è oggetto di attività idrotermale, ma abbondanti emissioni subacquee di CO2 e le leggende locali che parlano di morti misteriose causate dal lago indicano il pericolo di eruzioni di tipo limnico. Il fondo del lago, secondo il tracciato ottenuto con l'ecoscandaglio, è piatto e non presenta terrazzamenti.[2][4][5]

Un rapporto del 2013 annunciava che un progetto geotermico sarebbe stato lanciato in prossimità del vulcano, a metà strada tra Ngozi e la città di Mbeya. Il ministero tanzaniano per l'energia e i minerali ha confermato l'inizio dei lavori per il mese di giugno 2016.[1][2][6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Tanzania to start geothermal exploration at Lake Ngozi in 2013, su thinkgeoenergy.com, Think Geoenergy. URL consultato il 29 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2015).
  2. ^ a b c Manuëlla Delalande-Le Mouëllica, Fabrizio Gherardi, David Williamson, Stephen Kajula, Michael Kraml, Aurélie Noret, Issah Abdallah, Ezekiel Mwandapile, Marc Massault, Amos Majule, Laurent Bergonzini, Hydrogeochemical features of Lake Ngozi (SW Tanzania), in Journal of African Earth Sciences, vol. 103, marzo 2015, pp. 153–167, DOI:10.1016/j.jafrearsci.2014.11.004.
  3. ^ (EN) facebook.com, Uyole Cultural Tourism Entreprise, https://www.facebook.com/uyoleculturaltourismenterprises/info/?tab=page_info. URL consultato il 15 maggio 2016.
  4. ^ Ngozi, su volcano.si.edu. URL consultato il 15 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2018).
  5. ^ Nils Lenhardt, Gert-Jan Peeters, Athanas S. Macheyeki, The Ituwa Surge deposits of the Holocene Ngozi caldera, Mbeya Region, Tanzania, in International Journal of Earth Sciences, vol. 104, n. 3, aprile 2015, pp. 749–751, DOI:10.1007/s00531-014-1113-7. Ospitato su Springer Link.
  6. ^ (EN) Tanzania Geothermal Development Company To Start Construction Of Power Plants By June 2016, su geothermalresourcescouncil.blogspot.it, Global Geothermal News. URL consultato il 15 maggio 2016.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]