Discussione:Qualia

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La parte su Wittgenstein in "comportamentismo logico" era terribile, ho cercato di metterla un po' a posto. Leggo che c'è il timore che questa roba sia copiata -- poveri noi! Bisognerebbe dare una seria ripassata all'originale... ;-) Mi sono limitato a citare il noto ed autorevole Phil. of Mind di Kim. E' vero che anche Fodor sembra scambiare Wittgenstein con Hempel -- ma basta leggere qualunque studio su Wittgenstein (Stern, Goldfarb, McGinn, Schulte) per capire che Wittgenstein ha ben poco a che fare con il comportamentismo logico, del quale si può considerare un acceso critico. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 151.16.49.52 (discussioni · contributi) 17:51, 5 feb 2009 (CET).[rispondi]

--> Buone le considerazioni svolte qui sopra, ma vorrei far presente che ci sono diversi vizi nella forumlazione di questa voce. Anzitutto l'argomento della conoscenza: una prima forumlazione dell'argomento "di Mary" si trova già nel 1982, in un articolo di Jackson dal titolo "Epiphenomenal Qualia" in cui esso è presentato accanto ad altri argomenti, segnatamente: quello modale e il "what-is-it-like-to-be". L'argomento della conoscenza è proprio il primo ad essere citato. Una riprova di quanto affermo è questo passo: "What will happen when Mary is released from her black and white room or is given a colour television monitor?". L'articolo in questione è: Frank Jackson, Epiphenomenal Qualia, in Philosophical Quarterly, n.32, pp.127-136. (Ve ne sono diverse ristampe, p.e. quella in Chalmers (ed.), 2002, alle pp.273-280. E' vero che l'articolo "What Mary didn't know", dell'86, sia la formulazione più incisiva dell'argomento della conoscenza, ma occorre quanto meno citare la sua prima apparizione nell'1982. Vorrei anche suggerire di disporre gli argomenti diacronicamente, suona un po' bizzarro leggere per prima cosa l'argomento della conoscenza e poi il celebre "argomento" di Nagel, che è del 1974. Ancora una nota: le considerazioni di Block di "Troubles with Functionalism" sono citate in maniera decisamente riduttiva, e ne contesto l'inclusione fra gli argomenti a favore dei qualia. Le considerzioni di Block sono rivolte contro il funzionalismo, è vero che Block è un sostenitore dei qualia, ma è anche vero che in QUESTO articolo l'obiettivo non è quello di "dimostrare" i qualia, quanto quello di mettere in luce i difetti del funzionalismo, il fatto che esso ricada negli stessi errori contestati al comportamentismo. Lo si potrebbe leggere, in senso lato, come un argomento a favore dei qualia, ma per come la vedo io ne rappresenta piuttosto una premessa teorica piuttosto che una vera forumlazione. In ogni caso, se proprio dovesse essere incluso esso costituisce piuttosto una rinnovata e più ampia formulazione della critica di Nagel al funzionalismo (e rientrerebbe pertanto nell'argomento del "What is it like to be"). Noto poi la clamorosa assenza di due temi, fra l'altro strettamente correlati tra loro: l'argomento modale (Kripke) e il vuoto esplicativo (Levine)! E faccio presente che senza il vuoto esplicativo buona parte di questa voce viene totalmente esautorata. Manca clamorosamente anche l'argomento della concepibilità (o "degli zombie")Altra clamorosa mancanza è un rimando alla distinzione fra coscienza-A e coscienza-F di Ned Block (ripresa da una analoga di Jackendoff). Da questa distinzione di Block è possibile afferrar meglio il significato della distinzione di Chalmers (1995 e 1996) fra lo "Easy problem" (NON "SOFT"!!) e lo "hard problem". Qui si aprirebbe anche un'altra parentesi: infatti Chalmers non accenna ad un plurale "problemi difficili", ma ad UN problema difficile, che è quello dell'"esperienza", mentre si può parlare al plurale degli "easy problems" perchè costituiti da una lunga serie di funzioni cognitive, ecc. Suggerisco inoltre di "depotenziare" la breve storia del concetto di qualia, perchè svia l'attenzione da un problema che è fondamentalmente contemporaneo. Manca anche un rimando al filosofo che ha, di fatto, coniato il termine (Peirce, e poi ripreso nel senso odierno da C. Lewis nel 1929). La storia del problema va bene, ma si tratta di una appendice secondaria in questo caso, non per importanza, ma perchè costituisce una retrospettiva verso la storia della filosofia, dove si potranno trovare importanti indizi, ma non la traccia del problema contemporaneo costituito dai qualia; le considerazioni storiche (peraltro piuttosto ben fatte) sono valide se aggiunte ad una esaustiva trattazione del problema contemporaneo. Per quanto riguarda le "critiche" ai "qualofili" (Dennett) suggerisco di inserire in una sezione apposita, e pertanto di non inserire la critica di Churchland fra gli argomenti pro qualia. <-- Alf Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 151.56.99.65 (discussioni · contributi) 13:25, 14 giu 2009 (CEST).[rispondi]