Esplosione di Pagliari

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Esplosione di Pagliari
esplosione
Data3 luglio 1916
LuogoMolo Pagliari, Spezia
StatoBandiera dell'Italia Italia
Coordinate44°06′09.78″N 9°51′26.28″E / 44.102718°N 9.857301°E44.102718; 9.857301
CausaEsplosione di un vagone carico di munizioni.
Conseguenze
Morti281 circa

L'esplosione di Pagliari avvenne il 3 luglio 1916 presso il pontile della Pirelli nel porto della Spezia quando un vagone carico di esplosivo saltò per aria. Nella sciagura si stima siano perite circa 281 persone, sebbene questo dato non possa essere definito con maggiore precisione a causa delle condizioni dei resti di numerose vittime che ne impedì l'identificazione.

I fatti[modifica | modifica wikitesto]

Il pomeriggio del 3 luglio 1916 sul molo Pagliari erano in corso le operazioni di carico su un convoglio ferroviario di una partita di munizioni appena sbarcate dalla nave Clio[1]. Improvvisamente da una delle carrozze, carica di razzi e mortaretti, iniziò ad uscire del fumo. Lanciato l'allarme i marinai, privi di strumenti atti allo spegnimento, abbandonarono il pontile. Immediatamente vennero attivate le misure d'emergenza e la Clio fu fatta allontanare. Le redini delle operazioni di messa in sicurezza dell'area vennero prese dal capitano di corvetta Lorenzo Gandolfo il quale dapprima fece arrivare una locomotiva che agganciò cinque vagoni carichi di esplosivo portandoli lontano dal molo[1]. L'ufficiale poi fece arrivare un centinaio di uomini tra marinai e soldati e organizzò una catena umana che, con rudimentali secchi fatti di panni di tela, tentò di spegnere il principio d'incendio. A rendere ancora più pericolosa la situazione vi era il fatto che allora il pontile fosse situato in una zona balneare piena di bagnanti che si erano recati al mare per sfuggire alla calura.

Dal momento che l'incendio non si appagava Gandolfo provò un tentativo disperato ordinando al centinaio di uomini impiegato nell'operazione di soccorso di spingere i tre vagoni in mare. La scelta dell'ufficiale fu dettata dal fatto che in zona non vi fosse disponibile un'altra locomotrice. Anche questo tentativo andò a vuoto poiché il paraurti alla fine del molo resistette all'impatto con le carrozze. Pochi istanti dopo si scatenò una violentissima esplosione che travolse qualunque cosa o persona si trovasse nella zona.

Le centinaia di militari e marinai impiegati nell'operazione di salvataggio finirono dilaniati dall'esplosione, altri ancora vennero invece scagliati dall'onda d'urto in mare, sugli alberi e persino sui tetti delle case vicine. Tra le vittime si contarono anche centinaia di civili dal momento che molti bagnanti curiosi si erano assiepati incuranti del pericolo loro segnalato dai soccorritori[1]. A peggiorare il bilancio vi fu anche il passaggio, al momento della deflagrazione, di un tram carico di passeggeri. L'esplosione, che sconvolse la zona di Pagliari, fu avvertita in tutta Spezia e nei dintorni. La popolazione allarmata scese in strada da dove poté scorgere una nuvola nera alzarsi in cielo. Immediatamente partirono i soccorsi per la zona del disastro.

Dal momento che l'Italia era impegnata nella prima guerra mondiale la censura militare intervenne immediatamente limitando la diffusione di notizie e dettagli. Le stesse cause dell'esplosione vennero prontamente attribuite dalle gerarchie militari ad un incidente facendo così abortire ogni sospetto di sabotaggio nemico.

Il 5 luglio successivo si celebrarono a Spezia le solenni esequie delle vittime della tragedia di Pagliari[2].

Monumenti ed omaggi[modifica | modifica wikitesto]

Il 3 luglio 1929 fu inaugurato un monumento funebre alle vittime di Pagliari nel cimitero dei Boschetti di Spezia[3]. Il capitano di corvetta Gandolfo, perito nell'esplosione, fu insignito della medaglia d'oro al valor militare. Numerosi soldati e marinai che parteciparono ai soccorsi furono decorati con la medaglia d'argento o di bronzo al valor militare.

Note[modifica | modifica wikitesto]