Discussione:Ruhrstahl SD 1400

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Consultando le varie risorse mi sono trovato dinanzi ad una serie di dubbi che vorrei elencare qui per poi riuscire a creare una voce il più possibile precisa.

La questione del nome[modifica wikitesto]

Qui si trova di tutto e di più ma mi sono permesso di fare un redirect per uniformare il termine con altri simili, vedi la Henschel He 263. In un secondo momento ho pure notato che si era già scritto in riferimento alle regole da seguire nei nomi dei missili. Sono contento che la mia decisione non sia tra quelle non tollerate e quindi sono sempre più convinto che la voce meriti questo nome e non "Fritz X". Sarebbe come chiamare la voce Betty invece di scrivere Mitsubishi G4M. Ok, questa la premessa e passiamo ai dubbi:

  • Il nome Ruhrstahl SD 1400 già identifica l'ordigno in questione inequivocabilmente ma, leggendo dall'inglese, non riesco a capire se la SD 1400 fosse una bomba standard della Luftwaffe o se fosse solo un prototipo (o un progetto). Per essere precisi alcune fonti non sono chiare e non capisco se sarebbe più corretto chiamare la nostra SD 1400 X o lasciarla come è scritta.
  • Il peso dell'ordigno l'ho già cambiato nel template per intuizione; se la bomba originale era la 1400 (forse una SC 1400? esisteva?) il peso della nostra non poteva essere circa quello, quindi ho optato per quello che trovate ora. In ogni caso merita un approfondimento.
  • Sul numero di Dornier Do 217 coinvolti nell'attacco alla nave Roma leggo in un caso 6 aerei, in un altro 11 ed infine 12. Qual'è il corretto?


Mi date una mano?--threecharlie 08:40, 24 nov 2007 (CET)[rispondi]

  • Da come dice wiki-en, e se ho capito bene, la SD1400 era la bomba convenzionale standard che poi è stata trasformata.

Per il resto ho trovato questi due link esterni. Vedi se ti possono essere utili. pagina dal sito antarctica-project.com pagina dal sito marina.difesa.it Un saluto. Jetlag 19:12, 3 dic 2007 (CET)[rispondi]

Motore della SD 1400 ?[modifica wikitesto]

Dalle informazioni che ho reperito (es. Heinz J. Nowarra, "German Guided Missiles", Schiffer Military/Aviation History, pagina Wikipedia in inglese) risulta che la SD 1400 non aveva motore. Possedeva solamente un artifizio luminoso (tipo bengala) fissato alla coda, per consentire al puntatore di vedere bene la bomba durante la fase di guida.

Maraz1

Navi affondate[modifica wikitesto]

La HMS Spartan non fu affondata da un SD 1400 ma da un HS 293: http://www.naval-history.net/xGM-Chrono-06CL-Spartan.htm --Alextrade2404 (msg) 11:45, 17 gen 2011 (CET) Ho rimosso la HMS Spartan dalle navi affondate. --Alextrade2404 (msg) 15:19, 27 gen 2011 (CET)[rispondi]


Confermo che l'ordigno Fritz X era privo di propulsione a razzo.


La bomba PC.1400 X, progettata dal dottor Max Kramerm nel settembre 1943 era in dotazione ai velivoli del 3° Gruppo del 100° Stormo Bombardamento (III./KG.100). che l’avevano impiegarono per la prima volta il 23 luglio 1943 contro navi all’ancora nel porto di Siracusa e poi, il 29 agosto, contro unità da guerra britanniche in navigazione presso l’Isola di Alboran, entrambe le volte senza conseguire alcun successo.

Si trattava di una bomba una perforante corazzata di una tonnellata e mezzo, che doveva essere impiegata, di massima, contro bersagli fortemente protetti. Essa corrispondeva all’incirca alla bomba mina da 1400 chili ed aveva una carica di scoppio relativamente piccola, di trecento chili di alto esplosivo.

Per contro, la PC.1400 X, la cui traiettoria in caduta libera poteva essere controllata per mezzo radio dall’aereo che l’aveva sganciata, possedeva un’enorme forza di penetrazione. Tuttavia, partendo d’alto, sulla perpendicolare del bersaglio, poteva essere comandata durante la caduta soltanto in misura limitata (800 metri nella direzione del volo, 400 metri lateralmente).

Francesco Mattesini


LE BOMBE SPECIALI TEDESCHE “Hs.293” e PC.1400/X


La bomba “Hs.293”, progettata dal professor Herbert Wagnes e in dotazione ai velivoli del II./KG.100, costituita da un bomba radio guidata munita di due superfici portanti, era praticamente un piccolo velivolo senza pilota, con un’apertura alare di quattro metri e dal peso di novecento chili, dei quali trecentocinquanta costituiti da esplosivo ad alto potenziale. Azionata da un motore di 2160 hp, utilizzante permanganato potassico, che gli imprimeva una velocità di cinquecento chilometri orari, tale arma rivoluzionaria aveva il vantaggio di poter essere sganciata da una quota di millesettecento metri e a circa sette chilometri dalla nave attaccata; una distanza che permetteva al velivolo “Do.217”, nella versione E2/R10, di guidare l’ordigno, dotato di una visibile codetta luminosa, a mezzo di radiocomando fino all’impatto con il bersaglio prescelto, e quindi di sottrarsi, abbastanza agevolmente, alla difesa contraerea delle navi. Le bombe “Hs.293” furono impiegate per la prima volta il 25 agosto 1943 nel Golfo di Biscaglia, quando una formazione di dodici “Do.217 E5” del II./KG.100, comandata dal capitano pilota Molinus, e scortata da sette caccia pesanti “Ju.88 C” del I./ZG.1, attaccò tre unità di scorta britanniche, danneggiando con colpi caduti vicini allo scafo lo sloop Landeguard. In una successiva azione, portata a compimento il giorno 28 del mese da altri tredici “Do.217” del medesimo gruppo, fu distrutto lo sloop Egret e danneggiato gravemente il cacciatorpediniere canadese Athabaska. Ciò costituì un netto successo della Luftwaffe, perché costrinse all’allontanamento delle unità di scorta britanniche nel Golfo di Biscaglia, dove esse operavano per dare la caccia ai sommergibili tedeschi partenti dalle basi atlantiche della Francia occidentale.

A differenza dell’”Hs.293”, la bomba “PC.1400 X”, progettata dal dottor Max Kramerm e in dotazione ai velivoli del III./KG.100 (che la impiegarono per la prima volta il 23 luglio 1943 contro navi all’ancora nel porto di Siracusa e poi, il 29 agosto, contro unità da guerra britanniche in navigazione presso l’Isola di Alboran, entrambe le volte senza conseguire alcun successo), era una bomba perforante corazzata di una tonnellata e mezzo. Mentre l’impiego della “Hs.293” era previsto contro bersagli scarsamente corazzati, la “PC.1400 X” doveva essere impiegata, di massima, contro bersagli fortemente protetti. Essa corrispondeva all’incirca alla bomba mina da 1400 chili ed aveva una carica di scoppio relativamente piccola, di trecento chili di alto esplosivo. Per contro, la bomba, la cui traiettoria in caduta libera poteva essere controllata per mezzo radio dall’aereo che l’aveva sganciata, possedeva un’enorme forza di penetrazione. Tuttavia, partendo d’alllto, sulla perpendicolare del bersaglio, poteva essere comandata durante la caduta soltanto in misura limitata (± 800 m nella direzione del volo, ± 400 m lateralmente).

Quanto al velivolo Dornier “Do.217 E2/R 10”, che equipaggiava i due gruppi del 100° Stormo Bombardamento, adibiti al trasporto delle due bombe speciali, esso era un bimotore dalla lunga fusoliera, dotato di due motori radiali B.M.W. in grado di erogare 1580 cavalli al decollo e di imprimere una velocità massima di 515 Km/h a seimila metri di quota. Poteva portare fino a quattromila chili di bombe, in parte sistemate in rastrelliere esterne ordinate sotto le ali. Nelle azioni con bombe radiocomandate, gli ordigni, uno o due per velivolo, erano appunto ubicati sotto le ali.


Francesco MATTESINI


Cfr, Francesco Mattesini, La Marina e l’8 Settembre, Ufficio Storico della Marina Militare, 2002.

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

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