Gaio Vettio Rufo

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Gaio Vettio Rufo
Console dell'Impero romano
Nome originaleGaius Vettius Rufus
Nascita7 a.C. circa
Mortedopo il 36
GensVettia
Consolatoluglio-dicembre 36 (suffetto)

Gaio Vettio Rufo (in latino: Gaius Vettius Rufus; 7 a.C. circa – dopo il 36) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Appartenente all'italica gens Vettia, di Rufo[1] quasi nulla è noto.

L'unica menzione a noi nota, però, lo attesta al vertice dello stato romano: grazie a nuove riletture di attestazioni epigrafiche prima fraintese[2][3][4], Rufo è infatti ora saldamente testimoniato[1] come console suffetto per il secondo semestre del 36 al fianco di Marco Porcio Catone[5][6], sostituendo a luglio i consoli ordinari Sesto Papinio Allenio e Quinto Plauzio[5]. Durante il consolato di Rufo, i Fasti Ostienses testimoniano per il 1º novembre l'incendio di parte del Circo Massimo e dell'Aventino, per la cui ricostruzione Tiberio diede cento milioni di sesterzi[6]: l'incendio è attestato anche da Tacito, che testimonia anche la formazione, per stimare i danni del disastro, di un comitato di cinque persone, tra cui tutti i consolari progeneri del princeps Gneo Domizio Enobarbo, Lucio Cassio Longino, Marco Vinicio e Gaio Rubellio Blando, nonché il consolare Publio Petronio, inserito per nomina degli stessi consoli Rufo e Catone[7].

Dopo il suo consolato, Rufo scompare dalla storia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b PIR2 V 483 (Wachtel).
  2. ^ H.-G. Pflaum, Un nouveau consul de l'année 36 de notre ère (résumé), in Bulletin de la Société nationale des Antiquaires de France, anno 1971, p. 226.
  3. ^ G. Rupprecht, Gaius Vettius Rufus: consul suffectus a.p.Chr. 36, in Revue archéologique de Narbonnaise, vol. 7 (1974), pp. 203-205.
  4. ^ A. Degrassi, I fasti consolari dell'impero romano, Roma 1952, p. 10, ancora pensava, come voleva la vulgata, che il collega di Catone fosse Aulo Didio Gallo, ora invece definitivamente attestato come console suffetto nell'ultimo quadrimestre del 39: cfr. A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 621-622.
  5. ^ a b AE 1976, 388.
  6. ^ a b Fasti Ostienses, frgm. Ch (Vidman).
  7. ^ Tacito, Annales, VI, 45, 1-2.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • PIR2 V 483 (Wachtel).
  • G. Rupprecht, Gaius Vettius Rufus: consul suffectus a.p.Chr. 36, in Revue archéologique de Narbonnaise, vol. 7 (1974), pp. 203-205.
Predecessore Console dell'Impero romano Successore
Sesto Papinio Allenio luglio-dicembre 36 Gneo Acerronio Proculo
con Quinto Plauzio con Marco Porcio Catone con Gaio Petronio Ponzio Nigrino