Dottrina Powell

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Colin Powell al Forum economico mondiale del 2003.

La dottrina Powell è un termine giornalistico, che prende il nome dal generale Colin Powell, futuro segretario di Stato con George W. Bush, creata tra il 1990 e il 1991 durante la prima guerra del Golfo. È basata in larga parte sulla dottrina Weinberger, ideata da Caspar Weinberger, ex-segretario della difesa ed ex-superiore di Powell. La dottrina enfatizza gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti con l'uso di forze di terra e ampio supporto dell'opinione pubblica.[1]

[modifica | modifica wikitesto]

La dottrina Powell consta di una lista di domande che necessitano tutte di una risposta affermativa prima che un'azione militare sia intrapresa dagli Stati Uniti:

  1. È minacciato un interesse di sicurezza nazionale?
  2. Abbiamo un obiettivo fattibile?
  3. Abbiamo fatto un'analisi completa dei costi-benefici?
  4. Abbiamo utilizzato tutte le altre politiche non violente a nostra disposizione?
  5. Vi è un piano di uscita per evitare coinvolgimenti bellici infiniti?
  6. Sono state considerate tutte le conseguenze delle nostre azioni?
  7. Quest'azione è supportata dai cittadini americani?
  8. Abbiamo un ampio supporto internazionale?[2]

Come disse Powell il 1º aprile 2009, intervistato su The Rachel Maddow Show, nella sua omonima dottrina sono presentate delle domande esaustive su tutte le dimensioni nazionali, quali politica, economia e diplomazia. Se a tutte le risposte si risponde affermativamente, è possibile ricorrere alla forza militare. Powell ha anche asserito che quando una nazione sta per intraprendere una guerra, ogni risorsa e strumento dovrebbe essere usato per raggiungere la forza necessaria per sconfiggere l'avversario, minimizzare i caduti e finire il conflitto rapidamente costringendo il nemico a capitolare.[3]

Analisi e commento[modifica | modifica wikitesto]

La dottrina Powell è stata considerata come una eredità della guerra di Corea e della guerra in Vietnam, del dibattito tra i fautori di un'astinenza dalla guerra da parte degli Stati Uniti da una parte e i fautori di guerre limitate e chirurgiche dall'altra ed infine dei Sei Punti di Weinberger, descritti nel suo discorso del 1984 "The Uses of Military Power".[4] È stata usata per confrontare la guerra del Vietnam, la prima guerra del Golfo e la guerra in Iraq.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Jonathan Monten e Andrew Bennett, Models of Crisis Decision Making and the 1990–91 Gulf War, in Security Studies, vol. 19, 2010, pp. 486–520, DOI:10.1080/09636412.2010.505129.
  2. ^ Doug DuBrin, The Powell Doctrine: Background, Application and Critical Analysis, su pbs.org, NewsHour Extra, 2003. URL consultato il 19 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2013).
  3. ^ Rachel Maddow, "Colin Powell Talks Rachel Maddow", MSNBC, 1 April 2009.
  4. ^ Weinberger's Six Tests. URL consultato il 21 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2013).
  5. ^ DWSUF, Is Iraq like Vietnam? Lessons learned, su dailykos.com, Daily Kos, 8 settembre 2007. URL consultato il 19 aprile 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Heiko Meiertöns: The Doctrines of US Security Policy: An Evaluation under International Law, Cambridge University Press (2010), ISBN 978-0-521-76648-7978-0-521-76648-7.
  • Christopher D. O'Sullivan, Colin Powell: American Power and Intervention From Vietnam to Iraq, New York: Rowman and Littlefield Publishers, (2009)
  • "U.S. Forces: Challenges Ahead." Powell, Colin L. Foreign Affairs; Winter 1992, Vol. 71 Issue 5, 32-45, 14p

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]