Infandum, regina, iubes renovare dolorem

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La locuzione latina Infandum, regina, iubes renovare dolorem, tradotta letteralmente, significa tu mi costringi, o regina, a rinnovare un indicibile dolore. (Virgilio, Eneide, II, 3).

È l'esordio doloroso della narrazione di Enea a Didone, dopo un grande silenzio (Conticuere omnes), quando la regina gli aveva chiesto della caduta di Troia e dei suoi successivi sette anni di peregrinazioni con il suo popolo. Enea accetta di parlare anche se ormai scende la notte, e le stelle del tramonto invitano al riposo (et iam nox umida caelo / praecipitat suadentque cadentia sidera somnos).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Sul silenzio nell'Eneide, si può leggere:

  • (fr) Le silence dans l'Énéide (Il silenzio nell'Eneide) di Yoneko NURTANTIO, Bruxelles, EME & InterCommunications, 2014, 165 p. (su "Infandum, regina, iubes renouare dolorem", vedere p.33sqq) (ISBN 978-2-8066-2928-9)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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