Escadre d'évolution

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Una Escadre d'évolution è una squadriglia di navi da guerra della Marina francese in crociera in tempo di pace allo scopo di addestrare l'equipaggio e gli allievi ufficiali[1][2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Marina francese iniziò a organizzare Escadre d'évolution fin dalla sua creazione. L'ammiraglio Tourville condusse tali esercitazioni durante il XVII secolo[2].

La pratica cadde in disuso a causa delle guerre e della mancanza di fondi. Durante il regno di Luigi XVI, la Marina ripristinò la pratica con du Chaffault de Besné e d'Orvilliers[2]. Nel 1772, d'Orvilliers navigò per diverse settimane al largo delle coste francesi, con la sua bandiera sulla nave da 64 cannoni Alexandre[3][4]. Du Chaffault de Besné era capitano della nave da 50 cannoni Fier[5] e della squadra faceva parte anche la fregata Aurore[6]. Il ministro d'Alby rese annuali queste crociere[4].

Luigi XVI in visita a Cherbourg nel 1786, di Louis-Philippe Crépin

Nel 1775 de Guichen condusse le proprie esercitazioni salpando da Brest[7] con una divisione di 12 navi, comprendente quattro fregate, cinque corvette, un lugger e due cutter e 1885 uomini, con la sua bandiera sulla fregata da 36 cannoni Terpsichore[4]. L'8 settembre 1775 la squadra di addestramento di de Guichen apparve all'orizzonte e appena due ore dopo era già in porto: l'evento sconvolse d'Alby, che osservò che le difese di Brest non avrebbero mai potuto essere presidiate in così poco tempo e che quindi dovevano essere rinforzate e mantenute in costante stato di allerta, anche in tempo di pace[8].

Nel 1776 d'Alby aumentò la forza dell'Escadre d'évolution a 17 navi, tra cui tre navi di linea, sette fregate, cinque corvette e due cutter[9]. La squadra era organizzata in tre divisioni, ognuna comandata da uno chef d'escadre con la propria bandiera su una nave di linea: du Chaffault de Besné, che teneva esercitazioni salpando da Brest[10], sulla nave da 74 cannoni Zodiaque; d'Abon sulla nave da 64 cannoni Provence; il Duca di Chartres sulla nave da 64 cannoni Solitaire. A partire dal 10 maggio 1776 la squadra condusse una crociera di quattro mesi tra Ouessant e Capo Finisterre con un equipaggio 3.705 uomini – meno che in tempo di guerra, ma sensibilmente più del normale organico in tempo di pace[11]. La fregata Diligente, al comando del tenente d'Amblimont, prese parte alle esercitazioni[12].

L'addestramento in mare riprese dopo la guerra d'indipendenza americana e la guerra anglo-francese del 1778-1783. Quando nell'aprile del 1786 Luigi XVI visitò l'arsenale di Cherbourg per celebrare il completamento di una diga marittima, l'Escadre d'évolution tenne una parata navale e una naumachia sotto la guida dello chef d'escadre de Rions, con la sua bandiera sulla nave da 74 cannoni Patriote[13].

Le guerre rivoluzionarie francesi e le guerre napoleoniche fecero dare nuovamente in disuso le crociere di addestramento per molti anni. Negli anni 1840 la pratica fu reintrodotta sotto l'impulso di ufficiali come Lalande[14]

La United States Navy[15] e la Marinha do Brasil avevano una Escadre d'évolution alla fine del XIX secolo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vocabulaire de marine en trois langues, 1813, vol. 2, p.91.
  2. ^ a b c Vergé-Franceschi, 2002, p. 557.
  3. ^ Archives nationales, 2011, p. 189.
  4. ^ a b c Lacour-Gayet, 1905, p. 72.
  5. ^ Taillemite, 2002, p. 149.
  6. ^ Roche, 2005, p. 58.
  7. ^ Archives nationales, 2011, pp. 198-200.
  8. ^ Lacour-Gayet, 1905, p. 25.
  9. ^ Lacour-Gayet, 1905 p. 79.
  10. ^ Archives nationales, 2011, p. 202.
  11. ^ Lacour-Gayet, 1905, pr. 80-81.
  12. ^ Roche, 2005, p. 152.
  13. ^ Lacour-Gayet, 1905, p. 589.
  14. ^ Taillemite, 2002, pp. 294—295.
  15. ^ Rentfrow, 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Vocabulaire de marine en trois langues, vol. 2, Milano, Stamperia Reale, 1813.
  • (FR) Georges Lacour-Gayet, La marine militaire de la France sous le règne de Louis XVI, Parigi, Honoré Champion, 1905.
  • (EN) James C. Rentfrow, Home Squadron: The U.S. Navy on the North Atlantic Station, Annapolis, Maryland, Naval Institute Press, 2014.
  • (FR) Jean-Michel Roche, Dictionnaire des bâtiments de la flotte de guerre française de Colbert à nos jours 1 1671 - 1870, 2005.
  • (FR) Étienne Taillemite, Dictionnaire des Marins français, Tallandier, 2002.
  • (FR) Onésime-Joachim Troude, Batailles navales de la France, vol. 2, Challamel aîné, 1867.
  • (FR) Michel Vergé-Franceschi, Dictionnaire d'Histoire maritime, Parigi, Robert Laffont, 2002.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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