Discussione:Mulinello di Joule

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Unione voci

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Lasciamo le voci distinte; non vale la pena di unire esperimento e strumento e comunque le voci sono reciprocamente linkate. --No2 (msg) 21:56, 19 ott 2008 (CEST)[rispondi]

Nessuno si oppone, tolgo U. --No2 (msg) 14:42, 30 ott 2008 (CET)[rispondi]

Questo non è un esperimento, né uno strumento

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Ragazzi facciamoci due conti. Forse neanche la più sofisticata calorimetria contemporanea potrebbe misurare un salto termico così piccolo come quello che si produrrebbe in un accrocco rudimentale come quello, tutt'altro che adiabatico, oltretutto. Questo aggeggio aveva solo un fine "didattico", era un'icona concettuale, ma non è mai stato in grado di misurare né di "dimostrare" nulla (a parte il fatto che gli esperimenti non dimostrano mai nulla). Joule ricavò il principio di equivalenza da considerazioni assai generali implicanti molto di più l'elettricità che la meccanica. Nell'elettricità è più facile misurare l'equivalente in calore dell'energia elettrica, ed è relativamente facile ricavare l'equivalenza tra lavoro meccanico e lavoro elettrico. Tutto là si svolge a livelli di energia e di potenza assai superiori. In ogni caso, Joule non solo non fu creduto, ma fu addirittura irriso, anche perché il secondo principio, che trovava una naturale giustificazione all'interno della teoria del calore come fluido sottile ("calorico"), era inspiegabile alla luce del principio di equivalenza.

Se il calore era lavoro, ed era possibile "convertire" completamente lavoro meccanico in calore, perché mai non doveva essere possibile fare il contrario? Ci vorrà la meccanica statistica, ci vorrà Boltzmann, assai più tardi, per fornire un quadro concettuale in grado di conciliare il secondo principio col primo. Il secondo, ricordo, è cronologicamente precedente: Carnot, con la memoria del 1824 metterà a punto il formalismo di quanto era già qualitativamente noto da un pezzo.

Inoltre, eventuali "equivalenze" potevano trovare sistemazione anche all'interno della teoria del calorico, allora vigente. L'energia meccanica non "spariva", infatti, con l'attrito. Semplicemente veniva trasferita al calorico. La vera distinzione, a ben vedere, era la questione micro-macro, che peraltro sfuggiva a Joule stesso. E' che lui voleva semplificare l'universo attraverso un principio di conservazione.

Se non ci sono obiezioni, introdurrei questi concetti.


--80.67.117.90 (msg) 02:35, 29 apr 2010 (CEST)[rispondi]

Mi pare che i concetti da te esposti sono chiari e corretti. Prima di inserirli dovresti però fare un controllo sulle date (cerca ad esempio su Google o su Google libri) e aggiungere più fonti possibili (libri, siti internet, ecc.)
Riguardo alla misurazione del salto termico, penso che bisognerebbe fare due conticini per vedere se realmente il salto termico è tanto piccolo da non potere essere misurato, o meglio quasi sicuramente non lo si può misurare con precisione, ma penso che quello che davvero interessa è il punto di vista qualitativo, cioè un aumento di temperatura di qualsiasi entità. In ogni caso, corredando quanto scritto da una o più fonti, puoi aggiungerlo tranquillamente. --Aushulz (msg) 13:56, 29 apr 2010 (CEST)[rispondi]