Discussione:Parenti serpenti

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Cinema
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Il film è stato girato a Sulmona... ma è ambientato a Sulmona?[modifica wikitesto]

Buonasera. Ci terrei a far notare che all'interno della voce dedicata a questo film è più volte sottolineato che la storia è ambientata a Sulmona, e precisamente in questi due passaggi:

  • "[...] fatto che si evince ad esempio dalla inquadratura e dalla descrizione all'inizio del film della statua del personaggio più celebre del paese, il poeta latino Publio Ovidio Nasone nativo per l'appunto di Sulmona".
  • "Fa da cornice alla trama uno scorcio di cultura e tradizioni popolari abruzzesi, che si evince dalle usanze tipiche natalizie della città di Sulmona".

Ebbene, mi pare opportuno sottolineare che vi sono elementi a sufficienza per poter asserire che il film è stato girato a Sulmona ma che esso non fosse assolutamente ambientato a Sulmona. Difatti, se è certo che Ovidio è nato a Sulmona e che all'inizio del film viene definito "il poeta più grande" (ma non per questo "personaggio più importante del paese"), proprio in questa parte del film la voce fuori campo descrive altri monumenti di Sulmona; e proprio nel corso di tale descrizione, quello che è Palazzo Corvi e che ospita la Comunità Montana Peligna e il Museo di Storia Naturale di Sulmona, viene detto essere il municipio; quello che è il portale precedente il terremoto del 1706 della Chiesa di San Francesco della Scarpa è definito "Chiesa della Madonna Pellegrina"; Corso Ovidio è invece definito "Via Garibaldi", con aggiunta "Perché si dice che ci passò Garibaldi per andare a Caprera". Insomma, gli odonimi e i toponimi sono totalmente diversi dalla realtà.
In merito alla seconda affermazione, poi, sottolineo che non ricordo, da Sulmonese quale sono, fra le tradizioni religiose natalizie della mia città, quelle rappresentate nel film, e in particolare la processione che si svolge la sera del 24 dicembre, all'udire la quale passar sotto casa al suono di una campanella, i figli devono baciare la mano ai genitori; questa tradizione, detta "La Squilla", è invece di Lanciano. il carattere di questa tradizione sembra piuttosto un elemento funzionale alla trama, che per l'appunto sovverte, nella seconda parte della storia, tutti i punti toccati e argomentati nella prima: sicché baciare la mano al genitore nella prima parte (la Vigilia di Natale) corrisponde al regalargli la stufa manomessa e pronta a esplodere nella seconda parte (Vigilia di Capodanno). Che, dunque, la tradizione rappresentata faccia o meno parte del repertorio cultuale d'Abruzzo non so, certo però non fa parte di quello sulmonese. Inoltre, mi pare che il film voglia combinare elementi culturali e antropologici raccolti in tutto il territorio abruzzese e metterli in scena nella bellezza artistica di Sulmona, più che precisamente rappresentare una famiglia sulmonese che si appresta a festeggiare il Natale.
Mi pare dunque il caso che la voce sia modificata; fatto sta che non ci sono fonti certe, su internet, che possano ufficialmente supportare la mia ipotesi, pertanto chiederei a voi altri utenti una consulenza.

Pasquale90


Rileggendo alcune parti, il testo mi sembrava poco scorrevole. Nella parte dei contenuti ho accorpato la parte dove si descrive il finale con quella dove si descriveva un finale alternativo (quella del vino al metanolo) per rendere omogeneo il tutto. Ho poi eliminato dalla trama le ripetizioni dei ruoli dei protagonisti, già presenti nella prima parte. Se per voi va bene come testo, io trovo che ora sia un po' più schematico.

Valuterei anche l'opportunità di eliminare osservazioni del tipo "In una scena del film, dalla televisione di casa, compare la cantante Loredana Bertè, oggetto di commenti da parte dei protagonisti, a riprova della connotazione culturale piccolo-borghese tipica di una famiglia provinciale". Si tratta di uno dei tanti episodi. Ci sarebbe anche il commento che la famiglia fa sulla Muti e le sue presunte orecchie a punta. O sulla prestanza fisica di Walter Zenga. Sul provincialismo della famiglia si è fatta menzione nella trama e penso che quello basti...