Herminium monorchis

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Orchidea ad un bulbo
Herminium monorchis
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Monocotiledoni
OrdineAsparagales
FamigliaOrchidaceae
SottofamigliaOrchidoideae
TribùOrchideae
SottotribùOrchidinae
GenereHerminium
SpecieH. monorchis
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
SottoclasseLiliidae
OrdineOrchidales
FamigliaOrchidaceae
GenereHerminium
SpecieH. monorchis
Nomenclatura binomiale
Herminium monorchis
(L.) R.Br., 1813
Sinonimi

Ophrys monorchis
Herminium clandestinum
Orchis monorchis
Epipactis monorchis

L'orchidea ad un bulbo (Herminium monorchis (L.) R.Br., 1813) è una pianta erbacea dai fiori poco appariscenti, appartenente alla famiglia delle Orchidacee.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome di questa orchidea (Herminium monorchis) deriva da alcuni termini greci (”ereisma”=sostegno; ”monos”=unico; ”orchis”=tubero) e significa ”sostegno con un solo tubero”; questo in riferimento al fusto sostenuto da un solo tubero.

Il binomio scientifico di questa pianta inizialmente era Ophrys monorchis, proposto dal botanico e naturalista svedese Carl von Linné (1707 - 1778) nella pubblicazione Species Plantarum del 1753, modificato successivamente in quello attualmente accettato (Herminium monorchis) proposto dal botanico britannico Robert Brown (1773 – 1858) nel 1813.

In lingua tedesca questa pianta si chiama Einorchis oppure Herminie; in lingua francese si chiama Herminium à un tubercule; in lingua inglese si chiama Musk Orchid.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione delle parti della pianta
Il portamento

È una pianta erbacea alta 8 – 25 cm. La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia sono piante perenni che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. È un'orchidea terrestre in quanto contrariamente ad altre specie, non è “epifita”, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni.

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono secondarie da bulbo (o rizotubero), e si trovano nella parte superiore dei bulbi.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

  • Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto consiste in un bulbo ovoidale, carnoso e stolonifero. Dimensione dei tuberi: larghezza 5 – 10 mm; lunghezza 6 – 10 mm.
  • Parte epigea: la parte aerea del fusto è semplice, eretta e gracile. La superficie del fusto è striata e di colore verde chiaro; alla base sono presenti una o due guaine tubolari.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Sono presenti sia foglie basali che cauline. La lamina è intera a forma lanceolato-ovata. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). Quelle basali sono generalmente due a disposizione sub-opposta e a dimensioni lievemente diverse, mentre quelle cauline sono molto ridotte di tipo bratteiforme (spesso è presente una sola foglia caulina). Tutte sono amplessicauli. Dimensioni delle foglie basali: larghezza 6 – 12 mm; lunghezza 4 – 10 cm.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

Infiorescenza

L'infiorescenza è un racemo semplice ma abbastanza denso di fiori. La forma è cilindrica. I fiori sono posti alle ascelle di brattee fogliacee a forma ovato-lanceolata lunghe come l'ovario, con un breve pedicello terminante nella parte apicale con l'ovario. I fiori sono inoltre penduli e resupinati, ruotati sottosopra tramite torsione dell'ovario; in questo caso il labello è volto in basso. Lunghezza dell'infiorescenza: 1,5 – 10 cm. Lunghezza delle brattee: 0,5 – 5,5 cm.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

I fiori

I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[2]. Il colore dei fiori è giallognolo tendente al verde e odorano di miele. Dimensione dei fiori: 3 – 5 mm.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
P 3+3, [A 1, G (3)][3]
  • Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tepali esterni hanno una forma oblunga e sono ottusi all'apice. Quello centrale-dorsale è lievemente più largo (oblungo-ovato). Tra di loro sono inoltre conniventi. I due tepali interni (l'altro, quello centrale, il labello, è molto diverso) sono più stretti e più lunghi di quelli esterni. Tutti i tepali hanno una venatura centrale. Dimensione del tepalo esterno dorsale: larghezza 1,2; lunghezza 2,2 mm. Dimensione dei tepali esterni laterali: larghezza 1 mm; lunghezza 2 mm.
  • Labello: il labello è il tepalo interno centrale. Ha una forma più allargata degli altri e termina con tre stretti lobi (quello mediano è più lungo degli altri). Ha un brevissimo sperone ma può anche essere privo di sperone. Il colore è verdognolo ed è glabro. Il labello è nettarifero alla base. Dimensione del labello: larghezza 1,2 – 1,5 mm; lunghezza 2,2 – 5 mm. Lunghezza del lobo centrale: 1,5 – 3,2 mm. Lunghezza dei lobi laterali: 0,8 – 1,5 mm.
  • Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio"[4]. In questa specie tale organo è molto breve. Il polline ha una consistenza gelatinosa; e si trova nelle due logge dell'antera, queste sono fornite di due ghiandole vischiose ben distinte (chiamate retinacoli). I pollinii (poveri di polline) sono inseriti sui due retinacoli tramite delle caudicole e sono racchiusi in una borsicola rostellare. L'ovario, in posizione infera, sessile è formato da tre carpelli fusi insieme. È inoltre piegato quasi ad angolo retto.[5].
  • Fioritura: da maggio ad agosto.

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[6]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

La riproduzione di questa pianta può avvenire in due modi:

  • per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra). Questa funzione in questa specie è poco sviluppata.
  • per via vegetativa in quanto a fine stagione dal bulbo principale si sviluppano dei tubercoli apicali pronti a germinare nella stagione successiva in nuovi individui; è questo il tipo di riproduzione prevalente per questa pianta.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[7]:

Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Molinio-Arrhenatheretea
Ordine: Molinietalia caeruleae
Alleanza: Molinion

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Il numero cromosomico di Herminium monorchis è: 2n = 40[8][9]

Ibridi[modifica | modifica wikitesto]

Con questa pianta sono possibili ibridi intraspecifici e intragenerici. In Europa, essendo Herminium monorchis la sola specie del genere, sono possibili solo ibridi intragenerici con il genere Pseudorchis:

  • x Pseudinium aschersonianum (Brügger & Kill) P.F. Hunt (1971) – Ibrido con Pseudorchis albida (L.) Á. Löve & D. Löve (1969).

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

La specie di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:

  • Ophrys monorchis L. (1753) (basionimo)
  • Herminium clandestinum Gren. & Godr. (1855)
  • Orchis monorchis (L.) Crantz (1769)
  • Epipactis monorchis (L.) F.W.Schmidt (1795)

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

Questo tipo di orchidee, poco colorate e fondamentalmente verdi, a volte possono essere confuse con altre specie. L'elenco indica alcune di queste specie con i caratteri che più facilmente le distinguono dalla pianta di questa voce:

  • Corallorhiza trifida Châtel. (1760): il fusto è privo di foglie.
  • Chamorchis alpina (L.) Rich. (1817): è forse la specie più simile a quella di questa voce (in effetti in passato questa orchidea era assegnata allo stesso genere con la denominazione Herminium alpinum (L.) Sweet, 1826); si distingue soprattutto per la presenza di un secondo tubero.
  • Goodyera repens (L) R.Br. (1813): si distingue per i fiori bianchi e molto pubescenti.
  • Liparis loeselii (L.) Rich. (1817): ha i fiori eretti, è molto piccola e comunque è molto rara.
  • Listera ovata (L.) R.Br. (1813): si riconosce dalle due grandi foglie ovate in posizione opposta alla base del fusto.
  • Platanthera bifolia (L.) Rich. (1817) e Platanthera chlorantha (Custer) Rchb. (1829): sono diverse soprattutto nel labello molto allungato e i tepali sporgenti ai lati.
  • Pseudorchis albida (L.) Á. Löve & D. Löve (1969): i fiori sono più bianchi e più raccolti.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Come tutte le orchidee è una specie protetta e quindi ne è vietata la raccolta e il commercio ai sensi della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Herminium monorchis, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 10 aprile 2021.
  2. ^ Pignatti, vol. 3, p. 700.
  3. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 5 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
  4. ^ Musmarra, p. 628.
  5. ^ Pignatti, vol. 3, p. 702.
  6. ^ Strasburger, vol. 2, p. 808.
  7. ^ Flora alpina, vol. 2, p. 1110.
  8. ^ G.I.R.O.S. - Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee, su giros.it. URL consultato il 5 gennaio 2010.
  9. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 5 gennaio 2010.
  10. ^ CITES - Commercio internazionale di animali e piante in pericolo, su esteri.it, 7 febbraio 2019. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2021).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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