Filippo Lamponi

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Filippo Lamponi

Prefetto di Reggio Calabria
Durata mandato10 ottobre 1877 –
29 marzo 1881
PredecessoreCarlo Faraldo
SuccessoreAntonio Gilardoni

Commissario straordinario di Bologna
Durata mandato4 agosto 1872 –
9 novembre 1872
PredecessoreGiovanni Luigi Malvezzi de' Medici
SuccessoreCarlo Berti Pichat

Commissario straordinario di Genova
Durata mandato26 marzo 1875 –
29 giugno 1876
PredecessoreAndrea Podestà
SuccessoreLazzaro Negrotto Cambiaso

Dati generali
Prefisso onorificoCommendatore
Suffisso onorificoCommendatore Ordine della Corona d'Italia, Commendatore Repubblica di San Marino
UniversitàUniversità degli Studi di Camerino
Stemma della famiglia Lamponi a Santa Vittoria in Matenano
Blasonatura
Scudo nobiliare sormontato da una corona, raffigurante la scala, simbolo delle imprese compiute e gli onori raggiunti; la luna crescente, simboleggiante la benignità, la forza d'animo nelle sventure (dato che essa fa luce nelle tenebre) e l'incostanza nella sfortuna (dato che essa cambia nelle notti); due comete simbolo di chiarezza, di fama, di virtù superiori e potenza eterna; la lampada (lampana in volgare italico) ardente, rappresentante la fede e il sapere, poggiata sopra una linea piana sotto tre barre inclinate a sinistra della visuale

Filippo Lamponi (Santa Vittoria in Matenano, 2 giugno 1827Reggio Calabria, 29 marzo 1881) è stato un prefetto italiano, avvocato, patriota della causa italiana, regio delegato straordinario di Ancona e Bologna, regio commissario straordinario di Genova, poi prefetto delle province di Potenza e di Reggio Calabria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nascita e formazione[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Lamponi a Santa Vittoria in Matenano (XVIII secolo)

Filippo (Francesco, Giuseppe, Gioacchino, Michele, Raffaele) Lamponi nacque a Santa Vittoria in Matenano, in provincia di Fermo, il 2 giugno 1827, dal marchese Pietro Lamponi e dalla contessa Marianna Neroni Cancelli da Ripatransone, figlia di Giuseppe Neroni Cancelli[1][2].

Dal novembre 1838 al giugno del 1842 frequentò il seminario arcivescovile di Fermo[3] e nel 1845 conseguì il diploma superiore presso il seminario collegio felice di Spello[3]. Dal 1846 frequentò l'Università pontificia di Camerino accedendo al corso di legge nel luglio del 1847[4], dove svolse anche pratica legale[5].

Scrisse poesie giovanili[6][7][8] e una traduzione di Sallustio[9]. Collaborò con diversi giornali, scrivendo articoli di critica storica, e pubblicò una Storia di Tolentino[10].

Fu influenzato dal nonno materno, il conte Giuseppe Neroni Cancelli, per la sua formazione liberale, in particolare durante il periodo della seconda Repubblica Romana[11][12]. Anche la famiglia Lamponi, una delle più antiche tra le aristocratiche delle Marche, professava ideali liberali e patriottici[13].

A Santa Vittoria in Matenano la famiglia innalzava uno stemma a forma di scudo sormontato da una corona, raffigurante la scala, simbolo delle imprese compiute e gli onori raggiunti; la luna crescente, simboleggiante la benignità, la forza d'animo nelle sventure (dato che essa fa luce nelle tenebre) e l'incostanza nella sfortuna (dato che essa cambia nelle notti); due comete simbolo di chiarezza, di fama, di virtù superiori e potenza eterna; la lampada rappresentante la fede e il sapere[14].

Risorgimento[modifica | modifica wikitesto]

Gerolamo Induno, La presa di Palestro del 30 maggio 1859

Nel 1848, quando Giuseppe Garibaldi portò a Macerata le idee liberali di unità, con la costituzione di un "Circolo popolare", fu tra i primi a partecipare alla sollevazione delle Marche. Occupò allora il posto di segretario generale del governo insurrezionale al fianco del nonno Giuseppe Neroni Cancelli[15][16][17][18].

Nel gennaio del 1849 collaborò con Giuseppe Garibaldi a riorganizzare la "Legione marchigiana" formata da quest'ultimo a Macerata. Il nonno materno di Filippo, il conte Neroni Cancelli, ospitò Garibaldi nella sua casa a San Benedetto del Tronto tra il 24 e il 25 gennaio, prima della sua partenza verso Roma con la "Legione maceratese" di 2.500 uomini[15]. Nello stesso anno Filippo Lamponi divenne tenente della compagnia dei tiraglieri universitari di Camerino.

Dopo l'arrivo del generale francese Oudinot contro la Repubblica Romana, il 24 aprile, firmò per la città di Camerino l'adesione alla protesta dell'Assemblea romana, tenutasi il giorno successivo, nella quale si dichiarava contraria ad una mediazione, proposta dal diplomatico francese Ferdinand de Lesseps[19][20].

Dopo la caduta della Repubblica Romana fu costretto ad emigrare in Toscana[15][21], dove esercitò la professione forense[22].

Battaglia di San Fermo - 27 maggio 1859

Nel 1859, insieme al fratello Ettore (ufficiale dell'arma dei carabinieri reali, con il grado di tenente-colonnello)[23], fu al seguito di Giuseppe Garibaldi, entrando a Como dopo la battaglia di San Fermo contro gli austriaci, e il 31 maggio 1859 prese parte alla battaglia di Palestro[24].

Nel 1860 prese parte attiva ai rivolgimenti politici: ricoprì la carica di segretario generale della Giunta provvisoria di governo di Macerata, sotto il commissario regio per le Marche Lorenzo Valerio[25]. Nello stesso periodo, il fratello minore Gregorio Lamponi (poi divenuto funzionario del ministero dell'interno[26]), fu impiegato come "volontario" della prefettura di Macerata[27].

Filippo fu ancora nominato consigliere presso il commissariato provinciale di Macerata[28].

Fece inoltre parte della redazione del periodico l'Annessione Picena, il cui primo numero fu pubblicato a Macerata il 1º ottobre 1860[29].

Con Luigi Carlo Farini organizzò le nuove amministrazioni pubbliche (in particolar modo delle Romagne), ed assunse l'ufficio di conferire le cariche per le nuove amministrazioni[24][30][31]. Fu eletto consigliere di Prefettura a Pesaro, dove riuscì ad entrare nelle grazie del Prefetto conte Pardefone[32]. Venne decorato con la medaglia commemorativa delle Guerre del 1860-1861 per l'indipendenza e l'unità d'Italia[33].

Dal 1863 fu sottoprefetto a Caserta, a Rimini, a San Severo[34][35].

Seguì il generale Raffaele Cadorna dopo la presa di Roma (breccia di Porta Pia) per organizzare i servizi amministrativi nella nuova capitale e nelle altre province romane, nelle quali guidò e presiedette i comizi popolari per l'annessione all'Italia[36]. Ebbe, inoltre, il compito di mantenere il collegamento tra il generale Cadorna e il primo ministro Giovanni Lanza[37][38].

Inarichi nel Regno d'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Uniforme prefettizia italiana (disegno della seconda metà del XIX secolo, custodito nell'Archivio centrale dello Stato)

Il governo gli affidò il ruolo di consigliere delegato ai comuni di Pesaro, Brescia, Bari[34], di regio delegato straordinario per l'amministrazione dei comuni di Ancona, di Bologna - dal 4 agosto 1872 al 9 novembre 1872[36][39][40] e di regio commissario straordinario della città di Genova - dal 26 marzo 1875 al 29 giugno 1876[36][41].

Bando della prefettura della Basilicata con un elenco di briganti ricercati, loro banda di appartenenza, descrizione e l'ammontare del premio per la loro cattura

Fu incaricato inoltre di missioni di lotta al brigantaggio prima nel circondario di Sala Consilina e poi nella provincia di Potenza, ottenendo la medaglia in argento al valore civile[42][43].

Dal 19 aprile 1876 al 10 ottobre 1877, dopo l'ascensione della Sinistra al potere, fu nominato prefetto per la provincia di Potenza[44][45] e di seguito, fino alla sua morte, della provincia di Reggio Calabria[46][47]. Si occupò di organizzare le contabilità comunali, pianificando e realizzando un sistema di controllo e coordinamento dei movimenti di bilancio e lottò contro la corruzione dei contabili locali, disponendo, inoltre, numerose confische di beni pubblici indebitamente posseduti da privati.

Il 26 ottobre 1880 sottoscrisse insieme ad altri notabili locali (tra i quali i parlamentari del Regno d'Italia Agostino Plutino, Luigi De Blasio Di Palizzi, Saverio Vollaro, Luigi Raffaele Macry, Vincenzo Avati, Giuseppe Nanni, il presidente del consiglio provinciale di Reggio Calabria Domenico Spanò Bolani, i deputati provinciali Francesco Medici, Francesco Pensabene, Pietro Foti, il sindaco di Reggio Calabria Fabrizio Plutino, gli assessori comunali Vincenzo Cuzzo-Crea, Carmelo Mezzatesta ed altri) del comitato per raccogliere oblazioni a favore dei danneggiati dall'uragano che si era abbattuto su Reggio Calabria il 20 ottobre[48].

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Morì a Reggio Calabria il 29 marzo 1881 all'età di 53 anni dopo un lungo periodo di malattia. Oltre alle medaglie commemorative per la guerra d'indipendenza e a quella al valor civile, fu fregiato del titolo di commendatore della Corona d'Italia e di quella della Repubblica di San Marino[49][50][51].

Gli sono state dedicate due strade nelle città di Santa Vittoria in Matenano e di Fermo e nel 1967 fu inaugurata, a Santa Vittoria in Matenano, la scuola media statale "Filippo Lamponi".

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • F. Lamponi, "A sua eccellenza reverendissima monsignor Niccola Belletti ... gli alunni del pio istituto celebrando un'accademia poetica e istrumentale sotto la direzione di don Luigi Fabbri", Foligno, Tip. Tomassini, 1845
  • F. Lamponi, "La fidanzata dell'esule: fantasia", Ripatransone, Tip. vescovile e comunale Jaffei, 1846
  • F. Lamponi, "Sull'ordinamento della Repubblica - ragionamenti di C. C. Sallustio; dalla latina lingua nella volgare recati per Filippo Lamponi", Camerino, Tip. Anacleto Sarti, 1847
  • F. Lamponi, "Elogio storico del cavaliere Giuseppe Neroni Cancelli", Firenze, Tip. Barbera, Bianchi & C., 1858

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d'Indipendenza (4 barrette) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
immagine del nastrino non ancora presente

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ F. Plutino, par. 4.
  2. ^ Don Raffaele Martini, Libro dei Battesimi della Parrocchia di Santa Vittoria in Matenano presso Santa Vittoria in Matenano, Vol. 11° (dal 1819 al 1843), giorno 4 giugno 1827, p. 73, capoverso 33
  3. ^ a b Archivio di Stato di Camerino, busta 218, cat. 5, anni 1845-1846, n. pos. 470
  4. ^ Archivio di Stato di Camerino, busta 204, cat. 5, anni 1846-1847, n. pos. 519
  5. ^ F. Lamponi, lettera n. 686 del 13 gennaio 1848.
  6. ^ F. Lamponi, A sua eccellenza reverendissima monsignor Niccola Belletti ... gli alunni del pio istituto celebrando un'accademia poetica e istrumentale sotto la direzione di don Luigi Fabbri.
  7. ^ F. Lamponi, La fidanzata dell'esule.
  8. ^ Si riporta un sonetto di Filippo, che compose il 19 marzo 1848 (appena ventenne), in cui saluta la bandiera nazionale italiana (G. Nepi - G. Settimi, pagg. 453, 454):

    «Degli anni nell'april te vidi, o santo tricolore vessillo, e t'adorai. Poi nell'età che si nomò del pianto piansi io pur, ma in segreto ognor t'amai.
    Dei tuoi nemici, le speranze e il vanto, le minacce e gli schermi anco ascoltai; e gli scorsi già presso a sciorre il canto d'una vittoria che non ebber mai...
    Né più l'avranno, viva il ciel! ché Pio ti benedice or ne la sua virtute, ed è virtute che gli vien da Dio.
    Così la Croce che un dì fu alle genti segno d'obbrobrio, segno di salute si fé dal Cristo ai popoli redenti.»

  9. ^ F. Lamponi, Sull'ordinamento della Repubblica - ragionamenti di C. C. Sallustio.
  10. ^ F. Plutino, par. 6.
  11. ^ F. Lamponi, lettere a Giuseppe Neroni Cancelli.
  12. ^ F. Lamponi, Elogio storico del cavaliere Giuseppe Neroni Cancelli.
  13. ^ F. Plutino, par. 5.
  14. ^ Descrizione tratta dallo stemma inciso sulla tomba monumentale della famiglia Lamponi a Santa Vittoria in Matenano, Cimitero comunale di Santa Vittoria in Matenano
  15. ^ a b c G. Settimi, pag. 1.
  16. ^ F. Plutino, par. 7, 8.
  17. ^ M. Severini, pag. 19.
  18. ^ G. SpadoniLa città e la provincia di Macerata dalla primavera al novembre 1860, pag. 68.
  19. ^ G. Spadoni, appunto autografo, pag. 2.
  20. ^ Protocollo della Repubblica Romana, pag. 427.
  21. ^ F. Plutino, par. 8.
  22. ^ L. Mannocchi e F. Catini, (35) LAMPONI Filippo, Raffaele e Giuseppe di Santa Vittoria in Matenano, in Nobili figure del nostro Risorgimento nazionale in Provincia di Fermo 1821 - 1870, Capodarco Fermano Edizioni, 2011, p. 107.
  23. ^ Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia n. 150, del 27 giugno 1894, "Disposizioni fatte nel personale dipendente dal Ministero della Guerra: Arma dei Carabinieri reali", p. 2961
  24. ^ a b G. Settimi, pag. 2.
  25. ^ Nomina del 20 settembre 1860: Archivio di Stato di Ancona, fondo Commissario generale straordinario per le Marche L. Valerio, 1860-1861, b. 8. fasc. 94; M. Severini, pag. 19
  26. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 249, del 18 ottobre 1880, "nomine a cavaliere con D.R. 6 giugno 1880", p. 4410
  27. ^ Archivio di Stato di Ancona, "Calendario generale del Regno d'Italia compilato per cura del ministero dell'Interno", a. 2°, Torino 1863, p. 884
  28. ^ Decreto regio n.78 del 18 ottobre 1860, Raccolta ufficiale degli atti del r. commissario generale straordinario nelle province delle Marche, Ancona, Gustavo Sartorj Cherubini, 1860-61, Biblioteca del ministero di grazia e giustizia
  29. ^ Santoncini, pag. 159.
  30. ^ Archivio di Stato di Macerata: archivio del "Commissario straordinario provinciale di Macerata (1860 - 1862)" - per approfondimenti
  31. ^ F. Plutino, par. 9.
  32. ^ L. Mannocchi e F. Catini, Nobili figure del nostro Risorgimento Nazionale in Provincia di Fermo, Capodarco Fermano Edizioni, 2011, p. 108.
  33. ^ F. Plutino, par. 10.
  34. ^ a b G. Nepi - G. Settimi, pag. 452.
  35. ^ per approfondimenti relativi alla carica di sottoprefetto a Rimini ricoperta da Filippo Lamponi si consulti Archivio di Stato di Forlì - Cesena, anno 1866
  36. ^ a b c F. Plutino, par. 11.
  37. ^ G. Spadoni, appunto autografo, pag. 1.
  38. ^ Museo del Risorgimento di Milano - per consultazione di alcuni documenti riguardanti Filippo Lamponi nel suo periodo risorgimentale
  39. ^ Dopo le dimissioni della giunta e del consiglio comunale di Bologna in data 13 luglio, Lamponi venne nominato delegato straordinario con il regio decreto del 21 luglio 1872 – storia amministrativa del Comune di Bologna
  40. ^ Archivio di Stato di Bologna e Archivio storico comunale di Bologna - per approfondimenti
  41. ^ Archivio storico comunale di Genova - per approfondimenti
  42. ^ F. Plutino, par. 12.
  43. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 216, del 16 settembre 1881, p. 3875
  44. ^ M. Missori, p. 561.
  45. ^ Archivio di Stato di Potenza - per approfondimenti
  46. ^ M. Missori, p. 568.
  47. ^ Archivio di Stato di Reggio Calabria - per approfondimenti
  48. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 262, del 3 novembre 1880, "L'uragano in Reggio Calabria", p. 4666
  49. ^ F. Plutino, par. 20.
  50. ^ G. Nepi - G. Settimi, pag. 453.
  51. ^ Annuncio funebre fatto stampare da Fabrizio Plutino, sindaco di Reggio Calabria: "Cittadini, deploriamo una grande sciagura! Il marchese Filippo Lamponi, prefetto della provincia non è più! La sua malferma salute non resistette alla violenta e ribelle recrudescenza del morbo, che da lungo tempo lo travagliava, ed alle ore 3 a. m. di oggi cessava di vivere, nella età di anni 53. Crudele dipartita!! Che priva dell'unico sostegno la sua famiglia e la provincia d'un intelligente ed instancabile amministratore. La squisita cortesia dei modi, retaggio della nobile stirpe alla quale apparteneva: la lealtà del carattere, franco e benefico: l'integerrimo ed imparziale sistema d'amministrazione, gli conciliarono la stima e l'affetto di quanti l'avvicinarono. È perciò unanime, quanto profondo, il sentimento di dolore per la fatale perdita. Cittadini, voi che più d'appresso apprezzaste le doti eminenti, che adornarono il defunto capo della provincia, non tralascerete di attestare la vostra ammirazione ed il vostro dolore, intervenendo numerosi all'accompagnamento della salma che muoverà dalla prefettura domani alle ore 10 a.m. ed alle solenni esequie, che in onore di lui avranno luogo in questo duomo giovedì 31 volgente all'ora medesima" - "Dato dal Palazzo di Città, 29 marzo 1881. Il sindaco - F. Plutino"F. Plutino, par. 20, 21, 22

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • F. Lamponi, ms. 949, lettere a Giuseppe Neroni Cancelli, Biblioteca comunale di Macerata “Mozzi - Borgetti”
  • F. Lamponi, "A sua eccellenza reverendissima monsignor Niccola Belletti ... gli alunni del pio istituto celebrando un'accademia poetica e istrumentale sotto la direzione di don Luigi Fabbri", Foligno, Tip. Tomassini, 1845
  • F. Lamponi, "La fidanzata dell'esule: fantasia", Ripatransone, Tip. vescovile e comunale Jaffei, 1846
  • F. Lamponi, "Sull'ordinamento della Repubblica - ragionamenti di C. C. Sallustio; dalla latina lingua nella volgare recati per Filippo Lamponi", Camerino, Tip. Anacleto Sarti, 1847
  • F. Lamponi, "Elogio storico del cavaliere Giuseppe Neroni Cancelli", Firenze, Tip. Barbera, Bianchi & C., 1858
  • L. Mannocchi e F. Catini, "Nobili figure del nostro Risorgimento nazionale in Provincia di Fermo 1821 - 1870", Capodarco Fermano Edizioni, 2011
  • M. Missori, "Governi, alte cariche dello Stato, alti Magistrati e Prefetti del Regno d'Italia", Roma 1989, Ministero per i Beni Culturali e Ambientali - Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Tipografia Edigraf:ISBN 88-7125-004-4 Estratto Sussidi, 2 (PDF), su archivi.beniculturali.it. URL consultato il 14 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2012).
  • G. Nepi - G. Settimi, "Storia del Comune di Santa Vittoria in Matenano - Monastero Presidato Comune", Camerino, Stab. Tip. Succ. Savini - Mercuri, 1977
  • F. Plutino, "Il Marchese Lamponi", articolo del Sindaco di Reggio Calabria su "L'Avvenire - Gazzettino di Reggio Calabria, del 30 marzo 1881 - anno III - n. 13", ms. 964, I, Lamponi Filippo - cc. 2, Biblioteca Comunale di Macerata “Mozzi - Borgetti”, p. 317 inventario dei manoscritti
  • G. Santoncini, "L'unificazione nazionale nelle Marche. L'attività del regio commissario generale straordinario Lorenzo Valerio, 12 settembre 1860 - 18 gennaio 1861", Giuffré, Milano 2008
  • G. Settimi, "Tra gli entusiasmi del risorgimento", Archivio Storico Arcivescovile di Fermo (ASAF), fondo Crocetti, carte Settimi, collocazione n. 1450 in 91 - Filippo Lamponi – pp. 1–5
  • M. Severini,"Macerata e l'Unità d'Italia", Milano, ed. Codex, 2010, Collana Storia Italiana
  • G. Spadoni, appunto autografo ms. 964, I, Lamponi Filippo - cc. 1, Biblioteca Comunale di Macerata “Mozzi - Borgetti”, p. 317 inventario dei manoscritti
  • G. Spadoni, "La città e la provincia di Macerata dalla primavera al novembre 1860", Tip. P. Colcerasa, Macerata, 1910
  • Protocollo della Repubblica Romana, collezione degli Atti Indirizzi e Proteste trasmesse all'Assemblea ed al Governo dopo l'invasione francese, Roma, Tipografia Nazionale, 1849

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]