Gaio Mazio

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Gaio Mazio Calvena (in latino Gaius Matius Calvena, noto per lo più semplicemente come Gaio Mazio[1]) (Roma, 100 a.C. – dopo il 44 a.C.) è stato uno scrittore romano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Membro della gens Matia, Mazio si schierò con Giulio Cesare durante la guerra civile romana, oltre ad aiutare Cicerone nei suoi rapporti con Cesare nel 49 e 48 a.C.. Una successiva corrispondenza epistolare tra Cicerone e Mazio - nel 44 - testimonia il rapporto stretto che rimase con Cicerone[2].

Dopo l'assassinio di Cesare, Mazio, da fervente cesariano, si preoccupò dei gravi pericoli potentiali, che potevano comprendere ribellioni nelle Gallie o rivolte delle legioni di Cesare. Quando Ottaviano giunse a Roma, dunque, Mazio divenne uno dei suoi sostenitori e con lui organizzò i giochi per onorare il dittatore assassinato.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Gaio Mazio[3] è ricordato come autore di tre volumi di gastronomia, dal quale provengono alcune ricette accreditategli, tra le altre, da Apicio, come un "pasticcio di carne alla Mazio" (minutal Matianum)[4]:

«Metti a cuocere in una terrina olio e garum, taglia un porro, del coriandolo e fanne piccole polpette. Taglia, poi, a pezzettini una spalla di maiale con la sua cotenna e fai in modo che cuociano insieme. A metà della cottura aggiungi mele Maziane pulite all’interno, tagliate a pezzettini. Durante la cottura trita del pepe, del cumino, del coriandolo verde, menta, radice di silfio, cospargi il tutto di aceto, miele, garum, un po’ di vino cotto, e stempera questo sughetto con un po’ di aceto. Porta ad ebollizione. Quando bollirà, friggi la sfoglia e lega il tutto con quella, cospargi di pepe e servi - trad. A. D'Andria»

Ancora, Plinio il Vecchio afferma che aveva inventato un tipo di potatura degli arbusti, anche se non è chiaro se si tratti della stessa persona o di una successiva generazione: in realtà, forse al nostro Mazio rimanda il fatto che Plinio sostiene anche che il malus matianus, un tipo di mela, prende nome da lui[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ PW 1
  2. ^ Ad familiares, XI, 27 ss.
  3. ^ RE, s.v. Matius, n. 2.
  4. ^ De re coquinaria, IV, 168.
  5. ^ Plinio il Vecchio, XV, 14-15.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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