Labskaus

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Labskaus
Labskaus con uova, aringhe, cetrioli e pomodori (2008)
Origini
Luogo d'origineBandiera della Germania Germania
DiffusioneDiffuso nella Germania settentrionale e in Danimarca.
Dettagli
Categoriasecondo piatto
Ingredienti principali
  • carne di manzo
  • patate
  • cipolle
  • barbabietole
  • aringhe
  • aromi
VariantiLapskaus

Il labskaus è un piatto tedesco diffuso nella Germania settentrionale e tipico di Brema, Amburgo e Lubecca.

Etimologia e storia[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene l'origine della parola labskaus sia incerta, si presume che essa derivi dal lettone labs kauss, che significa "buona ciotola" o spezzatino, o dal lituano labas káušas, che ha il medesimo significato.[1] Il piatto divenne comune tra i marinai che, non potendo conservare a lungo gli alimenti a bordo delle navi, potevano nutrirsi di questo alimento a base di ingredienti che potevano mantenersi freschi a lungo.[2] Il labskaus viene spesso servito nei ristoranti sulla sola costa settentrionale della Germania e nei punti di ristoro danesi.

Preparazione[modifica | modifica wikitesto]

Gli ingredienti del labskaus sono il manzo salato o in scatola, le patate e le cipolle. Alcune ricette possono anche contenere barbabietole, cetrioli sottaceto o aringhe, che possono fungere da ingredienti primari o secondari.[1] Il tipico labskaus viene preparato facendo bollire la carne in brodo che viene successivamente tritata assieme alla barbabietola, le cipolle, le patate lesse e l'aringa (che può essere sostituita con il prosciutto). Infine la base viene fritta nello strutto e vengono aggiunti vari condimenti fra cui la noce moscata, pepe, coriandolo o pimento.[3] Il piatto si presenta simile all'hash britannico.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Heißer Brei mit Ei, su spiegel.de. URL consultato il 10 luglio 2019.
  2. ^ Labskaus, la pietanza dei marinai di Wilhelmshaven, su germany.travel. URL consultato il 10 luglio 2019 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2019).
  3. ^ (DE) Labskaus mit Rote-Bete-Salat, su ndr.de. URL consultato il 10 luglio 2019.

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