Ankou

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Scultura raffigurante l’Ankou
Disegno in silhouette dell'Ankou
Raffigurazione dell'Ankou nell'ossario del complesso parrocchiale di Ploudiry

Ankou o Ankoù è, nella mitologia bretone, la personificazione della morte, personaggio principale[1] di riti e leggende, rappresentato come uno scheletro con una falce.[1][2][3]

Fa da "traghettatore" nel mondo dei morti, a cui si giunge attraverso una porta localizzata a Yeun Ellez, nei Monts d'Arrée.[1][2][3][4]

In Bretagna, si ritrova spesso raffigurata anche negli ossari e nei calvari, all'interno degli enclos paroissiaux, i complessi parrocchiali recintati del XVIXVII secolo.[1][2][3][5].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Ankou viene rappresentato come uno scheletro con una falce ed una pala in mano e, spesso, con un cappello a larghe falde[3]: se lo si incontra o se si avverte la sua presenza, significa che si sta per morire[1][2][3][4].

Si dice che guidi, in sella ad un cavallo, un carro scricchiolante, ed appaia come il “cocchiere della morte” a coloro che moriranno entro l'anno; oppure che vaghi su una barca (la "barca dei defunti") e che, per questo, sia sconsigliabile navigare nei pressi delle coste dopo il tramonto, perché si potrebbe incontrarlo.[1][3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

La parola ankou deriva probabilmente dal termine bretone ankounac'h, che significa “dimenticanza” (bret. (bret. koun “memoria”, preceduto dal suffisso negativo an-; cfr. gallese: angof). Viene inoltre collegato a termini che significano “angoscia”, “paura”, come lat. angustia, fr. angoisse, ingl. angst (= "ansia"), ted. Angst (= "paura").[6]

Leggende[modifica | modifica wikitesto]

La leggenda di Fanch ar Floch e l'Ankou[modifica | modifica wikitesto]

In una leggenda[2][3], si racconta che, la sera di Natale, un artigiano di nome Fanch ar Floch fosse impossibilitato ad accompagnare la moglie e i figli a messa, perché oberato dal troppo lavoro, e decise di attenderli per il momento dell'Elevazione.

Ma quando scoccò l'ora dell'Elevazione, Fanch ar Floch stava ancora lavorando e, in quel momento, si presentò anche un tizio con un cappello a larghe falde (Ankou), che aveva una falce da far riparare.

Una volta che Fanch ar Floch, ebbe riparato la falce allo sconosciuto, quest'ultimo gli disse poi di andare a coricarsi, dopo aver avvisato la moglie di cercare un prete: al canto del gallo, Fanch ar Floch morì per aver riparato la falce di Ankou durante l'Elevazione.

Modi di dire legati ad Ankou[modifica | modifica wikitesto]

  • "Non essere ancora pronto per l'Ankou", ovvero "non essere ancora pronto per morire"[3]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Condé Nast Traveller – Bretagna, Edizioni Condé Nast, Milano, marzo 2005, p. 115
  2. ^ a b c d e Lantos, Giuseppe Ivan, "Spade, scheletri, fontane magiche", in: Meridiani – Bretagna, Editoriale Domus Milano, settembre – Novembre 2009, Anno XXII, Nr. 181, p. 49
  3. ^ a b c d e f g h CelticPedia: La leggenda dell'Ankou Archiviato il 25 ottobre 2007 in Internet Archive.
  4. ^ a b Tell Me a Story: Ankou
  5. ^ Bretagna Vacanze – Sito Ufficiale del Turismo in Bretagna: Il circuito dei complessi parrocchiali[collegamento interrotto]
  6. ^ Forum.Word Reference – Celtic Languages: The Root Ank-

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]