Fiat Impresit

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Fiat Impresit
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1929
Chiusura1996
Settorecostruzioni

Fiat Impresit S.p.A. era una azienda italiana che operava nel settore dell'ingegneria civile. Era parte del gruppo Fiat.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'azienda nasce nel 1929 per la costruzione di grandi opere di ingegneria civile e di fabbriche.[2]

Nell'ambito di un processo di internazionalizzazione, nel 1955 con le ditte Girola, Lodigiani e Torno (il patto GILT) ottiene i lavori per la diga di Kariba, terminata la quale, senza più la Torno, costituisce con Girola e Lodigiani la Impregilo.[3]

Nel 1982 l'azienda (come Cogefar-Impresit) è stata coinvolta nella cosiddetta operazione "Terra Bruciata" (Tierra Arrasada), operazione per cui furono causati migliaia di morti in Guatemala tra i popoli maya che manifestavano contro le costruzioni volute dall'azienda italiana.[4].

Nel 1989 acquista Cogefar e si fonde con essa, creando Cogefar Impresit.

Nel 1995 Fiat Impresit si concentra sul settore dell'ingegneria e dell'impiantistica, infatti nel 1995 acquista Italimpianti e Sfisa, holding del settore autostradale. La ribattezza Siway S.p.A. ed eredita le partecipazioni in Autostrada dei Fiori S.p.A. (25%), Salt S.p.A. (40.73%) e Sara S.p.A. (27.04%), più altre partecipazioni che portavano a 600 i chilometri gestiti da Siway[5][6][7]. Nel 1996 Siway viene venduta ad ASTM S.p.A.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Profili societari: Fiat, su BorsaFlash (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2007).
  2. ^ Fiat: cronologia 1899 - 1932, su Museo Auto (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2007).
  3. ^ Dizionario biografico Treccani, su treccani.it.
  4. ^ Fatti e misfatti Enel in Guatemala « il Blog di Daniele Barbieri & altr*
  5. ^ Articolo del Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere.it.
  6. ^ Articolo del Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere.it.
  7. ^ Copia archiviata (PDF), su unitus.it. URL consultato il 7 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2011).
  8. ^ Autorità Antitrust

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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