Il cane fedele

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Il cane fedele
Titolo originaleCanis fidelis
AutoreFedro
1ª ed. originaleI secolo
Genereracconto
Sottogenerefavola
Lingua originalelatino
SerieFabulae

Il cane fedele (Canis fidelis) è la ventitreesima favola del primo libro delle Fabulae di Fedro, scritta nel I secolo.

La favola racconta di un ladro che getta un pezzo di pane ad un cane. Questi capisce che lo ha fatto per non farlo abbaiare e non cade nel tranello. La morale di questa favola è che solo i disonesti possono essere adescati.

Il cane fedele[modifica | modifica wikitesto]

(LA)

«Repente liberalis stultis gratus est,
verum peritis inritos tendit dolos.
Nocturnus cum fur panem misisset cani,
obiecto temptans an cibo posset capi,
"Heus", inquit "linguam vis meam praecludere,
ne latrem pro re domini? Multum falleris.
Namque ista subita me iubet benignitas
vigilare, facias ne mea culpa lucrum".»

(IT)

«Chi improvvisamente diventa generoso risulta gradito agli stolti,
in realtà tende inutili tranelli agli accorti.
Un ladro notturno lanciò del pane ad un cane,
tentando di metterlo a tacere con il cibo,
"Oibò" disse " vorresti togliere le forze alla mia lingua ,
affinché non abbai in difesa della roba del padrone? Ti sbagli di grosso.
Infatti questa improvvisa generosità, mi esorta a vigilare,
perché tu non possa trar profitto dal mio errore.»