Discussione:Legge Biagi

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Diritto
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Efficacia Legge Biagi[modifica wikitesto]

L'efficacia della legge Biagi è oggetto di un dibattito politico in corso. I dati scientifici (Istat-20.12.2006- e IX Rapporto AlmaLaurea) dimostrano che flessibilizzare l'ingresso nel mercato del lavoro aumenta il tasso di occupazione, in modo parzialmente indipendente dal tasso d crescita dell'economia, e nel lungo periodo porta a stabilizzare la situazione lavorativa di chi è entrato con un contratto c.d. flessibile (dopo 5 anni, in genere, il contratto flessibile viene trasformato a tempo indeterminato -IX Rapporto AlmaLaurea). LiberalMind 15:33, 11 mar 2007 (CET)[rispondi]

Legge Biagi e sindacati[modifica wikitesto]

I sindacati, all'epoca del varo, contrari alla legge Biagi da ultimo hanno accettato lo spirito e la bontà di quella riforma. Riportiamo, a testimonianza di questa affermazione, una agenzia dell'Apcom del 01.03.2007: Bologna, 1 mar. (Apcom) - Marco Biagi, secondo il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni avrebbe potuto cambiare l'organizzazione del lavoro in Italia. E la legge a lui dedicata (legge 30) "non ha creato precarietà". Al congresso provinciale della Cisl di Bologna, Bonanni ricorda la figura del giuslavorista Marco Biagi, ucciso il 19 marzo 2002 dalle Brigate rosse davanti al portone di casa sua. Oltre a fare memoria della sua figura, il segretario della Cisl mette in evidenza i punti positivi del suo impegno come consulente del lavoro per il Governo. "Il suo pensiero unito alle forze organizzative del lavoro - dice Bonanni - poteva davvero cambiare le cose. Per questo c'è stata l'intenzione criminale di abbattere la sua esperienza". Per il segretario della Cisl "Marco Biagi, così come Ezio Tarantelli (il consulente della Cisl, autore del taglio di due punti della scala mobile, ucciso dalle Br nel 1985, ndr) e tanti altri, sono veri eroi del lavoro". La legge Biagi, insiste Bonanni, "non ha creato precarietà, semmai ha sistemato delle regole". LiberalMind 15:28, 11 mar 2007 (CET)[rispondi]

Flessibilità e competitività[modifica wikitesto]

La flessibilità è uno dei fattori che determina il livello di competitività di un Paese nel mercato economico globalizzato. L'Italia non è ancora competitiva perchè mancano ancora alcuni fattori come ad es: una Pubblica Amministrazione non burocratizzata e più snella; la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. LiberalMind 15:28, 11 mar 2007 (CET)[rispondi]

Revisione intera voce[modifica wikitesto]

La materia è controversa ed i risultati tutt'altro che definiti e lapalissiani. Ho strutturato la voce con un più neutro pro e contro, in modo da valutare ogni aspetto da entrambi i punti di vista. Gli stessi studi di Almalaurea citati sopra, contengono indicazioni contrastanti, ma sono state riportate solo quelle che facevano comodo al compilatore. Ritengo che sia più serio, quando una materia è controversa, riportare entrambe le campane. Magnificare o denigrare la legge in questione non è scopo che ci spetta. Atteniamoci alle valutazioni fatte da altri esperti autorevoli in materia. Grazie. --Alearr 14:21, 12 mar 2007 (CET)[rispondi]

Pregi e difetti[modifica wikitesto]

Condivido la nuova didascalia. Ho riproposto l'analisi sull'incrocio dei dati del IX Rapporto AlmaLaurea e gli utlimi dati Istat sull'occupazione inserendola nei pregi. Concordo sul fatto che sarebbe inutile procedere per slogan e che invece sarebbe più opportuno riportare dati scientifici. Le analisi sugli stessi dati, pro o contro la legge, dovrebbe essere messa nelle sezioni pregi o difetti sicchè da raggiungere diversi obiettivi: permettere uno stimolante ed autorevole confronto culturale su un tema così delicato ed attuale; non inficiare la terzietà di wikipedia; permettere agli internauti che usufruiscono del servizio offerto di farsi una opinione leggendo entrambe le posizioni (il dibattito sugli effetti della legge è in corso e, almeno nel breve periodo, si potrebbe arrivare ad una situazione largamente condivisa ma non pacificata). Per quanto riguarda la contestazione fatta sull'analisi dei dati del IX Rapporto AlmaLaurea invito a dare una lettura alternativa degli stessi e non cancellare quelle fatte che comunque riportano dati scientifici e non valutazioni politiche. Alle analisi si risponde con altre analisi e non con le cancellazioni in toto. L'invito è quello di arricchire le sezioni. LiberalMind 12:16, 13 mar 2007 (CET)[rispondi]

Oddio...la statistica (come l'economia) non è una scienza esatta, ma probabilistica, quindi i dati che ne derivano non sono il risultato di un'equazione matematica. Nello stesso rapporto da te citato (a propostio...molto bello!) vi è per esempio una diminuzione del primo salario netto del 7% circa, dopo l'introduzione della legge Biagi. Questo è un'anomalia, in quanto in teoria i lavori flessibili servono sì per far risparmiare le aziende, ma anche per dare qualcosina in più in busta paga ai lavoratori (come avviene nel resto del primo mondo). Lo studio è talmente ampio che si potrebbero prendere ad hoc parti a proprio uso e consumo, inoltre non me la sentivo di basare la fonte su un solo studio. Hai qualche idea per migliorare l'esposizione di quello specifico studio di Almalaurea? Così com'è, è un po' parziale. --Alearr 16:41, 13 mar 2007 (CET)[rispondi]

E' vero che nel rapporto ci sono delle anomalie ma penso che, come in tutte le cose, ci sia un perchè. Innanzitutto l'anomalia della diminuzione del primo salario a mio avviso dipende dal fatto che all'aumento dell'offerta di lavoro (dovuto alla concorrenza tra lavoratori) non corrisponde un aumento altrettanto significativo della domanda(poca concorrenza tra datori di lavoro). Ciò potrebbe dipendere da diversi fattori quali ad esempio la poca appetibilità delle figure professionali presenti sul mercato, ergo l'università ed i master non funzionano e non formano così come richiesto dal mercato del lavoro globalizzato e quindi spetta poi al singolo investire nella formazione attraverso la c.d. "pratica sul campo". Questo potrebbe essere una delle cause ed infatti col passare del tempo, ed il conseguente aumento della capacità professionale del lavoratore, il salario aumenta (dopo 5 anni, secondo lo studio, aumenterebbe più del 50% rispetto al primo salario). Per quanto riguarda le idee per migliorare l'esposizione di quello specifico studio di AlmaLaurea posso solo dire che si potrebbero incrociare quei dati con altri di pari dignità; ergo con i dati Istat su occupazione (pubblicati il 20.12.2006), dati Ocse (ultimi su crescita Pil nel 2007 e raccomandazioni per riforme strutturali; dati Ue (al momento latitanti). Poi è chiaro che le analisi possono anche andare pro o contro la legge però l'importante è che i dati restino tali e quindi se si scriverà sull'occupazione andranno riportati i dati Istat; se sul tasso occupazione a 5 anni dalla laurea, i dati AlmaLaurea e così via. Che ne pensi? LiberalMind 16:50, 14 mar 2007 (CET)[rispondi]

Mi sembri sufficientemente preparato per sapere che incrociando due (o più) dati si ottiene un'informazione totalmente nuova rispetto a quella che viene fornita dalle singole grandezze (basti vedere l'importanza del rapporto debito/PIL per farsi un'idea di come debito o PIL da soli siano una cosa totalmente diversa). Non so, non penso che stia a noi incrociare i dati. Semmai dovremmo riportare se altri lo hanno fatto, onde evitare di creare una ricerca originale. Dando per scontato che non è possibile riportare tutti i punti degli studi fatti, potremmo prendere dati pro e contro la legge in questione da ogni studio, ma senza incrociarli o darne noi una chiave di lettura. Provo ad interpellare qualcuno per un consiglio. --Alearr 17:03, 14 mar 2007 (CET)[rispondi]

Infatti, come giustamente sottolinei, una cosa del genere delineerebbe una ricerca originale e quindi un qualcosa che va oltre wikipedia. Infatti la mia era solo una soluzione in assoluto e non una proposta di lavoro per wikipedia. La tua proposta di riportare i dati, pro o contro che siano, mi sembra ragionevole. Ora direi che gli ultimi dati Istat (del 20.12.2006) sono sicuramente pro mentre quelli AlmaLaurea si prestano a diverse letture. Infatti se presi hic et nunc, senza incroci, sono pro riguardo sia alla situazione lavorativa ad 1 anno dalla laurea che a 5 anni. Il dato negativo riguarda il dato dei salari che sono troppo bassi rispetto alla media europea (ma questo è già un incrocio perchè, se non ricordo male, questa considerazione non viene riportata). Altro dato negativo riguarda l'alto tasso di instabilità contrattuale nel pubblico impiego. Ora secondo le conclusioni del rapporto questo dipenderebbe da molti fattori, tra i quali il fatto che la legge Biagi viene applicata solo al privato, con riferimento all'abolizione dei co.co.co. e relativa sostituzione con i co.co.pro. Nel pubblico, infatti, proliferano co.co.co e contratti a tempo determinato. Il perchè di questa situazione è presto detta. Le amministrazioni locali usano questo stratagemma per aggirare l'ostacolo del blocco delle assunzioni.Cmq il discorso è molto lungo.. LiberalMind 19:36, 14 mar 2007 (CET)[rispondi]

Ho eliminato il riferimento all'incrocio dei dati AlmaLaurea con quelli Istat perchè, in quel caso e posti in quel modo, delineerebbero una ricerca originale e non invece un semplice riportare ricerche ed elaborazioni dottrinali effettuate in altre sedi. LiberalMind 12:34, 15 mar 2007 (CET)[rispondi]

Aumento semifalso[modifica wikitesto]

Quoto:

Il grande balzo in avanti è dovuto in particolar modo all'aumento dei contratti a tempo indeterminato, che sono lievitati di 15 punti percentuali, raggiungendo quasi il 47% a cinque anni


Non è in tutta Italia che l'aumento dei contratti a tempo indeterminato è fioccato, specialmente nella parte meridionale dal lazio in giù, direi che la voce non è abbastanza neutrale, poichè riporta una realtà non completa.

L'articolo va rinominato, la riforma si chiama "legge 30". A chiamarla "legge Biagi" è stato il governo Berlusconi per strumentalizzarne biecamente la morte. Dandole quel nome l'implicazione retorica è: "se siete contro questa legge siete dalla parte delle br".

Ho provveduto ad indicarlo nell'incipit. --Alearr 12:03, 6 set 2007 (CEST)[rispondi]

Così non cambia praticamente nulla. L'articolo va chiamato legge 30, e andrebbe aggiunto solo come nota secondaria che il governo che l'ha approvata, l'ha etichettata "legge Biagi" dopo l'uccisione. Un'operazione di pura propaganda, che la stessa famiglia del prof. Biagi disse di non aver gradito.

Solitamente su WP si intitolano gli articoli con il nome più conosciuto per aiutare la ricerca. Vale anche per le leggi sull'aborto, sul divorzio etc... etc... Inoltre, esiste un redirect per chi cercasse eventualmente "legge 30". Ulteriori dettagli nel Progetto:Diritto --Alearr 09:04, 10 set 2007 (CEST)[rispondi]

non è vero che sia una strumentalizzazione del centro destra. a quanto mi risulta la famiglia era assai d'accordo a intitolarla a biagi. al contrario è la sinistra radicale che rifiuta questo nome per ragioni che non capisco fino in fondo.

in ogni caso ha ragione alear: la denominazione legge biagi è molto più diffusa. Paolo parioli 20:37, 10 set 2007 (CEST)[rispondi]

è un usanza del diritto romano chiamare le leggi col nome del loro autore. Biagi non era parlamentare nè un esponente del governo, non è stato il legislatore che l'ha scritta materialmente. Si tratta di una legge delega che pure tiene largamente conto di un suo Libro Bianco. Non esiste ad oggi la consuetudine di dare nome alle leggi a partire dagli autori dei "Libri Bianchi" che le hanno ispirate. Ma un delitto politico è un motivo a dir poco giustificato per fare un eccezione alla norma. Ogni modifica alla legge Biagi diventa però un oltraggio alla sua memoria, e ripete le strumentalizzazioni che hanno portato ad approvare la legge: la legge era la risposta pronta dello Stato alle BR, ed essere contrari significava stare dalla parte dei terroristi. Posizioni di questo genere svuotano di significato il dialogo e la politica.

ragionamento giusto fino alla prima parte. dire che modificare la legge significa oltraggio alla sua memoria è una considerazione che fai tu. qualsiasi legge chiamata col nome dell'autore se poi modificata comporta un oltraggio al suo autore? non direi che stanno così le cose. Paolo parioli (msg) 11:24, 25 mar 2008 (CET) Gentile sign. Paolo, vorrei sottolineare che aureolare una legge assegnandole il nome di un martire del terrorismo significa tendenzialmente ridurre i margini di possibile critica agli effetti negativi che legge può portare con sé. Purtroppo le modifiche successive alla normativa nel campo del lavoro, non essendo state sostenute da una critica preventiva di tale tipo, non hanno migliorato la condizione lavorativa nel nostro paese. (Giuseppe, 09/05/2019)[rispondi]

Caro Paolo, credo che l'intervento cui hai risposto - per quanto un po' ambiguo - intendesse dire appunto che la voce va chiamata legge 30. Le posizioni di questo genere sembrano quelle di chi ha voluto dare a questa legge un nome impegnativo, in modo da mettere i suoi detrattori con le spalle al muro ("Stai dalla parte delle BR?"). Ora, non so quali siano le convenzioni di wikip sul titolo da dare alle leggi, però, mentre per legge Bassanini non ci sono dubbi, per "legge Biagi" sì, il che dovrebbe far credere che sia più adeguato un titolo più algido (almeno su wikip). Che la denominazione "legge Biagi" sia la più diffusa tra i media o la gente qui non ha nessuna importanza: ciò può influire sulla creazione di redirect, mentre la denominazione delle voci deve rispondere ad un criterio di scientificità enciclopedica condiviso dalla nostra comunità. O dovremmo forse intitolare la voce su Andreotti La gobba? Quanto poi dice la voce nell'incipit a proposito della legge delega mi spiega solo che a Biagi è stata "dedicata" una legge delega, ma così com'è posta sembra dire - in modo un po' goffo - che è addirittura improprio chiamare questa legge "legge 30". Propongo, insomma, di spostare la voce a "legge 30" o comunque indichino le policies di wikip. Che si chiami legge 30 è un fatto, che si chiami "legge Biagi" solo un'opinione che non trova tutti d'accordo, indipendentemente da cosa possa pensarne la famiglia di Biagi. Saluti. --Pequod76(talk) 03:01, 28 mar 2008 (CET)[rispondi]

l'intervento voleva dire semplicemente che il nome più opportuno per questa voce è "Legge n. 30 del 2003", e che eventualmente dovrebbe essere creata una redirect all'articolo dal nome "Legge Biagi". Questo perché non è scientifico chiamare le leggi con il nome del loro autore, anche se è un abitudine consolidata nella giurisprudenza. A maggior ragione nel caso della legge Biagi: le leggi prendono nome dal loro firmatario. La persona in questione è autore di un libro bianco, che avrà pure ispirato gran parte della legge, ma non era né un membro del governo né del Parlamento, e la legge non porta la sua firma. Per intitolare a lui legge vi sono due motivi in particolare: era pur un consigliere e stretto collaboratore di alcuni ministri, e l'uccisione da parte delle BR.
L'ambiguità dell'intervento dell'anonimo (a proposito, vd. Aiuto:Firma) è dovuta al suo sforzo di esporre ragioni opposte tra loro. Io sono d'accordo con l'anonimo. Spostiamo la voce a "Legge n. 30 del 2003" o comunque indichino le policies. --Pequod76(talk) 11:30, 28 mar 2008 (CET)[rispondi]

Commento di IP 87.10.50.208[modifica wikitesto]

Sposto qui il commento (non firmato) che era stato inserito direttamente nella pagina. --Il TuchinoAmo la Pace, non fatemi la guerra! (scrivimi) 08:28, 25 mag 2011 (CEST)[rispondi]

Mancano i referenti del mercato del lavoro: i Centri per l'Impiego vengono limitatamente contattati dalle aziende, le agenzie di lavoro interinale pubblicano offerte di lavoro spesso obsolete, spesso con discriminazione sessuale, razziale, di età, geografiche, e le aziende non comunicano direttamente chi stiano cercando... un pò di ordine dovrà essere fatto CON URGENZA.

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