Egidio Grego

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Egidio Grego
NascitaOrsera, 23 gennaio 1894
MorteJesolo, 23 novembre 1917
Cause della morteabbattimento in volo
Luogo di sepolturaCimitero di Orsera
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Regio Esercito
CorpoServizio Aeronautico
Reparto253ª Squadriglia
Anni di servizio1915-1917
GradoCapitano pilota
Guerreprima guerra mondiale
DecorazioniMedaglie d'argento al valor militare (3)
Medaglia di bronzo al valor militare
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Egidio Grego (Orsera, 23 gennaio 1894Jesolo, 23 novembre 1917) è stato un militare e aviatore italiano, insignito di quattro medaglie al valor militare di cui due d'argento.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato in una famiglia italiana nella cittadina istriana di Orsera, nel 1894, allo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914 viene chiamato alle armi dall'esercito austro-ungarico, e destinato alla scuola allievi ufficiali a Gorizia. Quando l'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria il 24 maggio 1915, Grego disertò il reparto e, assieme al cugino Ernesto Gramaticopulo, attraversò a nuoto la frontiera italo-austriaca sullo Judrio. Una volta raggiunta Bologna si arruolò nel Regio Esercito e per questioni di sicurezza modificò il suo nome. Inquadrato nel 35º reggimento fanteria della Brigata "Pistoia", nel luglio 1915, durante la prima battaglia dell'Isonzo, Grego combatté sulla testa di ponte austriaca del Podgora guadagnandosi una medaglia di bronzo al valore. Fu così promosso ufficiale e trasferito al 74º Reggimento fanteria "Lombardia". Nel giugno dell'anno seguente Grego guidò un reparto di mitraglieri durante l'offensiva austro-ungarica sull'Altopiano di Asiago. In quest'occasione fu fatto prigioniero e, pur non essendo stato riconosciuto, riuscì ad evadere e ritornare sulle linee italiane. Nel luglio dello stesso anno riuscì a farsi inquadrare come osservatore nella 253ª Squadriglia della neonata aviazione militare italiana.

Nella primavera 1917 è Tenente osservatore della 253ª Squadriglia. Il 2 maggio 2 Macchi L.3 (su cui vi era anche Grego) lanciano bombe vicino a San Sabba di Trieste. Il 25 maggio il Macchi del 2° Capo timoniere Luigi Zoni e di Grego, impegnato nella scorta del Motoscafo armato silurante (MAS) del Tenente di vascello Luigi Rizzo (che il 10 giugno 1918 affonda su MAS 15 lo SMS Szent István), costringe ad ammarare un idro tipo A, che lo aveva attaccato a 7 miglia ad est di Muggia, nel porto di Trieste.[1] Il 23 settembre il Macchi del volontario motonauta pilota Giovanni Ravelli e Grego viene attaccato da due idrocaccia Oeffag H FB (A-11), tra cui vi era l'asso Gottfried von Banfield e con il motore colpito riesce a tornare a Grado.[2]

Dopo Caporetto, partecipa alla difesa del Piave, dove troverà la morte il 23 novembre 1917 abbattuto in un duello aereo dall'Albatros D.III di Franz Gräser, asso dell'aviazione con 18 abbattimenti.

Ricordi postumi[modifica | modifica wikitesto]

  • L'Aeroporto di Gorizia, per qualche anno, fino al 1942, fu intitolato alla sua persona.
  • A Grado, gli è stata dedicata una via.
  • Nel 2015, è stato pubblicato il libro Egidio Grego e le stazioni idrovolanti di Grado scritto da Giorgio Storni.
  • Il nucleo di Jesolo dell'Associazione Arma Aeronautica porta il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Non ancora pilota, in una grave contingenza pilotava un idrovolante portandolo in salvo; preso il brevetto, iniziava con entusiasmo il nuovo servizio. Nel compimento di una missione, attaccato da un velivolo da caccia nemico precipitava coll'apparecchio in fiamme, chiudendo così una vita di valore, dedicata alle sue aspirazioni di italiano irredento. Fra Piave e Sile, 23 novembre 1917.»
— 5 maggio 1918
Medaglia d'argento al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Osservatore di idrovolante, compiva numerose missioni in paraggi pericolosissimi, stante l'efficace difesa nemica. Partito per bombardare navi a Trieste, e sapendo già che si trovavano in quota, all'agguato, apparecchi da caccia austriaci, noncurante del pericolo, assolveva il suo compito e inseguiva un apparecchio avversario fino su territorio nemico, danneggiandolo e abbattendolo solamente quando, per il sopraggiungere di altri due apparecchi, dovette combatterli, riuscendo a difendersi mirabilmente. In una ricognizione mitragliò presso Trieste, a 500 metri di quota, una torpediniera nemica facendola fuggire e abbandonandola al giungere di due apparecchi da caccia, coi quali impegnava combattimento, rimanendo colpito nell'apparecchio e nel motore. Trieste agosto-settembre; Golfo di Trieste, I settembre; Costa Istriana 23 settembre 1917.»
— 5 maggio 1918
Medaglia di bronzo al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Osservatore di idrovolante durante un'azione di bombardamento aereo, eseguita in pieno giorno in mezzo al fuoco di numerose artiglierie, dette prova di calma e di ardimento. Trieste, 15 agosto 1916.»
— 27 agosto 1916
Medaglia di bronzo al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontariamente fece parte di un drappello, che operò, più volte, la distruzione dei reticolati nemici. Il giorno successivo fu tra i valorosi che ripetettero l'operazione e, durante l'avanzata che ne seguì, fu sempre in prima linea, comportandosi coraggiosamente fino al termine dell'azione. Podgora 18-19 luglio 1915.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 369
  2. ^ I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999 pag. 371

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]