Jim Jupp

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Jim Jupp
NazionalitàBandiera dell'Inghilterra Inghilterra
GenereMusica elettronica
Musica sperimentale
hauntology
Periodo di attività musicaleanni 2000 – in attività
EtichettaGhost Box

Jim Jupp, anche conosciuto come Belbury Poly ed Eric Zann (...), è un compositore inglese co-fondatore dell'etichetta discografica Ghost Box assieme a Julian House e proprietario della Belbury Music.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Jupp esordì nel 2004 con l'EP Farmer's Angle, uscito a nome Belbury Poly (pseudonimo ispirato alla città immaginaria di Quell'orribile forza di C. S. Lewis)[1] e prima pubblicazione della Ghost Box. La sua traccia The Willows, contenuta nell'album omonimo (2004), verrà rielaborata anni dopo da Paul Weller nella sua Earth Beat.[2] In seguito, Jupp pubblicò altri cinque album con l'alias Belbury Poly, fra cui il concept album acclamato dalla critica e dalla stampa specialistica The Belbury Tales (2012),[3] considerato una delle migliori uscite di tutto il catalogo Ghost Box.[4] Durante la sua carriera, oltre ad aver fatto parte del progetto The Belbury Circle con The Advisory Circle e ad aver realizzato l'album spoken word Chanctonbury Rings (2019) assieme a Justin Hopper e Sharron Kraus, Jupp ha collaborato con molti altri musicisti alternativi, fra cui John Foxx, Pye Corner Audio, Spacedog, e Moon Wiring Club.[5]

Stile musicale[modifica | modifica wikitesto]

Lo stile di Jupp è una musica elettronica debitrice delle composizioni del BBC Radiophonic Workshop, della library music, del folk, del rock progressivo, del krautrock e della letteratura di Arthur Machen.[4][6][7] In linea con le pubblicazioni della Ghost Box, lo stile del compositore rievoca "la storia musicale dimenticata di un mondo parallelo, un mondo di soundtrack televisive, elettronica vintage, canzoni folk, psichedelia, pop spettrale, storie soprannaturali e folklore."[8][9] Oltre a servirsi di strumentazioni analogiche, Jupp è spesso supportato da altri musicisti, in genere chitarristi e batteristi.

Discografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Come Belbury Poly[modifica | modifica wikitesto]

Album[modifica | modifica wikitesto]

  • 2004 – The Willows
  • 2005 – The Owl's Map
  • 2006 – From an Ancient Star
  • 2012 – The Belbury Tales
  • 2016 – New Ways Out
  • 2020 – The Gone Away

Extended play[modifica | modifica wikitesto]

  • 2004 – Farmer's Angle

Come Eric Zann[modifica | modifica wikitesto]

Album[modifica | modifica wikitesto]

  • 2005 – Ouroborindra

Con The Belbury Circle[modifica | modifica wikitesto]

  • 2013 – Empty Avenues
  • 2017 – Outward Journeys

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) The art of noise refined, su entertainment.timesonline.co.uk. URL consultato l'8 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2007).
  2. ^ (EN) Jim Jupp, Intermission and Ghost Box Records, su hauntedgeneration.co.uk. URL consultato l'8 settembre 2020.
  3. ^ (EN) THE BELBURY TALES - Belbury Poly, su ghostbox.greedbag.com. URL consultato l'8 settembre 2020.
  4. ^ a b (EN) Belbury Poly Interview, su factmag.com. URL consultato l'8 settembre 2020.
  5. ^ (EN) Ghost Box Catalogue, su ghostbox.co.uk. URL consultato l'8 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2016).
  6. ^ (EN) Belbury Poly The Belbury Tales Review, su bbc.co.uk. URL consultato l'8 settembre 2020.
  7. ^ (EN) Label Profile: Ghost Box, su clashmusic.com. URL consultato l'8 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2012).
  8. ^ Scavare nel passato per far emergere il presente, su iltascabile.com. URL consultato l'8 settembre 2020.
  9. ^ (EN) Society of the spectral, su thewire.co.uk. URL consultato l'8 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 23 febbraio 2007).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Simon Reynolds, Retromania, Minimum Fax, 2017.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]