Ferberite

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Ferberite
Classificazione Strunz4.DB.30
Formula chimicaFe2+WO4
Proprietà cristallografiche
Sistema cristallinomonoclino
Gruppo puntuale2/m
Gruppo spazialeP 2/c
Proprietà fisiche
Densità7,14-7,54 g/cm³
Durezza (Mohs)5-5,5
Sfaldaturaperfetta
Fratturairregolare
Coloremarrone ocra, marrone scuro, nero
Lucentezzasubmetallica grassa
Diffusionecomune
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

La ferberite è un minerale, un tungstato di ferro, che fu scoperto nel 1863 nella Sierra Almagrera, in Spagna, e prende il nome del suo scopritore: Moritz Rudolph Ferber (1805-1875). È il primo termine della serie isomorfa a miscibilità totale ferberite-hubnerite detta anche Wolframite (Fe, Mn)WO4 , dall’antico nome del tungsteno (W, wolframio).

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

Cristalli lievemente tabulari a facce verticali striate, o prismatici, secondo il pinacoide [100]. A volte aciculari, raggiati o grossolani. La Ferberite è inserita in una serie isomorfa di cristalli misti che ha come termini estremi la ferberite FeWO4 e la Hubnerite MnWO4.[1]

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

Le zone di ritrovamento: Panasqueira in Portogallo, Zinnwald in Germania, Pasto Bueno e Mundo Nuevo in Perù, Tong Wha e Taehwa in Corea, a Boulder Country in Colorado (U.S.A.), nella Cina meridionale (Nan ling) e Yaogangxian nello Hunan.[2] In Italia è rara; è stata segnalata a Traversella e nelle miniere della Sardegna.[3]

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

Si ritrova nei graniti, nelle pegmatiti, nei filoni pneumatolitici (greisen) e idrotermali. Si presenta associata a tormalina, cassiterite, topazio, quarzo, miche litifere, fluorite, apatite, arsenopirite e molibnedite. Nelle vene idrotermali si rinviene associata a pirite e pirrotite.[4]

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Minerale utile per l’estrazione del ferro e del tungsteno (acciai speciali), filamento delle vecchie lampadine elettriche, attrezzi di perforazione, ma anche di interesse scientifico e collezionistico.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ”R. Hochleitner, Guida ai minerali, Ricca editore, Roma, 2017”
  2. ^ ” Mindat.org “
  3. ^ ” Ole Johnsen, guida ai minerali del mondo, Zanichelli, Bologna, 2006
  4. ^ ”A. Mottana, R. Crespi, G. Liborio, Minerali e rocce, Mondadori, Milano, 2009”

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Webmin, su webmineral.com.
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