Golam Mostofa

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Golam Mostofa (in bengali গোলাম মোস্তফা; Jessore, 1897Jhenaidah, 13 ottobre 1964) è stato uno scrittore pakistano. Si è espresso prevalentemente in lingua bengalese.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Provenne da una famiglia di grande tradizione nel mondo dell'arte e della letteratura, come dimostrarono sia il padre Golam Rabbani ed il nonno Kazi Golam Sarwar, entrambi poeti folk.[2]

Golam Mostofa compì la sua formazione scolastica dapprima in Damukdia e poi a Shailkupa, dove frequentò il Ripon College dal 1918 e il David Hare Training College dal 1922.[2][3]

Dal 1920 incominciò ad insegnare al Barakpore Government School.[2][4]

Ottenne un ruolo di primaria importanza nel comitato governativo impegnato a riformare la lingua bengalese, formato nel 1949.[2][4]

Assieme al collega Giasimu'd-Din rappresentò la migliore manifestazione del rinnovamento letterario islamico pakistano in bengalese, che ebbe come precursore e caposcuola, agli inizi del Novecento, lo scrittore Kazi Nazrul Islam.[1]

Credette fortemente agli ideali del Pakistan e sostenne la lingua urdu come linguaggio fondamentale del Pakistan.[2][4]

Nella sua produzione sono presenti tutti e due gli aspetti principali della letteratura pakistana bengalese: l'interesse e l'attaccamento politico islamico e nazionale, con tendenze al rinnovamento sociale e il lirismo tagoriano.[1]

La tradizione islamica fu una delle sue primarie fonti di ispirazione, tanto è vero che uno dei suoi libri più significativi fu Biswanabi (1942), una biografia della vita del profeta Maometto.[2][4]

Golam Mostofa, nella sua duplice veste di scrittore, ma anche di musico e cantore, inserì e diffuse nell'ambito della cultura bengalese ritmi innovatori, riprendendoli dalla tradizione araba.[1]

Nella sua variegata carriera di scrittore, saggista, novelliere, traduttore, si distinse per svariate opere, ma soprattutto per i canti, come quelli di argomento politico, racchiusi nella raccolta Tarana-e Pakistan ("Canto del Pakistan"), dove si fece sentire maggiormente l'influenza di Kazi Nazrul Islam e della sua tendenza alla spiritualità.[1]

Golam Mostofa ebbe quattro figli e tre mogli. Uno dei suoi figli, Mostafa Monowar, divenne una celebrità e assunse la direzione generale della televisione pakistana.[5]

Morì il 13 ottobre del 1964 a causa di una trombosi cerebrale.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Poesie[modifica | modifica wikitesto]

  • Roktorag (1924)
  • Hasnahena (1938)
  • Khosroj (1929)
  • Sahara
  • Gulistan
  • Bani Adam
  • Kabbo Kahini
  • Sahara
  • Tarana-E-Pakistan
  • Bulbulistan
  • Prarthona

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bishwanabi (1942)

Novelle[modifica | modifica wikitesto]

  • Ruper Nesha
  • Vangabuk

Altro[modifica | modifica wikitesto]

  • Islam O Communism
  • Maru Dulal
  • Islam O Zihad
  • Amar Chintadhara

Traduzioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Musaddas-E-Hali
  • Kalam-E-Iqbal
  • Shiqwa O Jawab-E-Shiqwa
  • Al Quran
  • Joy Porajoy (Ekhwanus Safa)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e le muse, V, Novara, De Agostini, 1964, p. 231.
  2. ^ a b c d e f (EN) Golam Mostofa, su poemhunter.com. URL consultato il 4 agosto 2018.
  3. ^ (EN) Poet Golam Mustafa\\\'s ancestral house in ruins: 50th death anniversary observed, su today.thefinancialexpress.com.bd. URL consultato il 4 agosto 2018.
  4. ^ a b c d (EN) Mostafa, Golam, su en.banglapedia.org. URL consultato il 4 agosto 2018.
  5. ^ (EN) Grabbers claim poet's home, su thedailystar.net. URL consultato il 4 agosto 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (BN) Helal M. Abu Taher, Muslim Sahitya Prativa, Dhaka, Islamic Foundation, 1980.
  • (BN) Dhaka, Bangla Sahitya, 1996.