Fosco Risorti

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Fosco Risorti
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Calcio
Ruolo Portiere
Termine carriera 1955
Carriera
Squadre di club1
1937-1938 SAFFA Fucecchio? (-?)
1938-1941Savoia69 (-66)
1941-1943Roma2 (-?)
1944Montecatini4 (-?)
1945-1952Roma177 (-?)
1954-1955BPD Colleferro? (-?)
Carriera da allenatore
1956-1957BPD Colleferro[1]
1961-1962BPD Colleferro[2]
1966-1967BPD Colleferro
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Fosco Risorti (Ponte a Cappiano, 8 settembre 1921Roma, novembre 1995) è stato un calciatore italiano, di ruolo portiere.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Risorti in uscita in Torino-Roma 0-0

La sua carriera inizia nel Fucecchio, dove si forma nella stagione 1937-1938. Nel 1938 si trasferisce in Campania, al Savoia, dove ha la possibilità di giocare più regolarmente. Al Savoia gioca per tre stagioni, collezionando 69 presenze. A lui venne addossata la colpa della mancata promozione in Serie B della squadra nel 1938-1939, e ciò si deve ad un gol subito in una partita decisiva contro la MATER di Roma: Risorti infatti lascia entrare in rete un tiro di Longobardi, scagliato da una notevole distanza, che fu deviato da un sasso presente sul terreno.[3][4][5]

«Il Savoia soffoca la Mater nella sua area, non pago del gol che già gli apre la via del successo e, a pochissime giornate dal termine, della promozione. Casca un pallone tra i piedi di Longobardi, un calcione verso le nuvole, per alleggerire, e verso Risorti. Un rimbalzo, Fosco si tuffa incontro e una pietra 'assassina' alza a sghimbescio la traiettoria e conduce il pallone beffardo oltre Risorti, a terra sbigottito. Fulvio Bernardini, da gran signore, si scusa con Colombari e dà uno scappellotto a Risorti.»

Nel 1941 viene ceduto alla Roma. Nei primi due anni viene impiegato come secondo portiere, alle spalle di Guido Masetti. In due anni colleziona appena 2 presenze, esordendo in Serie A il 29 marzo 1942 in Roma-Atalanta (2-0).

Nel 1944 passa al Montecatini per poi tornare a Roma nel 1945, dove passa a portiere titolare. Nella squadra capitolina gioca fino al 1952, scendendo 177 volte in campo con la maglia giallorossa. Chiude poi la carriera nel Colleferro, nel 1955[6] con cui vince il titolo di IV Serie 1954-1955.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche da allenatore[modifica | modifica wikitesto]

In grassetto le competizioni vinte.

Stagione Squadra Campionato Totale Vittorie % Piazzamento
Comp G V N P G V N P %
1955-1956 Bandiera dell'Italia Colleferro C 5 2 2 1 5 2 2 1 40,00 15º
1956-1957 IV 34 15 12 7 34 15 12 7 44,12
1957-1958 IV 28 8 12 8 28 8 12 8 28,57 11º
1958-1959 IV 32 14 11 7 32 14 11 7 43,75
1959-1960 D 34 15 10 9 34 15 10 9 44,12
1960-1961 D 34 16 12 6 34 16 12 6 47,06
1968-1969 Prom. 30 9 9 12 30 9 9 12 30,00 10º
1969-1970 Prom. 30 12 7 11 30 12 7 11 40,00
Totale carriera 227 91 75 61 227 91 75 61 40,09

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Roma: 1941-1942
Colleferro: 1954-1955
Roma: 1951-1952

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rossi, p. 144.
  2. ^ Massimo D’Agostino e Alexandru Palosanu, Almanacco storico della Serie D – Stagione 1961/62, 2013, p. 266.
  3. ^ a b Calvelli, Lucibelli, Schettino, p. 133.
  4. ^ Agostino Panico, La partita del primato. Savoia-Mater 1-1, in Il Littoriale, n. 37, 13 febbraio 1939.
  5. ^ Statistiche su Enciclopediagiallorossa.com Archiviato il 10 luglio 2011 in Internet Archive.
  6. ^ Le liste di trasferimento della Lega Nazionale, in Corriere dello Sport, 2 settembre 1955, p. 3.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Littoriale, quotidiano sportivo consultabile presso l'Emeroteca del CONI
  • Chrystian Calvelli, Giuseppe Lucibelli; Raffaele Schettino, Savoia storia e leggenda dall'Oncino al Giraud, Gragnano, Stampa Democratica '95, dicembre 2000. ISBN non esistente
  • Renzo Rossi, Colleferro Calcio-Una storia, una realtà, un ricordo, Tipografia Ferrazza, 2008.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]