Fornaci di laterizi Picci

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Le ex fornaci di Ussana

Le ex Fornaci di laterizi Picci sono un complesso di edifici di interesse archeologico-industriale, siti nelle campagne di Ussana vicino alle ex cave di Luigi Picci. Fondate dal cavaliere Barbarossa agli inizi degli anni 1960 e comprate successivamente dall'impresa Scanu. La fabbrica (conosciuta dal paese come "sa Geramica") ha chiuso i battenti verso la metà degli anni '80 del XX secolo.

Proprietari[modifica | modifica wikitesto]

Iole Tomassini fece costruire le fornaci a Ussana dopo quelle di Quartu, visto il boom di richieste urgenti di laterizi a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Le fornaci di Ussana furono di proprietà della Tommasini fino al 1980, anno in cui la proprietà venne venduta alla ditta Scanu S.P.A..

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni 1960, Barbarossa fece realizzare nuovi capannoni per la fabbricazione di laterizi e tegole nelle campagne di Ussana vicino alle ex cave di Luigi Picci. Stabilì un contratto con il comune Ussanese nel quale quest' ultimo avrebbe lasciato l'intera campagna e le sue colline ricche di argilla gratuitamente a sua disposizione a patto che la ditta assumesse personale del paese.

Durante la seconda guerra mondiale, l'impresa ebbe dei rallentamenti tanto che dovette chiudere. Ma dopo riprese con una crescita improvvisa. Infatti ci furono elevate richieste di mattoni dopo i bombardamenti sulle città, porti e ferrovie.

La vecchia fabbrica (conosciuta in paese come "sa Geramica") utilizzava come cottura dei mattoni i forni Hoffman, ovvero una grossa fornace circolare composta da due gallerie, e come impianto di raffreddamento dei ventilatori centrifughi. All'inizio del XXI secolo, la struttura risiede ancora del grande capannone con un primo piano sopra i forni per la deposizione dei mattoni cotti, quattro grandi seccatoi dove depositavano i mattoni crudi per asciugare e infine a pochi passi dalla fabbrica si trovano ancora gli uffici con gli appartamenti da almeno quattro piani con tanto di terrazza, sicuramente di alcune famiglie importanti che lavoravano lì in quel periodo.

Dalla metà degli anni '80, i macchinari iniziarono a dare i primi problemi per la loro età e scarsa manutenzione, infatti i laterizi presentavano dei difetti. Di conseguenza i responsabili decisero di ricorrere ad una raccolta firme per vendere dei terreni appartenenti al Conte Barbarossa nel capoluogo della Sardegna e il profitto era indirizzato all'acquisto di nuovi macchinari. Pertanto, non andò come predefinito e in seguito l'intera struttura fu venduta alla ditta Scanu, che assunse il titolo come ultimo proprietario della storia di "Geramica".

Negli anni 2020, della fabbrica né rimane il vecchio capannone con alcuni macchinari in stato di rovina con montagne di mattoni ancora crudi e gli alloggi senza alcun contenuto all'interno, devastato dai vandali che ricoprirono i muri di graffiti/murales e distruggendo porte e finestre. I seccatoi e i forni sono quasi crollati e Madre Natura ha quasi ripreso lentamente ciò che è suo.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]