Discussione:Lingue nostratiche

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The criticisms[modifica wikitesto]

I don't understand much Italian, but it looks like the criticisms section has wrong information, such as mass lexical comparison accusations. See the English article. --85.156.136.248 22:41, 20 dic 2006 (CET)[rispondi]

Removed every criticism because some of them contained false accusations (see English Wikipedia article). --85.156.130.111 20:55, 8 gen 2007 (CET)[rispondi]

/* Prospettive della teoria nostratica */ Tono enciclopedico?[modifica wikitesto]

Nella sezione indicata, si può leggere:

Il solo conforto per coloro che rimangono perplessi di fronte a questo furente dibattito è che la scienza ha sempre modo di autocorreggersi. Il tempo saprà dire se la teoria nostratica è il granello di sabbia che diviene perla, o soltanto un granello di sabbia.

Mi sembra che il tono di paragrafi del genere sia spesso messo in discussione perché poco enciclopedico. A proposito: sono relativamente nuovo (se non in termini cronologici assoluti, in termini di partecipazione) e credo che vi sia qualche template da applicare come procedura corretta - che io ignoro. Qualcuno me la sa indicare? --Blawinol.writeto() 12:49, 26 lug 2008 (CEST)[rispondi]

Paragrafo rimosso.--Dans (msg) 22:12, 19 ago 2009 (CEST)[rispondi]

Rimozione paragrafi non enciclopedici, senza fonti e di discussione[modifica wikitesto]

Riporto qui sotto due lunghi paragrafi tolti dal testo, il cui tono non è certo enciclopedico. Provvedo a sostituirli con una traduzione dalla pagina su en:wiki, dotata di fonti.--Dans (msg) 22:12, 19 ago 2009 (CEST)[rispondi]

Critiche alla teoria del nostratico[modifica wikitesto]

  1. Quasi tutti i linguisti moderni sono per lo più scettici sull'ipotesi della parentela fra le varie lingue incluse nella teoria nostratica. La critica principale al nostratico è che la metodologia usata porta a vedere relazioni e risultati che sono frutto di coincidenze. Nel ricostuire il nostratico, gli ideatori della teoria non hanno usato le tecniche che i linguisti hanno stabilito per evitare falsi risultati positivi, come insistere nell'esaminare solo regolari cambiamenti fonetici.
  2. Molte delle serie fonosemantiche proposte sono molto più speculative di quelle usate per raggruppare le lingue nelle famiglie già accettate; una di queste tecniche usate come supporto ad una superfamiglia simile venne usata nel 1960 per "dimostrare" che l'inglese era un membro di una famiglia centroamericana proposta.
  3. Un altro colpo contro il nostratico è che una tecnica più recente sulle strutture grammaticali comparate, differentemente dalle parole, ha indicato che alcuni dei candidati al nostratico non sono imparentati.
  4. Il nostratico è una superfamiglia linguistica controversa, che propone collegamenti tra molte famiglie linguistiche eurasiatiche. La natura precisa dei collegamenti è stata oggetto di dibattiti, comunque, neanche i sostenitori della teoria sono d'accordo sulle famiglie linguistiche da includere.
  5. La proposta di Aharon Dolgopolskij ed altri, che le parole ricostruite per il nostratico rimandino ad una società preagricola nel Medio Oriente (come ci aspetterebbe da una lingua antecedente l'indoeuropeo), è stata bollata dalla maggioranza dei linguisti come un ragionamento circolare teso a convalidare il nostratico
  6. Alcuni linguisti non sono d'accordo con il presupposto che tutte le lingue devono confluire ad un'unica radice originaria ricostruibile. È ormai saputo che lingue non imparentate in prossimità geografica possono condividere col tempo il vocabolario, la sintassi e altre caratteristiche, ed è stato proposto che anche le famiglie linguistiche oggi conosciute potrebbero essere un'aberrazione. Lo sviluppo tecnologico può permettere ad una lingua di espandersi geograficamente in modo rapido, seguendo i propri locutori che conquistano i loro vicini. Questo permetterebbe ad una lingua di evolversi in una famiglia (infatti, si suppone che le lingue indoeuropee si siano diffuse così lontano grazie ai vantaggi bellici che l'addomesticamento del cavallo ha dato ad un piccolo gruppo di locutori dell'indoeuropeo).
  7. È stato suggerito che in assenza di un rapido cambiamento tecnologico (cioè verosimilmente prima dell'ottavo millenio AC), la tendenza dei linguaggi ad evolversi autonamemente sarebbe passata in secondo piano rispetto alla tendenza allo scambio tra lingue diverse (prestiti, creolizzazione). Se le cose stanno così, l'assioma che le lingue cambiano in modo ricostruibile è una presunzione illegittima almeno prima di un certo momento della preistoria e quindi non esiste realmente la possibilità di ricostruire le proto-lingue delle maggiori famiglie linguistiche le quali, si pensa, sono posteriori alla introduzione dell'agricoltura nel Neolitico.
  8. Il concetto di nostratico ha una certa influenza su diversi settori della linguistica. In effetti è stato un ulteriore livello di albero di famiglie linguistiche, che dovrebbe conciliare il nostratico con le altre famiglie linguistiche in quella che è stato definita lingua proto-mondiale. La maggior parte delle obiezioni sollevate nei confronti dell'ipotesi nostratica si applicano egualmente a questa proposta, e infatti il "proto-mondiale" non sta riscuotendo grandi consensi tra i linguisti.

Punti difensivi della teoria nostratica[modifica wikitesto]

Di seguito si riportamo le repliche alle critiche del precedente paragrafo.

1. "Quasi tutti i linguisti moderni sono per lo più scettici sull'ipotesi della parentela fra le varie lingue incluse nella teoria nostratica. La critica principale al nostratico è che la metodologia usata porta a vedere relazioni e risultati che sono frutto di coincidenze. Nel ricostuire il nostratico, gli ideatori della teoria non hanno usato le tecniche che i linguisti hanno stabilito per evitare falsi risultati positivi, come insistere nell'esaminare solo regolari cambiamenti fonetici."

La frase "quasi tutti i linguisti moderni" si applica essenzialmente ai linguisti americani. In Russia la teoria nostratica ha molti sostenitori.

Il requisito per cui si possono ammettere "solo regolari cambiamenti fonetici" ignora il fatto che i linguisti identificano le leggi fonetiche molto dopo che la disciplina ha stabilito le relazioni tra le lingue attraverso le corrispondenze lessicali e la morfologiche. Se avessero seguito alla lettera questa norma, i linguisti non avrebbero trovato l'Indoeuropeo.

3. "Un altro colpo contro il nostratico è che una tecnica più recente sulle strutture grammaticali comparate, differentemente dalle parole, ha indicato che alcuni dei candidati al nostratico non sono imparentati."

In recenti lavori di Joseph Greenberg e Allan R. Bomhard vengono discussi e dissipati questi dubbi. In particolare non si può parlare della "comparazione delle strutture grammaticali" come ad una tecnica di recente introduzione. Si può ricordare la famosa nota del 1786 di Sir William Jones:

Il sanscrito, quale ne sia l'antichità, è una stupenda struttura più perfetta del greco; più vasta del latino e più squisitamente raffinata di ciascuna di queste, eppure ad esse tanto affine, sia nelle radici dei verbi che nelle forme grammaticali, che difficilmente tale affinità potrebbe essersi prodotta per un caso.

Di certo non si può dire che i sostenitori di questa classificazione di ordine superiore delle lingue si basino esclusivamente su argomentazioni lessicali piuttosto che morfologiche. Ad esempio si possono ricordare molti dei tentativi di Bomhard e Kerns (1994) di ricostruire la morfologia e la sintassi del nostratico. Parimenti, funzioni ed elementi morfologici formano il soggetto del primo e più lungo volume di Joseph Greenberg Indo-European and Its Closest Relatives (2000). Sicché, qualsiasi argomentazione critica si muova contro il nostratico, questa non è una di quelle.

4. "Il nostratico è una superfamiglia linguistica controversa, che propone collegamenti tra molte famiglie linguistiche eurasiatiche. La natura precisa dei collegamenti è stata oggetto di dibattiti, eppure neanche i sostenitori della teoria sono d'accordo sulle famiglie linguistiche da includere."

Per alcuni aspetti, la situazione non è troppo diversa da quella dei primi studi di indoeuropeistica. Da prima le lingue celtiche non erano state identificate come parte della famiglie delle lingue indoeuropee, e il licio e il lidio fino alla metà del ventesimo secolo. Anche oggi, ci sono alcune incertezze circa il raggruppamento delle lingue ugro-finniche, per non parlare delle lingue Afro-asiatiche

5. "La proposta di Aharon Dolgopolskij ed altri, che le parole ricostruite per il nostratico rimandino ad una società preagricola nel Medio oriente (come ci aspetterebbe da una lingua antecedente l'indoeuropeo), è stata bollata dalla maggioranza dei linguisti come un ragionamento circolare teso a convalidare il nostratico."

In realtà l'ipotesi che i parlanti proto-nostratico natufiani e zarziani abbiano contribuito a diffondere le culture coinvolte nella rivoluzione del Neolitico, portatrici di nuove tecnologie di caccia (arco e frecce) e la domesticazione del cane, non può essere scartata tanto alla leggera.

7. "È stato suggerito che in assenza di un rapido cambiamento tecnologico (cioè verosimilmente prima dell'ottavo millenio AC), la tendenza dei linguaggi ad evolversi autonomamente sarebbe passata in secondo piano rispetto alla tendenza allo scambio tra lingue diverse (prestiti, creolizzazione). Se le cose stanno così, l'assioma che le lingue cambiano in modo ricostruibile è una presunzione illegittima almeno prima di un certo momento della preistoria e quindi non esiste realmente la possibilità di ricostruire le proto-lingue delle maggiori famiglie linguistiche le quali, si pensa, sono posteriori alla introduzione dell'agricoltura nel Neolitico."

Non si può negare che il metodo comparativo è stato applicato con successo alle lingue degli australiani aborigeni. Sebbene in Australia non ci siano stati significativi sviluppi tecnologici dal momento della sua primitiva colonizzazione (60.0000-50.000 aC), gli aborigeni viventi sui sette ottavi dell'Australia usano linguaggi appartenenti alla famiglia relativamente recente Pama-Nyungan, che si pensa vecchia di circa 5.000 anni.

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