Kondratij Fëdorovič Ryleev

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Kondratij Fëdorovič Ryleev

Kondratij Fëdorovič Ryleev, in russo Кондра́тий Фёдорович Рыле́ев? (Gatčina, 18 settembre 1795Isola dei Decabristi, 25 luglio 1826), è stato un rivoluzionario e poeta russo, fu uno dei maggiori esponenti del decabrismo. Venne condannato all'impiccagione insieme a Pëtr Grigor'evič Kachovskij, Sergej Ivanovič Murav'ëv-Apostol, Pavel Ivanovič Pestel' e Michail Pavlovič Bestužev-Rjumin.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di un piccolo proprietario terriero, colonnello in pensione e amministratore dei principi Galitsin, intraprese la carriera militare: ottenne il grado di sottotenente nel 1814 e partecipò alla campagna di Francia.

Sposatosi nel 1819 con la figlia di un proprietario terriero, si stabilì a San Pietroburgo, lavorando come impiegato nel Tribunale. Nel 1823 aderì all'Associazione del Nord, società segreta liberale contraria all'assolutismo del regime zarista e dal 1824 fu assunto dalla Compagnia russo-americana di commercio come cancelliere capo. I suoi interessi letterari lo portarono a collaborare agli almanacchi La stella polare e La stellina, pubblicandovi opere di Aleksandr Sergeevič Puškin, Vasilij Andreevič Žukovskij, Aleksandr Sergeevič Griboedov, Ivan Andreevič Krylov, Evgenij Abramovič Baratynskij, Pëtr Andreevič Vjazemskij e altri.

Fu iniziato in massoneria nel 1820 nella loggia "La Stella fiammeggiante"[1].

Fu protagonista della cospirazione decabrista, che sfociò nel pronunciamento militare del 14 dicembre 1825, conclusa tragicamente con l'impiccagione insieme con altri quattro cospiratori.

Il valore della sua figura è più nell'impegno civile e politico che nella produzione poetica: nelle Meditazioni porta esempi storici di virtù, nel Voinarovskij rende omaggio al patriota ucraino confinato in Siberia, nella Confessione di Nalivaiko e ne Il cittadino Ryleev esalta la necessità e la funzione liberatrice della rivoluzione.


Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tatiana Bakounine, Répertoire biographique des Francs-Maçons Russes, Institut d'Etudes slaves de l'Université de Paris, 1967, Paris, p. 466.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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