Idrolipoclasia ultrasonica

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L'idrolipoclasia ultrasonica (dal greco antico: ?, idro-, "acqua", -lipo-, "grasso" e κλάσις, -clasis, "rottura") è una tecnica della medicina estetica che viene utilizzata per il trattamento delle adiposità localizzate,[1] e consiste nell'infiltrazione di soluzione fisiologica nel pannicolo adiposo e la successiva applicazione di ultrasuoni.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Funzionamento[modifica | modifica wikitesto]

La soluzione fisiologica, aumentando la quantità di fluidi all'interno del tessuto adiposo, favorisce la manifestazione del fenomeno fisico della cavitazione al passaggio della sonda ultrasonica.

La generazione di microbolle, che implodono nel momento in cui la tensione di vapore interna è inferiore a quella esterna, determina la disgregazione delle pareti adipocitarie; i trigliceridi contenuti vengono così liberati in circolo insieme ai rifiuti catabolici, e poi fisiologicamente metabolizzati.

Le frequenze utilizzate[modifica | modifica wikitesto]

Le frequenze utilizzate erano inizialmente erano piuttosto alte (1/3 MHz). Successivamente i protocolli operativi sono cambiati e vengono impiegate frequenze molto più basse (20/45 kHz) con esiti sicuramente più importanti. La metodica richiede il passaggio del trasduttore, interposto un gel conduttore, con movimenti non eccessivamente lenti, al fine di evitare il rischio di eccessiva cavitazione.

I nuovi protocolli parlano di sonoforesi con le medesime apparecchiature, ma l'utilizzo di macromolecole (escina, fosfatidilcolina, teobromina, ecc.) non trova nessun testo scientifico che ne comprovi l'effettivo passaggio nell'ipoderma e quindi l'efficacia. Al contrario, molecole eccessivamente grandi aumentano l'attenuazione dell'ultrasuono diminuendone la capacità di penetrazione.

Controindicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Le controindicazioni al trattamento sono:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giovanna Perrone e Barbara Ostan, Cellulite: conoscerla per combatterla, Tecniche Nuove, 2006, ISBN 978-88-481-1905-4. URL consultato il 30 maggio 2024.
  2. ^ Enciclopedia medica italiana. 3. aggiornamento della seconda edizione: Malaria-Wolff-Parkinson-White, USES UTET scienze mediche, 2008, ISBN 978-88-02-08025-3. URL consultato il 30 maggio 2024.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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