Discussione:Infibulazione

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Guarda in Sudan Puoi tranquillamente leggere che in Sudan, gran parte dei cattolici pratica la FGM O i Ethipia Dove il 51% della popolazione è di religione cattolica e il 70-90% delle donne vengono mutilate.

La mutilazione genitale femminile non ha alcuna base religiosa, ma solo culturale e viene praticata indipendentemente dalla religione in molte zone dell'africa.

le infibulazioni avvengono in somalia (africa del nord est)


http://it.wikipedia.org/wiki/Escissione non dovrebbero essere unite?

imho no, si tratta di due mutilazioni genitali diverse o cmq non del tutto coincidenti. Secondo me la voce escissione andrebbe rinominata, invece: il termine escissione è molto più ampio e l'escissione del clitoride è solo una delle tante possibili applicazioni. --Antiedipo 19:01, 27 giu 2007 (CEST)[rispondi]

Confusione[modifica wikitesto]

La pagina in inglese distingue bene "infibulation" con "Female genital cutting". Infibulation è l'operazione di cucitura, l'altra l'asportazione del clitoride e/o delle piccole labbra. Sulla wikipedia italiana infibulazione è linkato a infibulation ed escissione a female genital cutting. Ma sulla pagina italiana infibulazione non è la cucitura ma racchiude tutte le mutilazioni degli organi genitali femminili facendo una gran confusione. Il Demauro Paravia http://old.demauroparavia.it/56359 dice che infibulazione è solo la cucitura, poi è vero che spesso infibulazione ed escissione vengono eseguite insieme (e questo va specificato nella pagina) ma direi di correggere la pagina sulla falsariga di quella inglese e di spostare le informazioni rilevanti sulla pagina escissione. --Argento 18:32, 9 gen 2008 (CET)[rispondi]

Il Sabatini Coletti dice la stessa cosa http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/I/infibulazione.shtml --Argento 18:35, 9 gen 2008 (CET)[rispondi]

Voglio dire create una pagina apposita "mutilazione degli organi genitali femminili" se è necessario, ma mettere queste informazioni su "infibulazione", che è una pratica ben precisa, non ha senso, genera solo confusione. --Argento 18:39, 9 gen 2008 (CET)[rispondi]

Infibulazione e Mutilazioni genitali. Loro rapporto con la Religione.[modifica wikitesto]

Condivido quanto scritto sopra. Chiunque conosce il tema sa bene che l'infibulazione (o circoncisione femminile) è una pratica assolutamente innocusa (come quella maschile) e non è giusto confonderla con pratiche di escissione o altro tipo di mutilazione dei genitali femminili, poiché esse invece provocano gravi danni e hanno motivazioni assolutamente diverse da quelle dell'infibulazione. L'infibulazione è una pratica tradizionale come la circoncisione, secondo alcuni anche prescritta religiosamente, mentre le mutilazioni genitali sono pratiche maschiliste e violente verso la donna. Questo lo si trova in qualsiasi testo a riguardo e nella Wikimedia in inglese.

Inoltre la voce è a dir poco di parte nel descrivere il rapporto tra queste pratiche è la Religione. Difatti si lascia intendere che questa pratica sia assunta dall'Islam (mentre è tutt'al più autorizzata secondo alcuni hadith, che al tempo stesso vietano rigorosamente ogni escissione e mutilazione perché l'Islam è contro la violenza gratuita sulle donne), mentre con una piccola quanto vaga frase si sottolinea come questa pratica sia contraria al Cristianesimo. Non so se è stato scritto in cattiva fede o meno, spero sia il secondo caso, comunque è una mezza verità. Come ho scritto, infatti, l'Islam vieta l'escissione e ogni forma di mutilazione quanto lo fa' il Cristianesimo. Al tempo stesso questa pratica è ancora presente in una piccola area del mondo ed è praticata sia da musulmani che da cristiani. Correggo quindi la sezione che mi pare più che fuorviante, come a voler strumentalizzare questa grave violazione dei diritti umani per imputarne la colpa ad una Religione e scagionarne un'altra. P.S.: Sono musulmano e ho molte fonti a provare ciò che dico, quando avrò tempo magari metto anche diverse fatwe tra le note. Salaam!

Uhm....sul fatto che l'infibulazione, anche quella minima, sia una pratica innocua, sarei molto cauto(e cmq non è la sede per discuterne). Queste pratiche hanno effetti dannosi sia sulla sfera fisica, che ancor più su quella psicologica; e in questo senso gli effetti a lungo termine sono ancora più difficile da contrastare. In ogni caso hai ragione sul fatto che sia una pratica tradizionale come la circoncisione, ma entrambe dovrebbero essere combattute, perchè operano coattivamente una sorta di danno, sia pure simbolico, su una sfera intima e centrale nella costruzione della personalità dell'individuo.
Credo in ogni caso sia utile l'intervento di un esperto di religione musulmana per chiarire gli equivoci che sottolinei, proprio a beneficio della verità innanzitutto(più che di una singola religione, anche perchè di solito le religioni, perdonami, hanno un pessimo rapporto con la verità). --Antiedipo (msg) 15:43, 27 giu 2008 (CEST)[rispondi]


Infibulazione e circoncisione femminile[modifica wikitesto]

L'aver definito "innocua" la circoncisione femminile e paragonarla a quella maschile, indica quanto poco sapete dell'organo genitale femminile. Qualsiasi tipo di mutilazione provoca danni fisici e psicologici di non poco rilievo: la circoncisione maschile è l'asportazione di quel pezzo di pelle che ricopre il prepuzio; la circonsizione femminile, è l'asportazione di parte del clitoride. Il paragone negli uomini, sarebbe l'asportazione di metà prepuzio, quindi è ben lontana dall'essere una pratica innocua, soprattuto consideranco che il clitoride è il punto del corpo femminile con più terminazioni nervose in assoluto e solitamente viene praticata senza anestesia. In ogni caso, non si è poi così sicuri che nemmeno la circoncisione maschile sia "innocua", in Filnadia l'hanno dichiarata fuorilegge per i bambini.

Per avere un'idea più chiara di cosa sia una mutilazione femminile, si può leggere la biografia di Ayaan Hirsi Ali, dove descrive molto ddettagliatamente il ricordo dell'infibulazione sua e di sua sorella.

L'infibulazione avviene sempre dopo l'escissione, sono due cose che vanno di pari in passo e devono stare assieme. Inoltre, è inutile cercare di mitigarla. Le mutilazioni femminili sono pratiche crudeli, non potete tentare di renderle più accettabili riportandole a una mera cultura tribale. Se davvero volete essere oggettivi descrivetela esattamente com'è: una barbarie.

Per quanto riguarda le modifiche che ho apportato inserendo l'Islam nella pratica della circoncisione, ammetto che all'epoca non avevo fonti. Oggi ne ho una e vi assicuro ne ne arriveranno altre. Ho inserito l'esempio dell'Indonesia, islamica solo dagli anni ottanta, prima era buddista, dove un'associazione islamica ha reso gratuite le infibulazioni. Nelle scuole. In indonesia le uniche donne che sono circoncise hanno meno di vent'anni, il che significa che non era affatto una pratica culturale, ma importata dall'Islam. Io sono d'accordo con il politicamente corretto, ma quando si decide di non voler parlare di dato di fatto, cioè che all'Islam diffonde l'infibulazione, allora si tratta di omissione di informazioni.

Vi chiedo perdono se a volte non ho fonti ufficiali. Spesso mi baso semplicemente sull'esperienza di un medico che è stato in Africa e ha dovuto curare moltissime donne, ragazze e bambine infibulate. Quindi ha visto e toccato con mano, gli effetti, anche i più tragici. Le ho chiesto delle fonti che spero arriveranno. Spero così che riterrete legittimate le mie modifiche.

Ad ogni modo, considerando che nei paesi islamici, una donna non infibulata è considerata una donna impura ed espulsa dalla comunità, trovo molto ipocriti i tentativi di tenere fuori l'islam dalla questione infibulazione. --Heresiae 14:16, 3 ago 2009 (CET)[rispondi]

Su un commento di Cloj[modifica wikitesto]

Cloj ha scritto a proposito di una notizia citata da Avvenire:

«Va naturalmente tenuto conto della natura ideologico-religiosa dell'organo di stampa cattolico che si è fatto portavoce di questa affermazione, per la quale non si capiscono nel modo più assoluto quali siano stati i sistemi scientifici di rilevamento statistico.»


Ho chiesto chiarimenti alla diretta interessata. --Sentruper (msg) 12:03, 11 gen 2010 (CET)[rispondi]

Che ha risposto alla cortese domanda di chiarimento di Sentruper. Per proseguire in modo acconcio, ritengo opportuno riportare qui quanto da me scritto: --Cloj 22:42, 11 gen 2010 (CET)[rispondi]
Ciao. Il mio pensiero è molto semplice. Nessuna mutilazione è permessa, nella maniera più cogente, in ambito islamico. Una dimostrazione pionieristica è costituita dalla richiesta di Ibn Maz‘un a Maometto di potersi evirare per non cadere in tentazione e offrire questo sacrificio a Dio. Un po' come Origene. La risposta,, inequivoca, fu che nessuna mutilazione è ammissibile. Senza dirlo esplicitamente, il pensiero di Maometto era che il corpo umano è un dono dato da Dio all'uomo e che non è accettabile mutilarlo (la cosa mise fine alle mutilazioni, susseguenti alle battaglie, dei nemici caduti). La clitoridectomia e l'infibulazione (non conosciute dalla cultura araba preislamica e islamica) sono invece mutilazioni. E allora - potresti chiedermi - la circoncisione? Considerando che tale pratica era (questa sì) conosciuta dalla cultura araba preislamica, l'Islam non l'ha abolita, accettando il passo antico-testamentario in cui Abramo circoncise se stesso per primo all'età di 70 anni. Ma non rende tale pratica obbligatoria. La "raccomanda" solo (sunna vuol dire questo). Se lo fai, bene. Perché l'Islam si considera religione abramitica. Se non lo fai non c'è comunque alcuna sanzione. La circoncisione, fatta in età prepuberale, è pratica di sicura igiene intima per il maschio (che tendenzialmente non brillava neppure allora per pulizia personale) ed evita microtraumi, sempre possibili al momento del coito nel caso si presenti un problema di fimosi.
La clitoridectomia e, peggio ancora, l'infibulazione hanno un passato culturale talmente radicato che in alcune delimitate zone del mondo islamico si è voluto mantenerle, magari giustificandole come un "dovere religioso". Ma esistono molte fatawa (pl. di fatwa) che chiariscono come dette pratiche siano estranee al pensiero islamico, così come espresso dal Corano e dalla Sunna. Un problema insomma, dii natura squisitamente antropologica, non religiosa. Magari, se vuoi, di antropologia religiosa. Come, nel Cristianesimo, il toccare i piedi di una statua di Santa Rita per chiederle una grazia, o toccare il sepolcro del portoghese Sant'Antonio da Padova per ricevere lo stesso beneficio materiale o morale. Nessuno però si azzarderebbe seriamente a dire che tutto questo sia un dovere religioso. Inoltre, se in Somalia e nel Corno d'Africa in genere, o in una parte dell'Egitto (quello a ridosso col Sudan), la barbarie della mutilazione è praticata, altrove ci riderebbero in faccia, se dicessimo loro che occorre praticarle. E non parlo mica solo della Siria, dell'Algeria, dell'Iraq, della Turchia o dell'Iran (che, più o meno. sono accreditati di un buon livello culturale) ma dell'Arabia Saudita, dello Yemen o dell'Oman.
Quanto ad Avvenire, si tratta di un ottimo giornale, ma decisamente di parte. Non attribuisco a questa definizione alcunché di negativo, ma non credo che un giornale dei vescovi cattolici italiani [questo è un mio errore, di cui chiedo scusa: si tratta solo di un quotidiano che è avulso dalla gerarchia vaticana n.d.R.] possa essere un riferimento super partes. Un po' come accreditare di "terzietà" il Partito Comunista Vietnamita nel parlare di sistema liberistico (non parlo neppure di sistema capitalistico). La fonte è militante, guidata da forti e convinti principi religiosi e valori-guida cristiani che, a prescindere da tutto, sono in piena concorrenza con l'Islam. Far parlare la più alta autorità sunnita (al-Azhar) di Cristianesimo sarebbe decisamente POV. A prescindere da quello che potrebbe dire. Nessun organo militante (di partito, di religione, di orientamento politico) può parlare serenamente e super partes del suo "concorrente". Non dico neppure "avversario". Il dialogo va bene. Ma nella chiarezza delle differenze. Il rispetto pure. Ma non l'omertà. Che Cristianesimo e Islam "ufficiali" possano parlare asetticamente dell'Altro è pura illusione. Ottimismo. Irrealtà. Ma, ripeto, questo non ha e non deve avere alcuna valenza etica negativa. È una questione, se vuoi, di puro "metodo". Buon lavoro. --Cloj 15:43, 11 gen 2010 (CET)[rispondi]

40.000 donne che hanno subito l'infibulazione in Italia? Andiamo! Va bene che da noi non sono pochissime le somale, le eritree e persino qualche egiziana del Saìd ma, notoriamente, sono predominanti le donne nordafricane. Comunque, chi può seriamente immaginarsi che una donna (o un genitore) rilasci un'intervista svelando d'aver subito questa pratica barbarica (evidentemente fatta clandestinamente, visto che in Italia ciò non sarebbe assolutamente possibile usando le strutture sanitarie nazionali)? Ve lo immaginate tutte queste donne, o questi genitori, che sono tanto progrediti e disinvolti da rivelare tutto ciò alla stampa (lasciamo perdere se effettivamente cattolica, visto che il servizio potrebbe essere stato prodotto in "subappalto" da una delle tante cooperative di servizi giornalistici)? E se si è proceduto per rilevamento statistico, qual è stato il campione? A che pro', allora, è stato usato questo risibile pezzo "giornalistico"? Per una maggior conoscenza reciproca? Per avviare un vero dialogo? Oppure per puro e semplice spirito di polemica o di antagonismo? Le affermazioni fatte dal giornale in esame sono poco serie e del tutto non scientifiche. Voglio sperare che ci sia stato un errore nel citare Avvenire, giornale del quale ho, in linea di massima, una buona opinione.
Che fa il paio con quella di affermare che non so più quanti milioni di donne praticano l'infibulazione in Indonesia. Ma si sa quel che si dice? Ci si informa sul background culturale e religioso oppure, semplicemente, la si "spara grossa" per chissà quali fini? V'immaginate quel che succederebbe se le cose fossero "a parti invertite"? Se per parlare di Cristianesimo si affermasse, su un giornale "vicino" ai mulla di Tehran, che gli Italiani e i Francesi sono adusi fustigarsi (anche loro) a sangue per commemorare la Passione del Venerdì Santo ed espiare così le passate colpe dei Romani e degli Ebrei che condannarono a morte Gesù. Non è che i vattentes non ci siano, ma non credete che essi siano rappresentativi di una realtà culturale assai delimitata, ancorché antropologicamente rilevante? --Cloj 23:04, 11 gen 2010 (CET)[rispondi]

«Ma si sa quel che si dice? Ci si informa sul background culturale e religioso oppure, semplicemente, la si "spara grossa" per chissà quali fini?»

Qualsiasi presunzione sulla mancanza di buona fede del sottoscritto la rispedisco al mittente.
Entrando in argomento: stiamo parlando delle 40.000 donne infibulate in Italia. Mi scuso se non ho fonti ufficiali. Ma la notizia l'ha riportata solo Avvenire? Se è così, è un merito di Avvenire :-)
La notizia è anche qui: Domani Giornata Mondiale contro infibulazione.
--Sentruper (msg) 11:50, 12 gen 2010 (CET)[rispondi]

Iniziativa meritevole e da condividere. Noto (con una punta di malizia) che però la fonte è la CISL. Sindacato di orientamento cattolico. Nota bene che non ce l'ho affatto col mondo cattolico (spesso meglio informato di tanti altri, specie per l'Africa e la condizione dei cristiani nel mondo) ma per quanto riguarda la "terzietà" in materia di religione non posso fare a meno di dubitare della correttezza "metodologica" di chi, avendo la sua verità, è inevitabilmente portato a disconoscere quella altrui. Lo stesso dicasi del mondo islamico quando parla di quello cristiano o ebraico e del mondo ebraico quando parla di Cristianesimo e Islam. Insomma, la militanza ostacola una libera e critica ricerca, che presuppone di non avere in tasca, appunto, alcuna "verità" precostituita.
Quanto alla tua battuta sulla meritorietà di Avvenire (che ha senz'altro vari meriti) ripeto che i suoi dati mi appaiono abbastanza visibilmente "taroccati" dalla volontà di "dare la croce addosso" :-)), se possibile, all'Islam. --Cloj 12:06, 12 gen 2010 (CET)[rispondi]

(riapro) Leggo solo ora il tuo risentito commento sulla "buona fede" e sulla tua intenzione "postale" di respingerlo al mittente. Del tutto fuori luogo perché (sarà certo stata colpa mia nell'esprimermi in maniera da indurti a un così marchiano errore) non mi riferivo certo a te. Quando mai ho attaccato la buona fede di un Utente? Con chi sei stato finora abituato a dibattere? Non con me di certo (anche se ricordo un nostro precedente confronto, se non sbaglio assai "civile"). Lo dico a chiari termini, a scanso di ulteriori equivoci, io parlavo di Avvenire. Spero di essere stato chiaro. Ciao. --Cloj 12:11, 12 gen 2010 (CET)[rispondi]

Certo che ricordo anch'io il nostro precedente dialogo! Sono proprio contento che non ti riferivi a me.
Buon lavoro e a presto.
--Sentruper (msg) 19:50, 12 gen 2010 (CET)[rispondi]

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