Discussione:HMS Bedouin

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Questa voce rientra tra gli argomenti trattati dal progetto tematico sottoindicato.
Puoi consultare le discussioni in corso, aprirne una nuova o segnalarne una avviata qui.
Marina
La voce è stata monitorata per definirne lo stato e aiutarne lo sviluppo.
Ha ottenuto una valutazione di livello sufficiente (aprile 2010).
BLievi problemi relativi all'accuratezza dei contenuti. Informazioni esaustive nella gran parte dei casi, ma alcuni aspetti non sono del tutto approfonditi o altri non sono direttamente attinenti. Il tema non è stabile e potrebbe in breve necessitare di aggiornamenti. (che significa?)
BLievi problemi di scrittura. Qualche inciampo nello stile. Linguaggio non sempre scorrevole. Strutturazione in paragrafi adeguata, ma ancora migliorabile sotto alcuni aspetti. (che significa?)
CSeri problemi relativi alla verificabilità della voce. Carenza di fonti attendibili. Alcuni aspetti del tema sono completamente privi di fonti a supporto. Presenza o necessità del template {{cn}}. La delicatezza del tema richiede una speciale attenzione alle fonti. (che significa?)
CSeri problemi relativi alla dotazione di immagini e altri supporti grafici nella voce. Mancano alcuni file importanti per la comprensione del tema. (che significa?)
Monitoraggio effettuato nell'aprile 2010


Ho notato che la pagina da me inserita relativamente al cacciatorpediniere britannico Bedouin in servizio nella Royal Navy nel corso della seconda guerra mondiale, è stata rimossa per sospette copiature da un sito internet che si occupa di immersioni su relitti. Per quanto l' attività subacquea rientri nei miei interessi e sia da me praticata e che le similitudini riscontrate ci siano (stiamo comunque parlando dell'affondamento di una nave e questo non è che permetta molti voli pindarici) le mie fonti sono altre. Più precisamente la vicenda dell' HMS Bedouin, viene ricostruita con grande dovizia di particolari nel libro "Il gruppo Buscaglia e gli aereosiluranti italiani" di M.Aichner e G.Evangelisti Ed. Longanesi 1973. Nel mio contributo mi sono basato su quelli che ritenevo i dati salienti e guardandomi bene dal copiare pedissequamente alcun passaggio del libro (sebbene il diario di bordo del comandante dell'unità, Capitano G.B.Scurfield, ottenuto dagli autori nel 1966 dall'Ammiragliato inglese, fosse un documento veramente interessante). Altra fonte di informazione utilizzata è http://www.wartimememories.co.uk/ships/bedouin.html un sito di veterani inglesi e infine http://www.bbc.co.uk/ww2peopleswar/stories/60/a2064160.shtml il sito della BBC inglese, ove la figlia del Capitano Sherard Manners, comandante in seconda del Bedouin, narra i vari passaggi dell'affondamento dell'unità attraverso i ricordi del padre. --Arnaldo Tosoni 16:33, 22 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Confermo che non si tratta di copyviol, con tante scuse all'autore... :) --RobSquattaturi 20:31, 22 ott 2007 (CEST)[rispondi]

A CHI ASPETTA IL MERITO DELL’AFFONDAMENTO DEL CACCIATORPEDINIERE BEDOUIN

Tutte le relazioni compilate all’epoca degli avvenimenti dagli organi della Regia Aeronautica furono concordi nell’affermare che il Bedouin nel momento in cui fu attaccato dall’aerosilurante del sottotenente Martino Aichner era completamente immobilizzato. In particolare, per sostenere tale tesi, sono di estrema importanza le relazioni del Comando Aeronautica della Sicilia e di Superaereo, nelle quali è ben messo in evidenza che alle 13.25 del 15 giugno 1942 l’S. 79 di Aichner attaccò è colpì col siluro un grosso cacciatorpediniere, “fermo per le avarie riportate nella battaglia contro le FF.NN.” italiane, che poi affondò in pochi minuti capovolgendosi. Esiste poi, come prova delle convinzioni di allora, il “Rapporto di lancio” allegato alla “Relazione Operativa” (Mod. A.C. 2) del Comando Aeronautica Sicilia, compilata in data 18 giugno 1942 dal comandante del 132° Gruppo Aerosiluranti, capitano pilota Buscaglia. In esso i dati di moto del Bedouin, stimati all’istante dell’avvistamento e al momento del lancio, sono fissati in “O” nodi, mentre nell’annesso grafico è chiaramente indicato che il siluro sganciato dall’S. 79 della 281a Squadriglia seguì una traiettoria diretta al centro del bersaglio (beta 90), senza nessuna angolazione verso proravia del bersaglio, che sarebbe stata indispensabile, anche di pochissimi gradi, se l’unità navale presa a bersaglio fosse stata in movimento, seppure a velocità molto modesta. Nelle relazioni britanniche, che praticamente concordano con quanto venne riferito dagli Ufficiali del Servizio Informazioni Segreto della Marina (S.I.S.) e dell’Aeronautica (S.I.A.), che interrogarono, dopo il loro salvataggio da parte della nave ospedale Meta, i naufraghi del Bedouin, risulta che il cacciatorpediniere fu immobilizzato alle 07.00 del 15 giugno da una salva di medio calibro sparata dagli incrociatori della 7a Divisione Navale Eugenio di Savoia e Raimondo Montecuccoli (ammiraglio Alberto Da Zara), che devastò l’apparato motore dell’unità. Questa, colpita poi ripetutamente sulle sovrastrutture da altri colpi, dovette anche allagare i depositi di poppa per evitarne l’esplosione. In totale, il Bedouin incasso ben dodici proietti da 152 dell’Eugenio e del Montecuccoli – forse anche con il concorso dei 140 m/m del cacciatorpediniere Premuda – che in parte (dieci colpi secondo il comandante Scurfield) essendo perforanti, lo passarono da parte a parte per poi esplodere al di fuori dello scafo. Verso le ore 10.00 il Bedouin fu preso a rimorchio dal cacciatorpediniere Partridge, che dopo essere stato anch’esso immobilizzato dal tiro degli incrociatori italiani, che lo centrarono con tre granate, aveva rimesso in moto una delle due macchine, ed era in grado di sostenere una velocità di dodici nodi. Il Partridge, trainando lentamente il Bedouin aveva diretto dapprima verso sud per tentare di raggiungere Malta. Successivamente, il capitano di fregata con funzioni di capitano di vascello Cecil Campbell Hardy – che a bordo dell’incrociatore contraereo Cairo esercitava il comando della Forza X – ordino ai due cacciatorpediniere di dirigere verso occidente, contando sul fatto che il Bedouin, come aveva segnalato, fosse in grado di poter rimettere in moto una macchina per raggiungere Gibilterra. Ma quando le navi dell’ammiraglio Da Zara rivolsero nuovamente l’attenzione alle due unità in avaria, il Partridge fu costretto a mollare il rimorchio, e dopo aver steso una cortina di fumo per occultare il Bedouin, si allontanò per portarsi a distanza di sicurezza dal tiro italiano. All’improvviso, dal Bedouin, che cercava a sua volta di nascondersi con il fumo all’attenzione delle navi italiane, fu visto un aereo sbucare attraverso la cortina e avvicinarsi per sganciare un siluro, che arrivò a segno, affondandolo. Si trattava dall’aerosilurante del sottotenente pilota Martino Aichner, che subito dopo, rimasto colpito dal fuoco delle mitragliere del cacciatorpediniere, fu costretto ad ammarare a qualche miglio di distanza dalla sua vittima. Ritenendo di essere il vero l’artefice dell’affondamento del danneggiato Bedouin, e a seguita ad un vera lotta di convincimento durata molto tempo da parte dell’ex ufficiale, diventato nel frattempo avvocato, Aichner riuscì a convincere i vertici dell’Aeronautica ad insignirlo con la Medaglia d’Oro al Valor Militare, da aggiungere a quella d’Argento ricevuta subito dopo la sua impresa. Naturalmente il fatto che l’ex ufficiale dell’Aeronautica si prendesse tutti i meriti dell’affondamento del Bedouin che, lo ricordiamo, era stato colpito e quasi smantellato da dodici granate delle navi di Da Zara, non trovò d’accordo i vertici della Marina, come era logico; ma poi, secondo alcuni per non continuare le polemiche in un periodo in cui si stava discutendo per la costituzione di un’Aviazione della Marina autonoma dall’Aeronautica, la sua tesi fu accettata, senza più riserve. Pertanto all’ufficiale, con solenne cerimonia a Pantelleria, in cui noi stessi, su richiesta dell’allora Direttore dell’Ufficio Storico della Marina Militare, ammiraglio di squadra Renato Sicurezza, preparammo la relazione sulla battaglia letta nell’occasione, fu concessa l’ambita decorazione. La Medaglia d’Oro ad Aichner fu assegnata, come prova, sulla base di una lettera scritta il 10 maggio 1985 dall’ex comandante in seconda del Bedouin, Sir Sherard Manners, e successivamente di un intesa sottoscritta dai due personaggi, il 28 aprile del 1986 nei locali dell’Ambasciata italiana a Londra. Manners, basandosi su ricordi risalenti a ben quarantaquattro anni prima, dichiarò che al momento del siluramento il cacciatorpediniere si muoveva lentamente con le sue sole forze “da circa un quarto d’ora, ed una velocità di circa 5 nodi”, permessa dal fatto che uno dei motori “era stato riparato”. Questa affermazione, contrasta con le deposizioni dell’epoca rese agli Ufficiali del S.I.S. e del S.I.A. dai naufraghi del Bedouin. Di particolare importanza risulta la testimonianza di un sottufficiale di macchina, il quale nell’interrogatorio a cui fu sottoposto affermò testualmente di essere “stato un peccato” che l’aerosilurante italiano avesse colpito il cacciatorpediniere, “perché in un'altra mezz’ora” di tempo sarebbe stato possibile riuscire “a riparare una delle motrici principali”, che avrebbe permesso alla neve di muoversi ad una velocità di “18 miglia”. Questa versione è poi confermata, in una lettera scritta alla moglie dalla prigionia in Italia, dal comandante Scurfield che parlando con il direttore di macchina David Jay sulla possibilità di rimettere in moto e raggiungere Gibilterra, come egli sperava, ne ricevette in risposta: “… sperava di riuscire a mettere in moto la macchina di manovra entro un’ora o due, e dopo anche la macchina principale. Ma l’arrivo degli incrociatori dell’ammiraglio Da Zara non lo permise, e al Bedouin, abbandonato dal Partrige, non restò che cerca di occultarsi alla loro attenzione creandosi una cortina di fumo con alcuni galleggianti e una apparecchiatura contraerea fumogena. Il rapporto del comandante del Partridge, capitano di fregata William Alan Frank Hawkins, datato 19 giugno 1942, non accenna alle possibilità del Bedouin di manovrare con le sue macchine. Questi riferì che dopo essere stato colpito il Bedouin era pronto ad essere preso a rimorchio alle 09.00 del 15 giugno, ma per problemi tecnici il suo cacciatorpediniere poté farlo solo alle ore 09.40. Dovette poi abbandonare il traino del Bedouin per l’avvicinarsi degli incrociatori italiani, e ritirarsi con il Partridge verso ovest, mentre il Bedouin, che non aveva ancora una propria possibilità di manovra, restò immobile sul mare. Invece, nella lettera di Scurfield alla moglie, si sostiene che il cacciatorpediniere “aveva cominciato a muoversi da pochi minuti, grazie ai magnifici sforzi di Jay” che al momento dell’arrivo degli incrociatori italiani “stava venendo sul ponte a dirmelo” [sic], mentre invece doveva essersene accorto egli stesso. Se nonché, ad infittire il mistero, contribuì una lettera del 25 marzo 1985 scritta in risposta ad una richiesta di Aichner dal Capo del Navy Historical Branch of Ministry of Defence britannica, J.D. Brown, in cui sosteneva: “il BEDOUIN non era sotto traino al momento del vostro attacco, infatti il rimorchio era stato lasciato un’ora prima e la nave era ferma in mare” [sic]; era quindi una versione che concordava con quella sostenuta all’epoca degli avvenimenti, ragion per cui il Bedouin non poteva muoversi come riferito da Scurfield e tanto meno alla velocità di 5 miglia, come sostenuto da Manners (Cfr. Marco Feller e Sebastiano Licheri, “l’affondamento del Bedouin”, in Rivista Marittima, gennaio 1989). L’affondamento del Bedouin resta pertanto un mistero che contribuisce ad infittire di incertezza alcuni momenti della battaglia di Pantelleria, rendendolo in un certo senso più interessante perché aperto, in sede storica, a qualsiasi lecita discussione.

Francesco MATTESINI

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento esterno sulla pagina HMS Bedouin. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 03:19, 4 giu 2019 (CEST)[rispondi]

Collegamenti esterni interrotti[modifica wikitesto]

Una procedura automatica ha modificato uno o più collegamenti esterni ritenuti interrotti:

In caso di problemi vedere le FAQ.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 01:07, 7 lug 2021 (CEST)[rispondi]