Discussione:Il caso Mattei

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Questa voce rientra tra gli argomenti trattati dal progetto tematico sottoindicato.
Puoi consultare le discussioni in corso, aprirne una nuova o segnalarne una avviata qui.
Cinema
ncNessuna informazione sull'accuratezza dei contenuti. (che significa?)
ncNessuna informazione sulla scrittura. (che significa?)
ncNessuna informazione sulla presenza di fonti. (che significa?)
DGravi problemi relativi alla dotazione di immagini e altri supporti grafici nella voce. Mancano molti file importanti per la comprensione del tema, alcuni essenziali. (che significa?)


Sinceramente ci sono cose nella parte scritta (della voce ovviamente) che si comprendono poco TierrayLibertad 09:42, Nov 13, 2004 (UTC)


Promemoria: il materiale contenuto in questo scritto (firmato) non potrebbe essere utilizzato per una voce specifica, al di fuori del film, relativa al Caso Mattei (senza articolo, così non serve neanche la wikipedia:disambiguazione)? - Twice25 07:58, Giu 29, 2004 (UTC)


Il ruolo della mafia nella morte di Mattei


L’ipotesi del complotto internazionale,nella morte di Mattei , sembrerebbe avvalorata da quanto sostenuto negli ultimi anni , da alcuni pentiti di mafia. Secondo quanto riferito da costoro , in maniera pressoché concorde , Mattei sarebbe stato ucciso per fare un favore a Cosa Nostra americana che , per tale delitto , avrebbe richiesto l’aiuto , a livello esecutivo , di Cosa Nostra siciliana. La mafia d’oltreoceano , a sua volta , avrebbe agito per fare un favore a personaggi vicini alle grandi compagnie petrolifere americane alle quali non era gradita la politica del petrolio perseguita da Mattei. Il contatto con Mattei , i boss siciliani, lo avrebbero ottenuto per il tramite di Verzotto , mentre l’esecuzione sarebbe stata affidata al capomafia di Riesi Giuseppe Di Cristina , amico di Verzotto. Alcuni mafiosi avrebbero invitato , appunto tramite Verzotto , Mattei ad una battuta di caccia in una riserva nei pressi di Catania , il che avrebbe consentito la manomissione del bireattore del presidente dell’ENI mediante l’occultamento di un ordigno esplosivo a tempo. Le dichiarazioni dei pentiti che vengono in rilievo , per ciò che concerne la vicenda Mattei , sono quelle del pentito storico della mafia Tommaso Buscetta , di Gaetano Iannì , di Salvatore Riggio e per ultimo di Francesco Di Carlo , il boss di Altofonte. Ha riferito sulla morte di Enrico Mattei ,Tommaso Buscetta : "Il primo delitto <<eccellente>> di carattere politico ordinato dalla Commissione di Cosa Nostra, costituita subito dopo il 1957, fu quello del presidente dell’ENI MATTEI Enrico. In effetti, fu Cosa Nostra a deliberare la morte del MATTEI, secondo quanto mi riferirono personalmente alcuni dei miei amici che componevano quella Commissione come GRECO Salvatore <<Cicchiteddu>> e LA BARBERA Salvatore. L’indicazione di uccidere il MATTEI giunse da Cosa Nostra americana, attraverso Bruno Angelo (autorevole esponente della famiglia di Philadelphia), che chiese questo favore a nome della Commissione degli USA e nell’interesse sostanziale delle maggiori compagnie petrolifere americane. Secondo quello che mi fu detto, il piano per eliminare MATTEI fu illustrato in Commissione dagli stessi GRECO e LA BARBERA (quest’ultimo - all’epoca - capo del mandamento di Palermo-Centro, cui apparteneva la mia famiglia). La decisione fu presa senza l’opposizione di alcuno, e gli unici rilievi riguardarono le modalità di esecuzione dell’omicidio e la scelta degli uomini d’onore cui affidare il compito. Fu deliberato di non usare armi da fuoco per lasciare nel dubbio la matrice del crimine, e pertanto si pensò di simulare un incidente aereo per lasciare l’episodio avvolto nel mistero. L’incarico di organizzare materialmente l’attentato fu dato a GRECO Salvatore <<Cicchiteddu>>, il quale si avvalse della collaborazione di uomini d’onore già di spicco, appartenenti a diverse province, quali MINORE Antonio, DIANA Bernardo, DI CRISTINA Giuseppe e BONTATE Stefano. Quest’ultimo, anzi, pur senza dirmi nulla circa il reale scopo dei viaggi, mi portò con sé, talvolta, ove lo vidi incontrare FERRERA Salvatore <<Cavadduzzu>>, pur senza partecipare alle loro discussioni. Ricordo in proposito che in qualcuna di queste occasioni soggiornammo in albergo, giacché (se ben rammento) durante l’istruttoria del processo dei c.d. 114 il G.I. NERI Filippo mi contestò questa circostanza, denotante una mia sicura vicinanza al BONTATE. Sempre secondo quanto successivamente mi riferirono BONTATE, GRECO e LA BARBERA, VERZOTTO Graziano (allora rappresentante dell’AGIP in Sicilia) stabilì un contatto tra quel gruppo di Cosa Nostra e il MATTEI, pur senza conoscere il reale motivo per cui gli era stato richiesto quel favore. Il VERZOTTO, infatti, era molto legato a DI CRISTINA Giuseppe, come ebbi modo di apprendere da quest’ultimo durante una comune detenzione all’Ucciardone verso la metà degli anni Settanta. Il contatto con il MATTEI attraverso il VERZOTTO era finalizzato a invitare il primo a una battuta di caccia - in una riserva sita nei pressi di Catania - sfruttando la notizia secondo cui il MATTEI era un appassionato cacciatore. In effetti, durante questa battuta di caccia, l’aereo privato del MATTEI venne manomesso o vi fu occultato un qualche ordigno esplosivo a tempo (non ho mai saputo nulla di preciso al riguardo) da parte di persone la cui identità non ho mai conosciuto, che operarono sfuggendo alla vigilanza esistente nell’aeroporto. Penso di poter dire, anzi, che sulle modalità operative dell’attentato nessun uomo d’onore - a eccezione degli ignoti esecutori materiali - abbia mai saputo la verità". (Verbale d’interrogatorio del 29 aprile 1994) (Proc. Penale n. 349/95) Anche Gaetano IANNÌ è un "pentito" di mafia. Le sue dichiarazioni sulla morte di Enrico MATTEI, pur essendo state l’occasione per la riapertura delle indagini sulla morte del presidente dell’ENI, sono assai scarne, ma non equivoche e comunque convergenti con quelle di Buscetta.: "... omissis ... a conclusione di una di queste riunioni lo zio TANO si intrattenne a parlare con me e PAOLELLO Orazio e tra le altre cose ricordo che ci parlò del caso MATTEI. Voglio premettere che io non prestai molta attenzione al racconto in quanto non mi interessava particolarmente. Attenzione prestò il PAOLELLO. Comunque lo zio TANO che in precedenza ci aveva detto di aver fatto parte della famiglia capeggiata da DI CRISTINA Giuseppe e che per l'eliminazione di MATTEI c'era stato un accordo tra gli americani e Cosa Nostra. Che il centro di Cosa Nostra, cioè Palermo, incaricò per l'eliminazione DI CRISTINA Giuseppe il quale con la sua famiglia fece in modo che sull'aereo sul quale viaggiò il MATTEI venisse collocata una bomba ... omissis ...". (Verbale di interrogatorio del 27 luglio 1993, trasmesso dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Caltanissetta)

L’ultimo "pentito" di mafia che riferisce circostanze relative alla morte di Enrico MATTEI è Salvatore RIGGIO: "... circa la morte di Enrico Mattei ... tutto quanto io so ... lo so per averlo sentito all'interno della <<famiglia>> di Riesi, non per scienza diretta. All'interno della famiglia si diceva che interessato alla morte di Enrico MATTEI era Graziano VERZOTTO, già onorevole e presidente dell’E.M.S.. VERZOTTO avrebbe conseguito il proprio scopo - la morte di MATTEI - rivolgendosi a Beppe DI CRISTINA. Non so dirle se l'interesse di VERZOTTO alla morte di MATTEI era un interesse diretto o un interesse indiretto, del quale VERZOTTO si faceva portatore. Graziano VERZOTTO era molto legato a Beppe Di Cristina e alla famiglia di Riesi. So che egli era <<compare>> di Beppe DI CRISTINA, per aver fatto il testimone alle sue nozze. Inoltre, molti del mio paese sono stati assunti all’E.M.S. tramite DI CRISTINA e VERZOTTO ... Sempre in ordine alla morte di Enrico Mattei, nella famiglia di Riesi si parlava di una bomba messa sull'aereo, ma io non conosco ulteriori particolari per non essermi mai stati riferiti". (Verbale di interrogatorio del 15 luglio 1996)

(Proc. Penale n. 349/95)

Da ultimo Francesco Di Carlo dirà “ L’aereo sul quale viaggiava il presidente dell’ENI fu sabotato dagli uomini d’onore della famiglia mafiosa del boss di Riesi Giuseppe Di Cristina “. Ciò il Di Carlo avrebbe appreso direttamente dallo stesso Di Cristina che gli disse di essere stato incaricato dai vertici della mafia di Palermo di organizzare un attentato a Mattei per fare un favore agli “ amici americani “ che avevano rapporti anche con i servizi segreti arabi. Aggiungerà Di Carlo “ Gli americani ( le famiglie mafiose siculo americane) volevano fatta questa cortesia perché questo Mattei dava molto fastidio a certi interessi petroliferi “ Per la verità le propalazioni dei suddetti pentiti , pur coincidendo nel nucleo fondamentale e cioè per quanto riguarda il movente della uccisione di Mattei e l’interessamento della mafia , divergono per ciò che concerne il ruolo del Verzotto. Se infatti la versione dei pentiti è concorde sul fatto che il contatto tra i mafiosi e Mattei avvenne per il tramite di Verzotto , la stessa diverge per ciò che riguarda la consapevolezza di Verzotto su ciò che di li a poco sarebbe accaduto a Mattei. Infatti , mentre secondo Buscetta Verzotto non era a conoscenza del motivo per cui gli era stato chiesto di mettere in contatto Mattei con i mafiosi che lo avevano invitato ad una battuta di caccia , per il pentito Riggio Verzotto , secondo quanto da lui appreso all’interno della “ famiglia “, sarebbe stato direttamente o indirettamente interessato alla morte di Mattei. Altra affermazione che desta perplessità è quella di Buscetta secondo cui sulle modalità operative dell’attentato nessun uomo d’onore , ad eccezione degli esecutori materiali , peraltro rimasti ignoti , avrebbe mai saputo la verità. Ciò potrebbe indurre a ritenere che mentre il ruolo della mafia fu esclusivamente quello di predisporre le condizioni ambientali per rendere possibile l’attentato distraendo Mattei con l’invitarlo ad una battuta di caccia , altri e non certo mafiosi , ma in accordo con questi ultimi , potrebbero essere stati coloro che occultarono l’ordigno esplosivo a tempo sull’aereo di Mattei. A tale conclusione inducono due considerazioni . I collaboratori di giustizia , nel riferire di episodi delittuosi ed in particolare di omicidi , quasi sempre sono a conoscenza sia dei mandanti che degli esecutori che sono noti all’interno della organizzazione mafiosa. E’ pertanto da considerare anomalo il fatto che nessun uomo d’onore fosse a conoscenza delle modalità esecutive dell’attentato e della identità degli esecutori materiali. Se così è , ciò significa che la fase operativa ( avvicinamento all’aereo di Mattei e collocamento dell’ordigno ) non fu gestita dalla organizzazione mafiosa ma da soggetti diversi. Tale ipotesi sembra avvalorata da quanto sul punto dichiarato dai pentiti .Buscetta infatti ha riferito di ignorare l’identità di coloro che collocarono la bomba sfuggendo alla vigilanza esistente in aeroporto e lo Iannì si limita a dire che Di Cristina “ fece in modo “ che sull’aereo di Mattei venisse collocato un ordigno esplosivo. Nessuno dei due quindi fa riferimento , in tale fase , ad appartenenti a Cosa Nostra. Ma vi è di più. Da indagini condotte dalla Procura militare di Pavia è emerso che tra il 1960 e il 1962 ,una delle guardie del corpo di Mattei ,tale Giulio Paver , era un appartenente alla organizzazione Gladio e si dimise dall’ENI poco dopo la morte di Mattei. Allo stesso gruppo di Gladio cui apparteneva il suddetto Paver risultarono aderenti anche Lucio e Camillo Grillo. Ebbene , fu proprio un mai identificato capitano Grillo , qualificatosi come capitano dei carabinieri , che ispezionò , con altri “colleghi “ l’aereo che si trovava sulla pista dell’aeroporto di Catania pronto per il decollo ma incustodito.Altra circostanza strana questa ! Il pilota del velivolo infatti ,all’atto della ispezione , era assente. Due ore prima del decollo del bireattore di Mattei , all’aeroporto di Fontanarossa ,il pilota Bertuzzi venne chiamato al bar dell’aeroporto in quanto , così gli si disse , desiderato da Mattei. Bertuzzi si recò al bar ma non c’era nessuno. Nel ritornare indietro però vide scendere dal velivolo una persona in divisa che si qualificò come il capitano dei carabinieri Grillo. Insieme a lui vi erano due uomini con una tuta bianca. Alla domanda di Bertuzzi se fosse successa qualcosa ,il sedicente capitano Grillo rispose che era stata fatta una ispezione aggiungendo : “ La mafia , sapete….” Coincidenze ? può darsi. Ma coincidenze inquietanti. Due settimane prima ,Leonid Kolosov ,agente del KGB aveva avvertito Mattei dei pericoli che correva ed in particolare del fatto che le Sette Sorelle avevano deliberato la sua condanna a morte. Sembra che Mattei avesse risposto : “ Ho una guardia del corpo assai efficiente “ Ma Mattei ignorava l’esistenza di Gladio ! Mattei non voleva andare in Sicilia anche perché a Gela era già stato qualche giorno prima per discutere di un giacimento di metano ed anche perché le pressioni che per tale viaggio gli venivano fatte lo insospettivano soprattutto per i tempi brevi del ritorno ed anche in considerazione delle minacce che , negli ultimi mesi ,aveva ricevuto a causa della sua politica petrolifera volta a contrastare , come si è visto , il monopolio internazionale delle Sette Sorelle. Sembra che a convincerlo sia stata una telefonata di Fanfani , allora presidente del Consiglio il quale lo sollecitò ad andare per rassicurare i siciliani che il metano sarebbe servito alla rinascita dell’isola e non per favorire interessi estranei. Mattei arriva in Sicilia il 26 e il giorno dopo parla a Gagliano. Lo accompagnano il presidente della Regione D’Angelo e Graziano Verzotto. Il bireattore , a guardia del quale era rimasto il pilota Bertuzzi , doveva decollare alle 14,15. Si ricorre a dei pretesti per trattenere Mattei. Il decollo avverrà soltanto verso le 17. Secondo un rapporto segreto della CIA del 17 aprile 1964 , consegnato a Lyndon Jhonson , allora divenuto presidente degli Stati Uniti , il governo USA e le Sette Sorelle non avrebbero tratto alcun vantaggio dalla morte di Mattei , lasciandosi così intendere che si sarebbe trattato di un delitto maturato in casa nostra. Ma il rapporto oltre a contraddirsi in alcuni punti , ( in cui si ammette esplicitamente che la scomparsa di Mattei giovò alle Sette Sorelle) , conteneva anche dei riferimenti alla morte di quest’ultimo , riferimenti che risultano censurati dato che da quel rapporto manca complessivamente una pagina ! Ritornando a De Mauro ( da cui ha preso le mosse il nostro discorso ) , la sua scomparsa , secondo Buscetta , andrebbe ricercata nelle indagini che stava conducendo sulla morte di Mattei. Dice Buscetta : “ Stefano Bontate venne a sapere che stava avvicinandosi troppo alla verità ed organizzò il prelevamento del giornalista in via delle Magnolie. Si incaricò della operazione il suo vice Girolamo Teresi “ E’ di questa vicenda che dobbiamo ora occuparci per stabilire se effettivamente la chiave della scomparsa di Mauro De Mauro vada ricercata nelle indagini sulla morte di Mattei , indagini finalizzate ad uno scoop giornalistico e che il giornalista poco prima della sua scomparsa , stava svolgendo.

Alberto Di Pisa

Dall'articolo[modifica wikitesto]


La testimonianza storica di Parri racconta i primi anni del governo dopo la guerra. Quella di La Pira, sindaco di Firenze, nella narrazione, ne mette in risalto l’umanità quando gli si rivolse, dicendo che lo Spirito Santo in sogno gli disse che lo avrebbe aiutato per salvare lo stabilimento del Pignone dalla crisi, comperandolo.

Definito da un cronista americano l’italiano più potente dopo Giulio Cesare, vive del suo stipendio che non supera quello di un direttore generale, ha una casa lussuosa ma per lo più vive in una modesta camera d’albergo, di sè afferma: “Sono nato povero, in un villaggio delle Marche, mio padre era maresciallo dei carabinieri, catturò il brigante Musolino, a 14 anni ero apprendista in una fabbrica di reti … etc.”, affermando così di aver ottenuto cariche di prestigio semplicemente con il lavoro e con le proprie mani.

Il mondo politico di allora. Quello economico: il cartello petrolifero internazionale, le sette sorelle. Il petrolio in Tunisia, Algeria e nel mondo Arabo, nell’Africa settentrionale. “La guerra del petrolio.” Poi l’attentato del cacciavite nel motore dell’aereo. Il progetto di sganciare l’Europa dagli americani, l’acquisto del petrolio sovietico. L’idea di sostituire il sistema colonialista con una collaborazione diretta tra stati produttori e stati consumatori. La scomparsa il 17 settembre 1970 del giornalista Mauro De Mauro, incaricato da Rosi di documentarsi sul caso Mattei per il film. L’ombra della Mafia. Le minacce. Il viaggio in Sicilia. Gli interrogativi: Incidente? Sabotaggio? Caduta per un’esplosione a bordo? Oggi resta la convinzione che fu ucciso ed il suo aereo fatto saltare.

Significativa la metafora Eni-Agip-(Italia)-(Mattei)-Gattino nel film: “Era una zuppa che bastava per cinque cani, non per due ad un tratto udii un miagolio mi voltai a guardare e vidi arrivare un gattino, grande così, uno di quei gattini, magri, affamati, deboli, aveva una grande paura ed una grande fame. Si avvicinò pian piano, sempre miagolando, guardando i cani che per fortuna in quel momento avevano la testa immersa nel catino e così arrivò fin sotto il catino, fece un miagolio e con uno zampino si appoggiò sull’orlo del catino.

Il bracco tedesco gli diede un colpo, lanciando questo gattino a tre quattro metri di distanza con la spina dorsale rotta. Il gattino visse qualche minuto e morì! Quest’episodio mi fece una grande impressione e l’ho sempre ricordato, specialmente in questi anni.

Ecco! Noi siamo stati gattini per tutti questi anni, avendo contro una massa di interessi paurosi. Contro di noi si è sollevata una polemica terribile, abbiamo seguitato a lavorare a rafforzarci, cercando di non farci colpire, il tentativo era o di soffocarci o di lasciarci, deboli.”

Altri dialogi interessanti:

Al giornalista che gli dice che con la sua politica sarebbero compromessi gli interessi dell’occidente? Risponde "Ma balle! Le compagnie petrolifere non sono l’occidente, sono delle società per azioni che fanno i loro interessi, punto e basta. Ma anche se ammettessimo che le grandi compagnie fanno gli interessi dell’occidente che cosa significherebbe? Che l’occidente vuole tenere l’Italia come un paese di serie B? L’occidente vuole tenere i paesi produttori di petrolio nelle attuali condizioni di arretratezza? A me non me ne frega niente di un occidente che non ha capito che i paesi produttori fanno parte del terzo mondo ed il terzo mondo è in rivoluzione. Non saranno certo le compagnie petrolifere a fermare questa rivoluzione. (giornalista) – La fermerà lei? (Mattei)- No non dico questo! Dico però che l’unico modo, non di fermarla, ma di impedire che ci travolga tutti è di considerare il terzo mondo come un mondo di uomini e non di esseri inferiori.”

“Il petrolio fa cadere i governi, fa scoppiare le rivoluzioni, i colpi di stato, condiziona l’equilibrio nel mondo … se l’Italia ha perso l’autubus del petrolio è perché gli industriali italiani, questi grandi industriali, non se sono mai occupati … non volevano disturbare la digestione dei potenti.”

“A lei pare possibile che il destino di milioni e milioni di uomini nel mondo in questo momento possa dipendere da 4 o 5 miliardari americani… La mia ambizione … battermi contro questo monopolio assurdo e se non ci riuscirò io, ci riusciranno quei popoli che il petrolio ce l’hanno sotto i piedi.”


Spostato qui dall'articolo. Se qualcuno può trarne gli elementi utili e reinserirli faccia pure. shaka (you talkin' to me?) 11:16, Apr 10, 2005 (UTC)

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento esterno sulla pagina Il caso Mattei. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 07:49, 5 giu 2019 (CEST)[rispondi]

Distribuzione DVD[modifica wikitesto]

Sicuri che non sia mai stato distribuito in DVD? Spulciando sul web, si trovano alcune copie in vendita.--37.77.123.8 (msg) 10:50, 18 set 2019 (CEST)[rispondi]

Collegamenti esterni interrotti[modifica wikitesto]

Una procedura automatica ha modificato uno o più collegamenti esterni ritenuti interrotti:

In caso di problemi vedere le FAQ.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 09:48, 19 gen 2022 (CET)[rispondi]