Favole del tramonto

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Favole del tramonto
AutoreAndrea Camilleri
1ª ed. originale2000
Generefavole
Sottogenerelibro illustrato
Lingua originaleitaliano
(LA)

«Nunc, fabularum cur sit inventum genus,
brevi docebo. Servitus obnoxia,
quia quae volebat non audebat dicere,
affectus proprios in fabellas transtulit,
calumniamque fictis elusit iocis.»

(IT)

«Ora perché sia nato della favola il genere
in breve ti spiegherò. La schiavitù, ai padroni soggetta,
non osando dire ciò che avrebbe voluto,
traspose le sue opinioni in brevi favole, ricorrendo, per schivare
le accuse di calunnia, a scherzose invenzioni.»

Favole del tramonto è un'opera di Andrea Camilleri pubblicata nell'anno 2000 dalle Edizioni dell'Altana. Il libro contiene una serie di illustrazioni di Angelo Canevari non attinenti propriamente al testo ma che si aggiungono autonomamente ad esso con una mera funzione di abbellimento estetico.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Racconta Camilleri che, benché ormai felicemente nonno, ha cominciato a scrivere favole, non per i suoi nipoti, ma in seguito ad una richiesta di una cooperativa di carcerati ed ex detenuti per i quali compose una prima favola: "La magarìa".[1]

«...In un certo senso ci pigliai gusto e così, di tanto in tanto, mi capita di comporne qualcuna. Perché il titolo Favole del tramonto? È un titolo in qualche modo suggerito da Vittorio Alfieri il quale, a proposito di certe sue ultime cose, scriveva che erano suggerite dall'umor nero del tramonto. Tramonto della vita, beninteso.»

Favole per adulti intinte in un "umor nero" che in Camilleri, attraverso la metafora dei racconti fiabeschi, come ad esempio in quelli che hanno per protagonista il "Cavaliere", si traduce in amare considerazioni sulla condizione umana travagliata dalle ingiustizie sociali e dalla sopraffazione del potere.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Questa favola è stata riscritta da Camilleri e pubblicata su l'Unità, 18 dicembre 2005 al fine di adattarla alla versione in musica di Marco Betta.
  2. ^ Con 15 immagini di Angelo Canevari.
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