Discussione:Il sorpasso

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Cinema
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Informazioni sulle prime scene del film[modifica wikitesto]

Le informazioni sul percorso che la Aurelia del Cortona compie all'interno del quartiere della Balduina sono molto interessanti anche se un pochino confuse. Le ho rimosse dal corpo del commento al film e sistemate nella sezione curiosita'.Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 192.91.60.10 (discussioni · contributi) 11 giu 2007 alle 13:52.

Foto dal film[modifica wikitesto]

La foto nel riquadro mi sembra un po' spoiler, si intravede l'incidente e nella didascalia viene citato "ultima scena del film". Qualcuno conferma? Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 84.221.71.242 (discussioni · contributi) 7 set 2007 alle 14:49.

No, non e´ l´ ultima scena del film. Alla scena rappresentata nella foto ne succedono due: quella nella quale l´auto precipita tra gli scogli e quella, conclusiva, nella quale il Cortona disperato confida alle persone e alla polizia accorsa di conoscere appena ill suo sfortunato passeggero. --84.151.245.52 21:45, 7 set 2007 (CEST)[rispondi]
Giusto, non e' l'ultima. A proposito dello spoiler sul finale del film? A me ha colpito molto il finale inaspettato. --84.221.71.242 18:40, 8 set 2007 (CEST)[rispondi]

Vorrei sapere dai ben informati, ed eventualmente inserire nella sezione curiosità, se il clacson della Lancia Aurelia che guida Gassman è quello originale dell'auto o è un tipo modificato. Non trovo una voce che smentisca quest'ultima ipotesi, qualche appassionato automobilistico può precisarlo?! --Simotdi (msg) 20:48, 13 apr 2008 (CEST)[rispondi]

Erano clacson non di serie, dopo il film ebbero un gran successo. Piccola curiosità, un mio parente lavorò nel film, è il riccone che fuma in faccia alla ragazza nel bar sull'Aurelia.--Bizarria (msg) 20:30, 28 mag 2011 (CEST)[rispondi]

Età del personaggio Bruno Cortona[modifica wikitesto]

Vittorio Gassman aveva quasi 40 anni quando interpretò il personaggio di Bruno Cortona. Nel film però il personaggio di Bruno Cortona dichiara di avere 36 anni e non 40 come realmente aveva Gassman al momento delle riprese. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Paruccini (discussioni · contributi) 01:05, 17 ago 2013 (CEST).[rispondi]

Mi sembra del tutto irrilevante. È cosa più unica che rara che un attore impersoni un personaggio che ha la sua età reale. --  Il Passeggero - amo sentirvi 08:41, 1 apr 2014 (CEST)[rispondi]

Rimozione POV[modifica wikitesto]

Rimuovo sezione POV come da discussione. Riporto di seguito il testo rimosso.


Jean-Louis Trintignant e Vittorio Gassman in una scena del film.

Il forte taglio di critica sociale e di costume, seppure nascosto tra le pieghe comiche e divertenti della commedia, ne fa uno dei manifesti del genere cinematografico meglio conosciuto come commedia all'italiana. L'appartenenza a questo genere è tuttavia contestata da alcuni critici, i quali individuano nel capolavoro del Risi alcuni innovativi e originali caratteri formali.

Seppure, infatti, l'Italia descritta nel film sia la stessa, meschina e infingarda, borghese, ipocrita e bigotta, di tante rappresentazioni filmiche precedenti, a pieno diritto definite "commedie all'italiana", in questo film di Dino Risi sono presenti alcune particolarità che rappresentano chiare linee di rottura rispetto a questo genere. I personaggi protagonisti di Bruno Cortona e Roberto Mariani, per esempio, superano abbondantemente la caratterizzazione macchiettistica e caricaturale della commedia. Essi risultano psicologicamente completi e definiti (il regista è laureato in medicina e specializzato in psichiatria), soprattutto Trintignant, che dà vita a un ritratto molto intenso di un giovane timido, perdente, ma maturo nella sua coscienza di classe, attratto da schemi sociali di successo, ma allo stesso tempo incardinato a precisi canoni di comportamento mutuati dal proprio gruppo d'appartenenza, la piccola borghesia romana lavoratrice, che con le proprie virtù familiari si contrappone sia all'alta borghesia rampante e arrivista, sia al sottoproletariato urbano, ancora distante dai grandi processi economici.

Il duello psicologico Cortona-Mariani, giocato sul filo dei 130 chilometri orari, è uno schema nuovo, non consueto nei film di commedia. Come è del tutto innovativo, rispetto alle altre pellicole di genere, il ricorso all'io pensante del giovane Mariani, mediante il quale veniamo a conoscenza della contraddizione tra pensiero e azione che il ragazzo vive a contatto con Cortona, e soprattutto del percorso d'iniziazione erotica e sociale che egli compie. I personaggi protagonisti, così diversi ma in egual misura positivi e negativi, si attraggono e si respingono tra loro, attraendo a loro volta gli spettatori verso due poli distinti e contrapposti d'identificazione sociale: cosa questa che li rende assai diversi dai personaggi sordiani, protagonisti tipici della commedia, accompagnati in genere da un univoco senso di sottile disprezzo o comica compassione.

Il sorpasso segna un'ulteriore differenziazione rispetto ad altre pellicole della commedia all'italiana. In questo film la personalità artistica del regista è più marcata e presente, e non si limita alla sola partecipazione o rifinitura del soggetto. La dinamica delle scene e il succedersi dei piani sono estremamente più elaborati, e sono il frutto di una sola mente ideativa. A volte, la ripresa sfuma nel documentarismo, e i particolari d'ambientazione sono così definiti da somigliare quasi a un cinegiornale del tempo: così, per esempio, nella scena girata nella sala da ballo in riva al mare, quando il regista si sofferma con insistenza sui passi di twist delle comparse. Qui, il regista non è colui che si pone dietro la macchina da presa e si limita a filmare il lavoro corale di una squadra di artigiani, della quale un gruppo di geniali attori fa parte. Risi concepisce personalmente i piani-sequenza, determina a tavolino i ritmi delle scene e delle battute, e, pur lasciando ampio spazio alla creatività dell'attore, decide a priori l'incisività e lo stacco di alcune di esse. Il risultato è leggero, godibile, divertente, nello stile dell'autore, ma al tempo stesso si propone come testimonianza, documentazione e denuncia, allontanandosi molto dai confini della commedia. In alcuni momenti, come quando il giovane studente tenta di salire su un mezzo pubblico nel porto di Civitavecchia, la rappresentazione sociale diventa ultra-realistica, pressoché pasoliniana.

Il sorpasso risulta quindi, come suggerisce del resto il suo stesso titolo, un film assai veloce e ritmato su precisi spunti di accelerazione, e le battute memorabili di Vittorio Gassman chiudono i tanti siparietti che nella pellicola si aprono e si chiudono con continuità, schema questo che ha assai poco di teatrale e molto di cinematografico.

Catherine Spaak e Vittorio Gassman in una scena del film

Altri elementi formali fanno del film un'importante novità. La pellicola infatti è considerata da alcuni un vero road-movie ("pellicola di strada"), il primo del genere in Italia, poiché è strutturale il legame che viene vissuto con la strada nello svilupparsi della vicenda narrativa. È la strada, nel suo rapporto attivo e passivo coi due protagonisti, che segna il percorso del soggetto da un punto di partenza preciso (la Roma deserta di un ferragosto qualunque) sino alla tragica curva di Calafuria, poco dopo il paese di Quercianella, sul lungomare toscano.

I Cortona e i Mariani si allontanano brevissimamente dalla strada ma a essa fanno sempre ritorno, ed è la strada, appunto, la rappresentazione scenica di una nazione che si avvia velocemente alla fine di un sogno, quello del benessere collettivo e generalizzato. Il salto che l'autovettura compie nel vuoto, tra lo sguardo incuriosito di bagnanti distratti, è puro simbolismo. Come sono carichi di simboli la vita spezzata del giovane onesto e ingenuo e il pericolo invece scampato dal suo alter-ego Cortona. Essi rappresentano due identità della nazione, giunta a un bivio della propria storia. La prima, quella legata ai princìpi, sarà sedotta e morirà, nella fine di un sogno, lasciando campo libero alla seconda Italia, quella furbesca, individualista e amorale. È forse questa vena pessimistica, questa profonda sfiducia in un certo tipo di uomo italiano, nelle sue reali possibilità, in certi tratti ricorrenti della storia della nostra nazione, e questa critica dura alle sue abitudini e alla sua mentalità, che ricollega il film a quel genere, detto appunto commedia all'italiana, del quale è ritenuto da molti un capolavoro.

Occorre spendere qualche parola in più sui simbolismi che intorno alla strada si raccolgono. Non a caso è la Via Aurelia il percorso lungo il quale la vicenda si snoda, l'arteria consolare che esce da Roma e si dirige pigramente verso le riviere di Fregene e dell'alto Lazio, perché è questa la strada che più di altre nel corso degli anni sessanta ha rappresentato un mito collettivo e generazionale: una strada verso la vacanza, l'evasione, il benessere in molteplici rappresentazioni. L'Aurelia ha rappresentato, in certo qual modo, una sintesi sociale. Il suo percorso, muovendo dal centro della città, attraversava dapprima i quartieri borghesi della capitale in crescita, sorti a ridosso del centro storico di Roma, quindi sfiorava le borgate popolari ancora fatiscenti, e, correndo velocemente tra le ultime contrade agricole della bonifica laziale, raggiungeva le spiagge popolari della riviera o i piccoli centri delle facoltose Fregene, Santa Marinella, e via via su sino a Capalbio, tra un fiorire di urbanizzazioni selvagge e abusive. La civiltà che i protagonisti incontrano nel loro viaggio è quindi davvero uno spaccato trasversale di quella società romana che collettivamente si metteva in moto ogni domenica per celebrare il rito della festa, tra soste alle stazioni di servizio, lunghe code d'automobili e incidenti frontali.

Anche l'automobile, una Lancia Aurelia B24 (l'analogia tra il nome della spider e la via consolare non può, anche questa volta, esser casuale) riflette un simbolismo radicale. La macchina, infatti, era uscita dalle officine nel 1956 e rappresentava allora il prototipo di un'idea di eleganza e raffinatezza, ma ben presto si trasformò nell'ideale dell'automobile aggressiva, prepotente, truccata nel motore e negli allestimenti. In alcune scene del film la si scorge infatti in questa sua immagine. La fiancata destra mostra ancora le lavorazioni di un'officina di carrozziere, le riparazioni non ancora riverniciate, le cicatrici che dovevano testimoniare le battaglie sostenute dall'auto e dal suo pilota. Dino Risi sceglie non casualmente una Lancia Aurelia, poiché essa rappresenta proprio la corruzione di un'idea, quella fiducia nel miracolo economico che con gli anni andrà a finire in Italia, lasciando il posto a una società divisa e contraddittoria, nella quale solo i cialtroni opportunisti, come Cortona, e i loro pseudovalori morali diventeranno i soggetti protagonisti di un benessere sociale.


--  Il Passeggero - amo sentirvi 09:24, 2 apr 2014 (CEST)[rispondi]

Ripristino sezione rimossa per lavorare a inserimento fonti. Datemi tempo. Se non ci riuscirò ritoglierò il paragrafo.--Gierre (msg) 08:35, 11 apr 2014 (CEST)[rispondi]
OK, usa l'avviso WIP, per cortesia. Ah, per identare una discussione, usa i due punti (:), non l'asterisco (*). Grazie. --  Il Passeggero - amo sentirvi 11:08, 11 apr 2014 (CEST)[rispondi]
Ripensandoci però sarebbe meglio tu lavorassi in una sandbox, riportando poi le modifiche nella voce. --  Il Passeggero - amo sentirvi 11:09, 11 apr 2014 (CEST)[rispondi]
...ma perché l'asterisco cos'ha che non va?--Gierre (msg) 06:48, 12 apr 2014 (CEST)[rispondi]
Ho inserito le fonti richieste (una diecina). D'accordo nel togliere l'avviso di ricerca originale?--Gierre (msg) 09:43, 12 apr 2014 (CEST)[rispondi]
Sentirei anche altri utenti che seguono più da vicino il progetto cinema. Ho inserito una richiesta di pareri qui. L'asterisco si usa per gli elenchi. Per identare si usano i due punti. --  Il Passeggero - amo sentirvi 09:00, 14 apr 2014 (CEST)[rispondi]

Carabinieri o Polizia Stradale nella scena finale?[modifica wikitesto]

Credo si tratti di agenti di Polizia Stradale quelli visibili sull'Aurelia subito dopo il drammatico volo della Lancia nella scena finale del film. Sempre agente chi domanda a Bruno se la vittima fosse suo parente: credo sia il caso di correggere in questo senso il testo "carabinieri" nella pagina de "Il sorpasso". Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 151.29.245.77 (discussioni · contributi).

Sostituito con un generico "agenti". Ne ho approfittato per sostituire anche i nomi dei personaggi (Bruno e Roberto), più adatti dei cognomi (Cortona e Mariani) e per togliere un commento arbitrario ("con candida crudeltà"). --ArtAttack (msg) 19:47, 15 giu 2015 (CEST)[rispondi]

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