Discussione:Invasioni barbariche (disambigua)

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L'anonimo vandalo, pur essendo il vandalo che è, non ha tutti i torti... il termine "invasioni barbariche" è piuttosto italo-centrico, e non molto NPOV (sia per il termine "invasioni" -che racchiude in sé una demarcazione fra chi invade e chi è invaso- che per l'aggettivo "barbariche" -che è in generale un dispregiativo con cui Greci e Romani definivano gli analfabeti e balbettanti ba-barbari). Forse sarebbe più giusto spostare il tutto a periodo delle migrazioni... --Sogeking un, deux, trois... 11:56, 13 ott 2007 (CEST)[rispondi]

però unvasioni barbariche è comunemente un termine conosciuto e comprensibile. Quanto al NPOV .. paradossalmente lo è anche Medioevo ;) --Gregorovius 20:51, 13 ott 2007 (CEST)[rispondi]
Es posible que barbariche es lo que se usan en italiano pero todos los otros idiomas me parece mas NPOV en los titulos que se usan, no?
Santo cielo, a che cosa ci sta portando la correttezza politica. Questo fenomeno storico si può chiamare invasioni barbariche, come fanno i Latini, o migrazione delle nazioni, come fanno i Germanici. Questione di punti di vista per l'appunto, perché non dovrebbe essere obiettivo il mio?
Parlare di "invasione tedesca della Polonia del 1939" cos'è, polacco-centrico? Per cortesia... chiamiamo le cose come si sono sempre chiamato. --89.97.35.70 23:52, 18 gen 2008 (CET)[rispondi]

Forse sarebbi più corretto scrivere: Invasioni barbariche del III-V secolo. --Cristiano64 18:13, 29 nov 2007 (CET)[rispondi]

Nel mio manuale di storia parla chiaramente di invasioni barbariche e dice che per quelle successive è incorretto usare questo termine e preferibile "migrazioni di popoli" (parlo di ungari, saraceni e normanni in poi) --SailKoFECIT 09:55, 21 gen 2008 (CET)[rispondi]

INVASIONI O MIGRAZIONI[modifica wikitesto]

  • I due termini in lingua italiana hanno significati non identici. Invasione significa entrata in un Paese con la forza e non necessariamente implica un insediamento definitivo nelle terre conquistate. L'immigrazione, come costatiamo oggi in Italia, può invece avvenire senza l'uso della forza e spesso con il consenso del paese di accoglienza. In diverse epoche storiche vi sono state grandi migrazioni, non solo nell'alto Medioevo e quindi mi pare più appropriato l'uso del termine invasioni barbariche come avviene nei testi di storia italiani. Parlare di periodo delle grandi migrazioni oltre che impreciso mi sembra un eufemismo. Dato il loro coinvolgimento diretto, si comprendono facilmente le ragioni dell'uso che ne fanno i popoli slavi e germanici. Se poi ci riferiamo alle invasioni di popoli germanici in Italia, Gallia e penisola iberica anche l'uso dell'aggettivo grandi è discutibile dato che i nuovi arrivati erano militarmente forti, ma numericamente limitati. Si parla di percentuali generalmente inferiori al 5% della popolazione residente. L'immigrazione in Europa occidentale negli ultimi decenni è stata sia in valori assoluti che in percentuale ben più considerevole. Quindi, con riferimento all'Europa, se si parla di grandi migrazioni si deve pensare ai tempi odierni. --Deguef (msg) 10:46, 10 giu 2010 (CEST)[rispondi]
"Migrazioni" è una visione 'politicamente corretta' e naturalmente, gli storici tedeschi, anglosassoni, germanici e nordici in generale, usano questo termine meno peggiorativa, consciamente o inconsciamente influenzati dal romanticismo e dal nazismo (mito nazista del barbaro, alto, forte, bello, [abbronzato]...). I popoli latini, no. L'invasione longobarda dell'Italia era un'invasione barbarica, una violenta aggressione, ai danni del popolo romano. L'invasione della Gallia nel 406 da parte di Vandali, Alani e Svevi, era una invasione. L'invasione di Alarico in Italia era una invasione.... E non è una questione di numeri. Oggi l'immigrazione in Europa è una politica europea, è la volontà dell'Ue. La invasione longobarda dell'Italia non era la volontà del popolo romano. 88.178.38.7 (msg) 22:38, 24 apr 2011 (CEST)[rispondi]

Nuova organizzazione voce/voci[modifica wikitesto]

A breve riorganizzerei voce come disambigua delle seguenti voci:

  1. Guerre marcomanniche della fine del II secolo, preludio a grandi invasioni;
  2. Invasioni barbariche del III secolo: dai Severi a Diocleziano, databili al periodo 212/213 - 305 d.C.;
  3. Invasioni barbariche del IV secolo: da Costantino ad Adrianopoli, databili al periodo 306-378 d.C. e considerate come fase di contenimento ed integrazione delle popolazioni nomadi all'interno del'Impero romano;
  4. Invasioni barbariche di fine IV-inizi VI secolo: dopo Adrianopoli, databili al periodo 379-518, e considerate come la fase decisiva dello smembramento dell'Impero romano d'occidente, con la successiva creazione dei primi Regni barbarici. --Cristiano64 Non vivere come se ti fossero concessi 10.000 anni (Marco Aurelio) 00:02, 5 feb 2008 (CET)[rispondi]

Tutto il materiale della voce Invasioni barbariche è stato spostato interamente in:Invasioni barbariche di fine IV-inizi VI secolo: dopo Adrianopoli. ;))) --Cristiano64 Non vivere come se ti fossero concessi 10.000 anni (Marco Aurelio) 00:44, 5 feb 2008 (CET)[rispondi]

Un accenno nell'incipit[modifica wikitesto]

Queste questioni che non sono solo terminologiche, non dovrebbero essere almeno accennate nell'incipit (o in alternativa: in una sezione della voce)?--Mizar (ζ Ursae Maioris) (msg) 08:46, 22 feb 2010 (CET)[rispondi]

Invasione barbariche III secolo[modifica wikitesto]

Ho sottolineato che la causa principale di queste invasioni, a differenza che nei secoli successivi, non era tanto la ricerca di nuove terre in cui migrare (l'Impero romano non era considerato ancora come terra di conquista), bensì il saccheggio ed il bottino. I Germani nel III secolo d.C. erano ormai diventati agricoltori sedentari ed intrattenevano scambi commerciali e culturali continui con i Romani al di là del limes, non avevano quindi ancora l'interesse ad occupare i territori di un Impero di cui temevano la reazione e di cui ammiravano il prestigio. Si trattava, quindi, di scorrerie (certo, in grande numero, portandosi spesso dietro anche le proprie famiglie), in cerca di bottino (le ricchezze delle città romane facevano gola a molti barbari), ma non c'era ancora l'intento di occupare stabilmente i territori dell'Impero, come avverrà invece nel V secolo, sotto la pressione degli Unni, che costrinsero le popolazioni germano-sarmatiche a invadere l'Impero d'Occidente in cerca di nuove terre da occupare. Quei gruppi che nel III secolo tentarono di stabilirsi effettivamente all'interno dell'Impero, spinti dalla fame di terre dovuta alla loro crescita demografica, chiedevano solitamente il permesso ai governatori romani delle province. Non si azzardavano a prendersi le terre dell'Impero con la forza, come invece avverrà nel V secolo d.C.

I Romani nel III secolo d.C. cedettero ai barbari gli Agri Decumati e la Dacia semplicemente perché regioni troppo costose da difendere e sottoposte a continue incursioni (in particolare la Dacia), ma fu una ritirata decisa spontaneamente dai Romani: i barbari semplicemente occuparono terre che erano rimaste vuote dopo la ritirata delle legioni romane.--Maxtenga (msg) 14:51, 3 giu 2010 (CEST)[rispondi]

Invasioni Successive[modifica wikitesto]

Credo che bisognerebbe continuare a trattare l'argomento anche dopo la fine dell'Impero Romano dacchè le invasioni non terminarono nel 476, ma continuarono almeno sino ai Longobardi.