La chiamavano Bilbao

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La chiamavano Bilbao
Titolo originaleBilbao
Paese di produzioneSpagna
Anno1978
Durata90 min
Genereerotico, drammatico
RegiaBigas Luna
SoggettoBigas Luna
SceneggiaturaBigas Luna
FotografiaPedro Aznar
MontaggioAnastasio Rinos
MusicheIceberg
Interpreti e personaggi

La chiamavano Bilbao (Bilbao) è un film del 1978 diretto da Bigas Luna.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Leo è sposato con Maria. La loro relazione sentimentale è in crisi. Per fuggire dalla routine quotidiana, il protagonista frequenta alcuni locali notturni di Barcellona. Una sera, si esibisce Bilbao, una seducente ballerina che diventa, per l'uomo, una vera ossessione. Decide, quindi, di attuare un gesto estremo: rapirla e imprigionarla in un luogo segreto.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film venne presentato fuori concorso al Festival di Cannes.

Fu il primo lungometraggio di Bigas Luna a essere stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane (nonostante il suo esordio sia Tatuaggio). Ciò è stato possibile grazie all'intervento di Marco Ferreri[1], il cui nome compare in tutte le locandine nostrane.

È stato, in seguito, edito in formato home video (VHS). Non sono presenti, tuttavia, edizioni DVD o Blu-Ray in lingua italiana.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Paolo Mereghetti commenta la pellicola come «uno dei più coinvolgenti, cupi e morbosi ritratti di un maniaco».[2]

Morando Morandini giudica il lungometraggio come un'analisi perfetta del «fetido mondo borghese», comparando il ruolo del regista a quello di un entomologo.[3]

Lo studioso Ramon Espelt esamina il film come un «rimando continuo alle fantasie uterine». Ciò è evidente dalla preferenza di luoghi scuri e chiusi, marcati da atmosfere notturne.[4]

Citazioni e omaggi[modifica | modifica wikitesto]

Il film di Pedro Almodóvar Légami! prende spunto dalla trama e omaggia più volte il lavoro di Luna.[senza fonte]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dario Grisanti, Sesso, cibo e Luna. Il cinema di Bigas, Amazon Media EU S.à r.l., 2020.[Si tratta di un libro autoprodotto?]
  2. ^ Paolo Mereghetti, Il Mereghetti, Milano, Baldini+Castoldi, 2014, p. 2046, ISBN 8868520583.
  3. ^ Morando Morandini, Il Morandini, Bologna, Zanichelli, 2014, p. 846, ISBN 9788808801005.
  4. ^ Ramon Espelt, Mirada al mon de Bigas Luna, Barcellona, Laertes, 1989, p. 144, ISBN 8475841112.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]