Giuseppe Molinero

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Giuseppe Molinero
Il generale Keyes ed il generale Molinero entrano assieme a Palermo per firmare la resa della città.
NascitaCeva, 26 luglio 1884
Morte?
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
ArmaFanteria
SpecialitàBersaglieri
GradoGenerale di divisione[1]
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna d'Italia (1943-1945)
BattaglieOperazione Husky
Comandante di1º Reggimento bersaglieri
Decorazioniqui
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Giuseppe Molinero (Ceva, 26 luglio 1884 – ...) è stato un generale italiano.

Ufficiale del Corpo dei bersaglieri del Regio Esercito, combatte durante la prima e la seconda guerra mondiale. Responsabile della difesa della città di Palermo durante l'invasione della Sicilia da parte degli Alleati nel luglio 1943, fu accusato di non aver fatto il possibile per contrastare l'avanzata degli americani, lasciandosi catturare senza combattere presso il suo comando.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Ceva, presso Cuneo, nel 1884, si arruolò nel Regio Esercito nel 1906, uscendo dall'accademia di Modena il 4 settembre 1908, quale sottonente dei bersaglieri, prendendo parte alla prima guerra mondiale. Tra il 31 maggio 1916 e il 31 maggio 1917 ricoprì l'incarico di comandante del XLII Battaglione del 19º Reggimento bersaglieri. Dal 1º settembre 1918 al termine del conflitto ricoprì l'incarico di comandante del XVI Battaglione del 10º Reggimento bersaglieri. Maggiore del XXXV Battaglione del 10º Reggimento nel 1919 operò in Albania venendo decorato con la Medaglia di bronzo al valor militare per un fatto d'armi avvenuto nella zona di Scutari.

Prestò successivamente servizio per 4 anni in Abissinia con il grado di colonnello (anzianità 1º ottobre 1932) e per i servizi resi in colonia fu decorato con la Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia il 4 ottobre 1938.

Nel 1939 è al comando del 1º Reggimento bersaglieri, facente parte della 54ª Divisione fanteria "Napoli"[2].

Promosso Generale di brigata, dopo un periodo a disposizione del XVI Corpo, il 13 giugno 1940 assunse il comando della Zona militale di Milano, per poi passare, dal 1º maggio 1942, alla Difesa territoriale della stessa città, per incarichi speciali. Elevato al grado di Generale di divisione, fuori quadro, dal 1º gennaio 1942, in vista dell'invasione della Sicilia viene posto al comando della "Difesa Porto N",[3] a Palermo[4] a cui, nel luglio 1943 viene aggregato anche il 1º Gruppo da 100/17 del 25º Reggimento artiglieria "Assietta"[5].

Operazione Husky[modifica | modifica wikitesto]

Al generale di divisione Molinero fu affidato il compito di trattare con gli Alleati la resa della città.[6]

La sera del 22 luglio 1943 un gruppo di combattimento della 2ª Divisione Corazzata americana, facendosi a fatica strada tra la folla di civili esultanti, raggiunse senza incontrare resistenza la sua residenza per poi scortarlo fino al prefissato incontro con il generale statunitense Geoffrey Keyes.[6]

All'incontro assistettero tra gli altri anche un interprete italiano, un frate cappuccino e un reporter di guerra ungherese, Endre Friedmann, meglio conosciuto come Robert Capa che immortalerà l'evento con alcune foto poi divenute famose.[7]

Egli cercò senza successo di ottenere gli onori delle armi e di evitare la prigionia ai suoi soldati, chiedendo all'americano il permesso di smobilitazione (almeno per i militari residenti in Sicilia). Keyes rifiutò e, sprezzante, pretese una resa senza condizioni che verrà firmata velocemente dopo essersi recati assieme al Palazzo dei Normanni.[8]

Successivamente, una pattuglia dell'82ª Divisione Aviotrasportata americana riuscì anche a catturare la sera del 22 luglio il generale Giovanni Marciani, comandante della 208ª Divisione costiera, mentre teneva rapporto ai suoi ufficiali al Palazzo reale di Palermo.

Critiche per la mancata difesa di Palermo[modifica | modifica wikitesto]

Il gen. Guzzoni così scriveva in un suo rapporto della fine di luglio a Superesercito a Roma: "(…) Per quanto in particolare concerneva difesa Porto "N" espressamente ordinavo che fosse fatta ad oltranza agli ordini del gen. Molinero. (…) Giorno 21 corr., seguito ordine codesto Superesercito, ordinavo al XII C.A., Marina Messina et Difesa Porto "N" immediata distruzione porto Palermo.(…) Sono in corso accertamenti responsabilità per inesplicabile mancata difesa città et mancata inutilizzazione porto. Riservomi riferire"; [9].

La faccenda ha un suo seguito ai primi di agosto, quando lo stesso C.te riferisce nei dettagli allo SMRE i suoi ordini (ineseguiti) per la Difesa Porto "N". Al punto C, "Responsabilità", l'alto ufficiale sottolinea che al momento "(…) non si hanno elementi per stabilire eventuali colpe, né si conoscono i particolari dell'occupazione di Palermo. (…)"; [10]

Nemmeno l'armistizio ferma gli accertamenti in corso volti ad individuare singole responsabilità penali sulla campagna. In un documento inviato al Ministro della Guerra, il cui oggetto è: "Fatti gravi avvenuti durante l'invasione della Sicilia da parte degli alleati anglo-americani", al punto 1 lettera C, pp. 1–2, inerente "Difesa Porto di Palermo", si legge "Il generale Molinero fu catturato inopinatamente nella sede del suo comando da una irruzione di camionette americane. Non pare abbia preso qualche disposizione di sicurezza pur sapendo che il nemico era a circa 2 Km. da lui (deposizione maggiore Morelli), come pure il generale Marciani, poco dopo, nel Palazzo Reale di Palermo, colto mentre teneva rapporto. È evidente la mancanza di misure precauzionali, per cui la sorpresa fu possibile o enormemente facilitata per la inconsistenza di ogni nostro deposito reattivo"; [11]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Durante un grave incidente con la gendarmeria locale, allo scopo di evitare spargimento di sangue, con conseguente ripercussione politica, portavasi coraggiosamente davanti ad un nostro reparto pronto a far fuoco, riuscendo a frenarlo e a ricondurre la calma.»
— Scutari (Albania), 9 novembre 1919.
Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 14 novembre 1935[13]
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 12 gennaio 1933[14]
Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 28 maggio 1942[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.28 del 4 febbraio 1943.
  2. ^ Pettibone 2010, p. 92.
  3. ^ Mitcham Jr., von Stauffenberg 2007, p. 204.
  4. ^ Mitcham Jr., von Stauffenberg 2007, p. 330.
  5. ^ Zaloga 2013.
  6. ^ a b Mitcham Jr., von Stauffenberg 2007, p. 205.
  7. ^ Mitcham Jr., von Stauffenberg 2007, p. 114.
  8. ^ Garland/Smyth 1965.
  9. ^ AUSSME, fondo " DD. St. 2ª g.m.", racc. 2124/A/1/1, cart. "Diario storico della 6ª Armata", foglio: Marconigramma cifrato da "Comando FF.AA. Sicilia" n. 17036/op. di prot., 31 luglio 1943, ore 16.30
  10. ^ AUSSME, Ib., foglio: Marconigramma n. 17189/op. di prot., P.M. 5, 5 agosto 1943.
  11. ^ AUSSME, Ib., cart. Accertamenti n. 9, fascicoli S, foglio: Ministero della Guerra, Commissione per l'interrogatorio degli ufficiali del R.E. reduci di prigionia di guerra, n. 354 prot., P.M. 107 - Maglie, lì 24 marzo 1944.
  12. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  13. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.122 del 27 maggio 1936.
  14. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.143 del 21 giugno 1933.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Charles D. Pettibone, The Organization and Order of Battle of Militaries in World War II Volume VI Italy and France Including the Neutral Countries of San Marino, Vatican City (Holy See), Andorra, and Monaco, Trafford Publishing, 2010, ISBN 1-4269-4633-3.
  • (EN) Samuel W. Mitcham Jr., Friedrich von Stauffenberg, The Battle of Sicily: How the Allies Lost Their Chance for Total Victory, Mechanicsburg, Stackpole Books, 2007, ISBN 0-8117-3403-X.
  • (EN) Steven Zaloga, Sicily 1943: The debut of Allied joint operations, Botley, Osprey Publishing, 2013, ISBN 978-1-78096-128-6.
  • Albert N. Garland, Howard McGaw Smyth, Sicily and the Surrender of Italy, Office of the Chief of Military History, Department of the Army, 1965.