Freekeh

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Freekeh, noto anche come Farik (in arabo فريكة?), è un tipo di grano verde (Triticum turgidum var. Durum) che è raccolto prematuramente e tostato. Solitamente viene raccolto nel mese di aprile, ma varia a seconda del clima e della zona in cui questo cereale è coltivato. È un alimento usato in diversi paesi del bacino del Mediterraneo. Infatti i maggiori produttori si trovano in Palestina, Egitto, Libano e Siria.

Con verdure alla griglia

Valori nutrizionali

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È molto più ricco in proteine vitamine e minerali del grano normale. Inoltre, ha un valore nutrizionale superiore a quello del riso, ed è ricco in calcio, ferro, potassio e zinco.

Una storia affascinante che risale ai tempi della Bibbia

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Parlando della storia di questo grano, si ritrovano degli accenni addirittura nei testi biblici. Il freekeh[1] sarebbe nato proprio in Galilea più di 2 millenni fa. Altre versioni vogliono che il Freekeh (ma le due cose non devono necessariamente escludersi a vicenda) risalga ai tempi dell’impero ottomano, quando il grano era talmente importante da essere considerato una merce di scambio.

Ebbene, proprio per questo motivo i soldati dell’imperatore effettuavano spesso dei soprusi confiscando ai contadini e agli agricoltori il grano stesso. Da qui l’ingegno della povera gente, che coglieva questo alimento prima che giungesse a maturazione. In quel momento il grano ancora verde poteva essere nascosto e camuffato senza che i soldati se ne accorgessero.

Naturalmente in questo modo il grano non poteva essere consumato, e quindi i bravi contadini lo facevano essiccare in modo che si conservasse più a lungo. La versione più suggestiva però, che rende conto del fatto che oggi il Freekeh venga tostato, è ancora più antica.

Vuole la leggenda che ben duemila anni prima di Cristo, in un remoto villaggio del vicino oriente, un villaggio venisse attaccato. Per evitare che i soldati potessero confiscare tutto il grano, i contadini lo raccolsero anticipatamente (appunto quando era ancora verde) e lo nascosero in un fienile. Qui però scoppio inavvertitamente un grande incendio, che tostò letteralmente i chicchi.

Passata l’invasione, con grande stupore i contadini si accorsero che non solo il grano non era andato distrutto, ma che la tostatura lo aveva reso particolarmente commestibile e gustoso. Come spesso accade le invenzioni e le scoperte in cucina avvengono per caso, e sembra questa l’evenienza. Ecco perché nel corso del tempo si è cominciato, e poi si è continuato a tostare il grano verde, ma non solo. Con il passare dei secoli ci si è accorti che il grano tostato non era soltanto buono, ma possedeva dei valori nutrizionali e delle proprietà non indifferenti.

Antico piatto del Medio Oriente[2], il freekeh è particolarmente diffuso nelle cucine levantine[3], araba[3], egiziana[3] e nord-africane[3]. Si consuma principalmente intero. Ottimo sostituto del cous cous o del riso, è tradizionalmente usato come accompagnamento di carni stufate.

Cereale versatile adatto per ogni pasto[4]

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Il Freekeh si può trovare in versioni differenti, ovvero intero oppure spezzato. Il Freekeh risulta ottimo in diverse ricette e si può utilizzare in quasi tutti i piatti come si fa con il riso, sia come contorno che in qualità di protagonista condito a piacere con verdure o semplicemente con olio di oliva. Anche nelle zuppe si presta a creare un connubio perfetto grazie alla sua grande versatilità, inoltre si può consumare il Freekeh a colazione in una ciotola a parte accompagnato da frutta per chi ama gli inizi di giornata salutari e pieni di energia.

Presidio Slow food

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Nel Libano e in particolare nella sua regione storica del Jabal Amel[5], il freekeh è da sempre rinomato per l'alta qualità della sua lavorazione: dopo essere raccolto a mano è lasciato seccare per 24 ore sotto il sole e successivamente disteso sulle pietre e bruciato con i rami di un particolare arbusto locale, il "balan". Il grano subisce una tostatura rapida che ne interrompe la maturazione, ne migliora la conservazione e conferisce al freekeh un caratteristico aroma tostato. Però la produzione del freekeh in Jabal Amel è ora minacciata da ampie quantità di prodotti industriale provenienti principalmente della Siria e dalla coltivazione del tabacco, sempre più diffusa, sovvenzionata dal governo libanese.

In un programma stimolante[6], Slow Food Beirut, Oxfam Italia, e la Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus hanno collaborato insieme per rilanciare la produzione del freekeh nella sua regione nativa e anche per migliorare le condizioni delle popolazioni locali del Jabal Amel, particolarmente colpite dal conflitto del 2006.

  1. ^ Che cos'è il Freekeh e quali sono i benefici [collegamento interrotto], su freekeh.it.
  2. ^ (EN) Introducing freekeh, the hip grain of 2012
  3. ^ a b c d (EN) Sito Clifford A. Wright
  4. ^ Come utilizzare il Freekeh in cucina, su freekeh.it. URL consultato il 22 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2021).
  5. ^ (EN) Post Carbon Institute, Five great grains with promise for the future da Jenna Banning
  6. ^ (ITEN) Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus - I Presìdi Slow Food internazionali: Fresskeh Archiviato il 1º febbraio 2014 in Internet Archive.

Voci correlate

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Altri progetti

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