Eccidio delle Fosse del Natisone

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Eccidio delle Fosse del Natisone
eccidio
Tipotorture e fucilazioni
Datadopo l'8 settembre 1943
LuogoFosse del Natisone - Cividale del Friuli, (Udine)
StatoBandiera dell'Italia Italia
Coordinate46°05′26.82″N 13°25′44.07″E / 46.090783°N 13.428909°E46.090783; 13.428909
Obiettivocivili
Responsabili24. Waffen-Gebirgs-(Karstjäger-) Division der SS
Motivazionerepressione
Conseguenze
Morti66 civili

Eccidio delle Fosse del Natisone[1] è stata la più grave strage dei 29 episodi violenti avvenuti dopo l'armistizio di Cassibile nella zona di Udine in località Cividale del Friuli lungo il fiume Natisone.

Contesto bellico[modifica | modifica wikitesto]

Il 1° contingente di soldati tedeschi giunse a Cividale del Friuli il 14 settembre del 1943, dopo soli 4 giorni il proclama di Hitler che con un'ordinanza annunciava l’istituzione e l’annessione di due nuovi distretti posti nelle regioni nord orientali dell’Italia al Terzo Reich. L'OZAV o zona d'operazioni delle Prealpi, acronimo di Operationszone Alpenvorland era compresa nelle province di Trento, Bolzano e Belluno; l'OZAK, ovvero zona d'operazioni del Litorale adriatico e acronimo di Operationszone Adriatisches Küstenland invece, si concentrava tra le province di Gorizia, Udine, Trieste, Fiume, Pola, Lubiana e le Isole Quarnerine (Cherso, Lussino e Veglia).

L'eccidio[modifica | modifica wikitesto]

Dopo che il territorio fu sottratto al controllo della Repubblica Sociale Italiana, la caserma Principe di Piemonte[2] situata in via Udine, fu confiscata dai tedeschi che subito vi stabilirono il loro Comando. Il luogo diventò presto un centro di repressione dell’attività resistenziale molto attivo nella zona. Dentro la caserma furono torturate e assassinate decine di persone, senza alcuna traccia di processo. I cadaveri vennero gettati nel Natisone, che scorre lungo uno dei muri esterni della caserma.
Poco dopo la liberazione si disseppellirono 113 corpi lungo gli argini del fiume, tra cui partigiani, soldati e civili, fucilati dai tedeschi della 24. Waffen-Gebirgs-Division der SS[3].
Di queste 113 persone solo 21 furono identificate. Non si è al corrente neanche del numero totale delle vittime, oltre quelle ritrovate nelle fosse del Natisone, tristemente citate dagli abitanti in dialetto friulano come ciamp des verzis[4]. Si registrarono inoltre: 5 civili, tra cui una donna russa; 1 militare alpino e 1 partigiano; 19 militari calmucchi; 7 dei partigiani giustiziati il 18 dicembre del 1944. Gli altri 66 morti rinvenuti non furono mai identificati. Non è da escludere che fra le salme rinvenute alle Fosse del Natisone vi siano state anche persone di altre stragi compiute dai nazifasciti nel territorio di Cividale del Friuli.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fosse del Natisone Cividale data imprecisata - (Udine - Friuli-Venezia Giulia), su straginazifasciste.it. URL consultato il 18 giugno 2021.
  2. ^ Monumento ai Martiri delle Fosse del Natisone, su comune.cividale-del-friuli.ud.it. URL consultato il 18 giugno 2021.
  3. ^ Nicola Guerra, I volontari italiani nelle Waffen-SS: pensiero politico, formazione culturale e motivazioni al volontariato, Chieti, Solfanelli, 2014, OCLC 884276298.
  4. ^ Marco Pirina, Udine 1943-1945 la "Lunga notte" nella Provincia: caduti, storie, testimonianze e documenti, Pordenone, Centro Studi e Ricerche Storiche "Silentes Loquimur", 1998, OCLC 441323657.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Giampaolo Gallo, La resistenza in Friuli : 1943-1945, Udine, Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, 1988, OCLC 799825288. Marco Gasparini e Claudio Razeto, 1945 - Il giorno dopo la Liberazione, Roma, Castelvecchi, 2015, OCLC 1105365139.