Discussione:Uso civico

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Siete sicuri[modifica wikitesto]

che "Questa figura giuridica risale ai primi del '900" e non ad un periodo precedente?!

L'uso civico è sicuramente anteriore. L'autore, probabilmente, vuole riferirsi al fatto che nei primi anni del '900 si è cercato di regolamentarne l'uso con delle leggi. L'attuale disciplina legislativa concernente gli usi civici è, infatti, basata sulla legge di "riordino degli usi civici" n. 1766 del 1927 e sul suo Regolamento approvato con Regio Decreto del 26 febbraio 1928 (sic est scriptum in: http://www.notarlex.it/studi/diritto_pubblico/777.htm)--Crestini 12:59, 26 ago 2006 (CEST)[rispondi]
chiunque abbia competenze necessarie per un migliorameto/ampliamento della voce può liberamente modificarla. --Lucas 03:40, 12 gen 2007 (CET)[rispondi]

Abolizione degli usi civici[modifica wikitesto]

Si è aggiunto un paragrafo, piuttosto lungo, sull'abolizione degli usi civici nell'Italia post unitaria e le sue conseguenze, soprattutto nell'Italia meridionale. In realtà le notizie fornite mi sembrano piuttosto imprecise. Già nel 1792, con una "prammatica" re Ferdinando IV aveva introdotto norme per la valutazione e l'affrancazione degli usi civici e per lo scioglimento delle "promiscuità". Seguirono poi norme emanate nel corso degli anni napoleonici e di Murat, sostanzialmente confermate dopo la Restaurazione, con leggi del 1816 e del 1817. Dal momento che, anche nel sud, gli usi erano sopravvissuti alle leggi abrogative (che sia un bene o un male non c'interessa), dopo l'unificazione erano stati istituiti (nel 1861) dei "commissari ripartitori", che avevano la funzione di procedere alla liquidazione dei demani (non alla loro cancellazione "con un tratto di penna"). Le operazioni procedettero a rilento, tanto che la legge 2248 del 20 febbraio 1865 prorogò "temporaneamente" nelle "Province napoletane e siciliane i procedimenti riguardanti scioglimenti di promiscuità, divisione in massa e suddivisione dei demani comunali, e quelli di reintegra per occupazione o illegittima alienazione dei demani medesimi". Il fatto che gli usi continuarono ad esistere anche ben oltre l'inizio del XX secolo la dice tutta sulla drasticità di queste norme, e su quanto gli usi civici siano stati abrogati dai "governi Savoia" "con un tratto di penna" (però suona bene...) --Duroy 10:52, 31 ott 2007 (CET)[rispondi]

Abolizione usi civici 2[modifica wikitesto]

Dopo aver tentato di modificarlo, trasferisco qui dalla voce il paragrafo a cui ho accennato sopra. A parte il fatto che - lo abbiamo visto - è quantomeno dubbio asserire la cancellazione di questi usi "con un tratto di penna", da una lettura del paragrafo si capisce che, per la maggior parte, non tratta di usi civici. Si parla di una sovrapposizione dei concetti di proprietà/possesso/detenzione (errore da non fare all'esame di diritto civile), che in realtà non risulta tale. In sintesi: gran parte dei terreni meridionali proprietà di latifondisti (il sistema feudale era stato abolito da qualche decennio, anche al sud) erano attribuiti ai contadini mediante enfiteusi. L'enfiteusi è un diritto reale di godimento su cosa altrui, non un uso civico. Tuttora esiste nell'ordinamento italiano, con la possibile durata perpetua e la possibilità per l'enfiteuta (in parole povere, per il contadino) di cederla sia per atto tra vivi (venderla), che per atto di ultima volontà (lasciarla agli eredi per testamento). Nulla vietava di continuare l'enfiteusi, pure nel nuovo Regno. Per i terreni in comune (il 25 % del totale nel meridione) vale il discorso fatto sopra, ossia le università e gli usi civici non vennero cancellati con un tratto di penna. --Duroy 11:38, 31 ott 2007 (CET)[rispondi]


L'abolizione degli usi civici, avvenuta in Italia nel 1860 ad opera del governo Cavour, fu una delle cause scatenanti della guerra civile italiana del 1860-1865, meglio conosciuta col termine di Brigantaggio. Il concetto giuridico di proprieta' piena ed assoluta era stato introdotto in Europa dopo il periodo della Rivoluzione Francese ma non adottato pedissequamente da tutti gli Stati. Alcune Nazioni, quali ad esempio il Regno delle Due Sicilie in Italia, adottavano un regime giuridico della proprieta' misto, che prevedeva sia la possibilita' di una sovrapposizione dei concetti di proprieta'/possesso/detenzione, sia lo sganciamento delle tre fattispecie giuridiche in contratti diversi. In altri termini era possibile che un latifondista fosse titolare della nuda proprieta' di un determinato fondo ma che sul fondo insistessero delle servitu' in favore dei coltivatori del fondo "sine die", cioe' senza scadenza temporale e pagate attraverso il versamento di una parte percentuale dei prodotti del fondo, normalmente in ragione del 10% (le cosiddette decime). La forma piu' diffusa di questa regime promiscuo era l'Enfiteusi perpetua ad meliorandum in cui il titolare dell'enfiteusi poteva trasmettere ai propri eredi il diritto allo sfruttamento del fondo od anche venderlo, rimanendo al proprietario solo il diritto a riscuotere la percentuale del raccolto di spettanza senza la possibilita' di scacciare l'enfiteuta o di influire in alcun modo sulla destinazione d'uso del fondo. Questo sistema creava una particolare struttura dell'assetto agrario: sulla carta i fondi erano proprieta' di una ristretta cerchia di feudatari, nella realta' questi usi promiscui frammentavano la proprieta' terriera in una miriade di appezzamenti piu' piccoli gestiti da famiglie di contadini. Nell'ultimo periodo borbone (1830-1860), l'intera superficie del Regno era strutturata nel seguente modo: circa il 45% delle terre di proprieta' di grandi feudatari ma gravate dagli usi promiscui di cui sopra; circa il 30% delle terre di proprieta' della Chiesa gestite con meccanismi assai simili; circa il 25% di proprieta' delle universita' cioe' del demanio e gravate dall'uso civico classico di cui al paragrafo precedente. La cancellazione con un semplice tratto di penna di questo complesso sistema, che garantiva la sopravvivenza a milioni di contadini meridionali, da parte dei Governi Savoia, e senza l'approntamento di adeguati ammortizzatori sociali, provoco' la rovina e la fame per gran parte di essi che si ribellarono vigorosamente dando vita ad una guerra civile che assunse nel periodo dimensioni gigantesche.

Collegamenti a blog[modifica wikitesto]

Utile la documentazione presente nel sito blogspot, ma i collegamenti esterni non devono essere in linea; tali documenti (leggi ecc.) sarebbero più correttamente da inserire in Wikisource. --Nemo 17:21, 26 giu 2015 (CEST)[rispondi]

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

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