José de Azlor y Virto de Vera

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José de Azlor y Virto de Vera II marchese di San Miguel de Aguayo per matrimonio, comunemente noto come il Marchese de Aguayo (1677 circa – 9 marzo 1734) è stato un militare e politico spagnolo, governatore delle province di Coahuila e delle Nuove Filippine nella Nuova Spagna tra il 1719 e il 1722. Durante il suo mandato, riprese il Texas orientale alla Nuova Francia senza sparare un colpo. Ristabilì sette missioni e tre presidi, e quadruplicò il numero di soldati spagnoli di stanza in Texas. Aguayo e sua moglie erano anche proprietari di una grandissima proprietà, o latifondo, a Coahuila. I suoi discendenti ereditarono e ampliarono le proprietà terriere. La dinastia Aguayo continuò fino al 1825.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Stemma dei Marchesi di Aguayo

Aguayo discendeva da una nobile famiglia spagnola di Aragona. Sposò Ignacia Javiera de Echeverz y Subiza (1673-1733), erede del primo marchese di Aguayo, e per matrimonio divenne il secondo marchese di San Miguel de Aguayo alla morte del suocero nel 1699.[1] Nel 1712 la coppia si trasferì dalla Spagna a Coahuila per gestire la terra ereditata che era uno dei più grandi latifondi di tutte le Americhe. La coppia stabilì il proprio quartier generale a San Francisco de los Patos (dal 1892 chiamato General Cepeda). Aguayo espanse le proprietà terriere della famiglia e ottenne il controllo di molte delle scarse fonti d'acqua nel deserto di Chihuahua a Coahuila. Ottenne la proprietà delle fonti d'acqua nei pressi del villaggio di Parras de la Fuente, e vendette l'acqua ai contadini della zona. Parras era importante per i suoi vigneti irrigati e la grande produzione di vino e brandy.[2] La prima azienda vinicola nelle Americhe venne realizzata a Parras.[3]

Governatorato[modifica | modifica wikitesto]

Juan Antonio de la Peña fece un resoconto della spedizione del marchese de Aguayo, 1720-1722, nella "Terra dei texani" nel "Nuevo Reyno de Philipinas"

Durante la Guerra della Quadruplice Alleanza, Regno Unito e Francia, che si erano schierate insieme contro la Spagna, tentarono di impadronirsi degli interessi spagnoli in Nord America.[4] Nel giugno 1719, sette francesi di Natchitoches, Louisiana, presero il controllo della missione del Texas orientale di San Miguel de los Adaes dal suo unico difensore, che non sapeva che i paesi erano in guerra. I soldati francesi dissero che stavano arrivando altri 100 soldati e i coloni spagnoli, i missionari e i soldati rimasti abbandonarono l'area e fuggirono a San Antonio.[5]

Quell'anno, Aguayo fu nominato governatore delle province di Coahuila e Texas spagnolo.[6] Si era offerto volontario per finanziare la riconquista del Texas e aveva raccolto un esercito di 500 soldati.[7] Tuttavia la sua partenza venne ritardata di un anno poiché dovette affrontare problemi con gli indiani a Coahuila e una devastante siccità che sterminò oltre l'80% dei cavalli che aveva acquistato per la spedizione. La siccità terminò con piogge torrenziali, che resero impossibile il viaggio fino alla fine del 1720.[6] Poco prima della sua partenza, i combattimenti in Europa si fermarono e Filippo V ordinò ad Aguayo di non invadere la Louisiana francese, ma di trovare un modo per riconquistare il Texas spagnolo orientale senza usare la forza.[7]

La spedizione portò con sé più di 2800 cavalli, 6400 pecore e molte capre; ciò costituiva il primo gregge di "bestiame" in Texas. Venne così notevolmente aumentato il numero di animali domestici nella regione, e segnò l'inizio del ranching spagnolo in Texas.[8]

Nel luglio 1721, mentre si avvicinava al fiume Neches, la spedizione di Aguayo incontrò Louis Juchereau de Saint-Denis, comandante delle forze francesi nell'area, che stava conducendo un raid con l'obiettivo di prendere il controllo della missione spagnola a San Antonio de Bexar. Rendendosi conto di essere gravemente in inferiorità numerica, St. Denis accettò di abbandonare il Texas messicano orientale e tornare in Louisiana. Aguayo ordinò la costruzione di un nuovo forte spagnolo, Nuestra Señora del Pilar de los Adaes, situato vicino all'attuale Robeline, a soli 19 km dall'insediamento francese di Natchitoches. Il nuovo forte divenne la prima capitale del Texas spagnolo; era sorvegliato da 6 cannoni e 100 soldati.[7]

Rotte spagnole attraverso la Nuova Spagna settentrionale. Notare che la mappa su cui è sovrapposto il percorso è anacronistica: la provincia delle Nuove Filippine era a nord del fiume Nueces, vicino a Corpus Christi; il confine con la Louisiana era 72 km più a est, al Rio Hondo.

Vennero riaperte le sei missioni del Texas spagnolo e il Presidio Dolores, ora noto come Presidio de los Tejas, venne spostato dal fiume Neches in un sito vicino alla missione Purísima Concepción vicino al fiume Angelina.[9] Gli spagnoli costruirono poi un altro forte, Presidio Nuestra Señora de Loreto de la Bahía, noto come La Bahía, sul sito dell'ex Fort Saint Louis francese.[10] Nelle vicinanze stabilirono una missione, Espíritu Santo de Zúñiga (nota anche come La Bahía), per gli indiani Coco, Karankawa e Cujane. Novanta uomini furono lasciati a presidio della guarnigione.[11]

Il 13 giugno 1722, tornato a Città del Messico dalla spedizione, si dimise dal governatorato di Coahuila e Texas.[11] All'inizio della sua spedizione, il Texas era costituito solo da San Antonio e circa 60 soldati; alle sue dimissioni la provincia era cresciuta fino a consistere di 4 presidi, oltre 250 soldati, 10 missioni, e la cittadina civile di San Antonio.[10][11] La spedizione di Aguayo rafforzò la pretesa spagnola sul Texas che i francesi non contesero mai più.[12]

Morte ed eredità[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1724, Aguayo fu onorato dal re spagnolo con una promozione a Feldmaresciallo e morì il 9 marzo 1734.[13] La figlia di Aguayo, la marchesa di Aguayo, si sposò con un'altra grande famiglia di proprietari terrieri nel 1735 e ottenne il titolo su altre terre. Nel 1760 le proprietà erano costituite da 5944278 ettari di terra e le greggi di pecore vennero stimate in più di 200.000 capi. Il loro quartier generale a Patos aveva una popolazione di 1.200 abitanti. Gli stessi Aguayos erano proprietari terrieri assenti, che vivevano a Città del Messico come molti grandi proprietari terrieri con proprietà nell'entroterra messicano.[14]

La cattiva gestione e i rischi di allevare bestiame in una regione soggetta a siccità spinsero la famiglia Aguayo a vendere gran parte delle loro proprietà a investitori inglesi nel 1825. La famiglia Sánchez Navarro acquistò l'intera tenuta di Aguayo nel 1840 e divenne così il più grande proprietario terriero di tutte le Americhe.[15][16]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chipman (1992), p. 119.
  2. ^ Harris III, Charles H. (1975), A Mexican Family Empire, Austin: University of Texas Press, p. 6-9, 107
  3. ^ Jose Vasconcelos "Evaristo Madero: Biografia de un Patricio" (Impresiones Modernas, 1954); Rafael Heliodoro Valle, "The History of Wine in Mexico" American Journal of Enology and Viticulture Vol. 9, No. 3, (1958); Pablo Lacoste "La vid y el vino en América del Sur: El desplazamiento de los polos vitivinícolas (Siglos XVI Al XX)." Revista Universum Vol. 2, no. No. 19 (2004): 62-93.
  4. ^ Weber (1992), pp. 165–166.
  5. ^ Weber (1992), p. 166–167.
  6. ^ a b Chipman (1992), p. 120.
  7. ^ a b c Weber (1992), p. 167.
  8. ^ Chipman (1992), p. 121.
  9. ^ Chipman (1992), p. 123.
  10. ^ a b Weber (1992), p. 168.
  11. ^ a b c Chipman (1992), p. 126.
  12. ^ "Aguayo, Marques de San Miguel de," Texas State Historical Association,, accesso 9 gennaio 2019.
  13. ^ Aguayo, Marqués De,", accesso 7 gennaio 2019
  14. ^ Harris, pp. 6-9
  15. ^ Harris, pp. 162-169.
  16. ^ DeLay, Brian (2008), War of a Thousand Deserts, New Haven: Yale University Press, p. 52

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Donald E. Chipman, Spanish Texas, 1519–1821, Austin, TX, University of Texas Press, 1992, ISBN 0-292-77659-4.
  • David J. Weber, The Spanish Frontier in North America, Yale Western Americana Series, New Haven, CT, Yale University Press, 1992, ISBN 0-300-05198-0.
  • Charles H. Harris III, A Mexican Family Empire, Austin, TX, University of Texas Press, 1975, pp. 6–9, 107.
  • Jose Vasconcelos "Evaristo Madero: Biografia de un Patricio" (Impressiones Modernas, 1954); Rafael Heliodoro Valle, "The History of Wine in Mexico" American Journal of Enology and Viticulture Vol. 9, No. 3, (1958); Pablo Lacoste "La vid y el vino en América del Sur: El desplazamiento de los polos vitivinícolas (Siglos XVI Al XX)." Revista Universum Vol. 2, no. No. 19 (2004): 62–93.
  • Brian DeLay, War of a Thousand Deserts, New Haven, CT, Yale University Press, 2008, p. 52.