Gens Caecilia

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Magistrature della gens Caecilia
PeriodoRepubblica romana
Consolati18
Tribunati consolari0
Dittature0
Censure5
Magistri equitum0
Decemvirati1
Tribunati della plebe2

La gens Caecilia, in italiano Cecilia, era un'antichissima famiglia plebea romana.[1] Coloro che fecero parte di questa gens vennero citati nella storia fin dal V secolo a.C., ma il primo dei Cecilii ad ottenere il titolo di console fu Lucio Cecilio Metello Dentro, nel 284 a.C.[2][3]

Lucio Cecilio Jucundus, un banchiere pompeiano.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Come altre famiglie romane negli ultimi anni della Repubblica, i Ceacilii hanno segnato la loro origine da un personaggio ben noto Ceculo, un semidio figlio di Vulcano e di Preneste. Si narra che nacque dallo scoppio di una scintilla, una storia molto simile venne raccontata a Servio Tullio. Venne alla luce come un neonato, preservato dal suo padre divino e allevato dalle balie. Crebbe tra i pastori, divenendo un bandito. Una volta raggiunta la maggiore età, invocò un popolo campagnolo per fondare una nuova città, li convinse tramite un miracolo. Una tradizione alternativa sosteneva che i Caecilii discendessero da Caecas, uno dei compagni di Enea, che giunsero in Italia dopo la Guerra di Troia.[2][4][5][6][7][8]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La moneta romana (denario) raffigura sul fronte: Quinto Cecilio Metello Pio nel 81 a.C. mentre sul retro, un elefante che celebra la vittoria di Panormus nel 251 a.C.

Dal console Lucio Cecilio Metello Dentro, la famiglia Metelli divenne una delle più importanti a Roma. Quinto Metello, diventato console nel 143 a.C., ebbe quattro figli che nella maggiore età anch'essi diventeranno consoli o simili.

La famiglia dei Metelli si distingueva delle altre famiglie romane per il suo sostegno costante al partito degli ottimati. Il significato etimologico del nome è ancora oggi incerto. Festo, noto grammatico romano, lo collega a mercenarii, per la somiglianza del suono.[2][9][10]

La vittoria del console L. Cecilio Metello contro gli elefanti di Asdrubale a Panormus nel 251 a.C. sembra aver lasciato un'impronta duratura nella storia della famiglia, poiché su molte monete coniate si trovano raffigurati degli elefanti, tanto che si è ipotizzato che quell'immagine fosse diventata il loro emblema.[11]

Tria nomina[modifica | modifica wikitesto]

Praenomina[modifica | modifica wikitesto]

I praenomina usati dalla gens furono: Quintus, Lucius, Marcus, Gaius e Aulus.

Cognomina[modifica | modifica wikitesto]

I vari cognomen di questa gens sotto la Repubblica, sono i seguenti: Bassus, Denter, Metellus (i più conosciuti), Niger, Pinna e Rufus.

Personaggi illustri[modifica | modifica wikitesto]

Tra i più noti personaggi della gens Caecilia ricordiamo:

Membri della gens[modifica | modifica wikitesto]

Caecilii Metelli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Caecilii Metelli.

Caecilli Dentri[modifica | modifica wikitesto]

Altri Caecilii[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Titus Livius, A Commentary on Livy Books XXXI–XXXIII, 7 giugno 1973, DOI:10.1093/actrade/9780198147381.book.1. URL consultato il 15 aprile 2019.
  2. ^ a b c John C. Rolfe e H. B. Walters, A Classical Dictionary of Greek and Roman Antiquities, Biography, Geography and Mythology, in The Classical Weekly, vol. 11, n. 8, 1917, p. 64, DOI:10.2307/4387552. URL consultato il 15 aprile 2019.
  3. ^ Roman Prayer Language, DE GRUYTER, ISBN 9783110979695. URL consultato il 15 aprile 2019.
  4. ^ Anja Bettenworth, Odysseus bei Aietes, in Caeculus, vol. 6, n. 0, 1º dicembre 2005, pp. 1-17, DOI:10.2143/cae.6.0.2004664. URL consultato il 15 aprile 2019.
  5. ^ Servius, Servii Grammatici Qui Feruntur in Vergilii Carmina Commentarii, Cambridge University Press, pp. vii–c, ISBN 9781139088053. URL consultato il 15 aprile 2019.
  6. ^ Solinus, su Brill’s New Pauly. URL consultato il 15 aprile 2019.
  7. ^ Die Welt der Römer, DE GRUYTER, ISBN 9783110902624. URL consultato il 15 aprile 2019.
  8. ^ Die Enteignungsentschädigung, DE GRUYTER, ISBN 9783110927825. URL consultato il 15 aprile 2019.
  9. ^ Festus Olorunniwo e John Ed Knight, Monitoring process parameters with pre-control, in Journal of Operations Management, vol. 12, n. 2, 1995-02, pp. 75-87, DOI:10.1016/0272-6963(94)00006-z. URL consultato il 15 aprile 2019.
  10. ^ Frank Frost Abbott, Geschichte Roms in seinem Uebergange von der republikanischen zur monarchischen Verfassung. W. Drumann, P. Groebe, in Classical Philology, vol. 3, n. 1, 1908-01, pp. 120-121, DOI:10.1086/359141. URL consultato il 15 aprile 2019.
  11. ^ Michael H. Crawford, Roman Republican Coinage, Cambridge University Press, pp. 751-754, ISBN 9780511584015. URL consultato il 15 aprile 2019.
  12. ^ Livy [Titus Livius, Oxford Classical Texts: Titi Livi: Ab Vrbe Condita, Vol. 6: Libri XXXVI–XL, Oxford University Press, 1º gennaio 1999, pp. 208-208, ISBN 9780198146643. URL consultato il 15 aprile 2019.
  13. ^ Livy, author., Livy, Heinemann, 1919-1959, ISBN 0674992563, OCLC 4767267. URL consultato il 15 aprile 2019.
  14. ^ Broughton, vol. I, pp. 56-57.
  15. ^ Broughton, vol. I, p. 205.
  16. ^ Broughton, vol. I, p. 325.
  17. ^ Broughton, vol I, p. 362.
  18. ^ Broughton, vol I, p. 410, 413.
  19. ^ Broughton, vol. II, p. 433.
  20. ^ a b Broughton, vol II, p. 488.
  21. ^ Broughton, vol II, p. 26.
  22. ^ Broughton, vol II, p. 200.
  23. ^ Broughton, vol II, pp. 153, 167, 200, 210.
  24. ^ Broughton, vol II, p. 338.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, Boston, 1870.
  • (EN) T. Robert S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, a cura di Phillip H. De Lacy, collana Philological Monographs, I, 1ª ed., New York, American Philological Association, 1952.
  • (EN) T. Robert S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, a cura di Phillip H. De Lacy, collana Philological Monographs, II, 1ª ed., New York, American Philological Association, 1952.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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