Discussione:Giuseppe Lascaris di Ventimiglia

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Nome corretto: Giuseppe

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Sulle famiglie nobili della monarchia di Savoia, Torino 1857, p. 281 http://books.google.it/books?pg=PA276&lpg=PA281&dq=giuseppe+lascaris+di+castellar&id=pQ0gAQAAMAAJ&hl=it&ots=c42DajEXrZ#v=onepage&q=giuseppe%20lascaris%20di%20castellar&

Nel tempo che fu Viceré di Sardegna ebbe dedicato il Sinodo cTdmpurias dal Vescovo Guiso, il Tesoro della Sardegna dal Porqueddu, e quando era per partire da quel Regno dopo avervi compiuto felicemente il triennio di governo , l'abbate Matteo Madau dedicavagli una poesia sarda intitolata Ichnusa in luctu, nella quale è con nientissime lodi onorata la sollecitudine con cui seppe provvedere a' bisogni del Regno, e la sua generosissima beneficenza ai poveri di Cagliari. Nel 1777 il Re che conosceva i grandi bisogni dell'isola, e volea provvedere , lo scelse fra molti uomini di merito. Riferiremo il R. Diploma de' 6 settembre dell'anno predetto, per cui esso conte Giuseppe Lascaris di Castellar, Grande della Corona di S. M., suo ministro di Stato e segretario del Supremo Ordine della SS. Annunziata, era elevato alla dignità di Viceré. La menzione solenne che in esso si fa de' meriti del Lascaris verso la patria, varrà a conoscer la eccellenza de' suoi pregi meglio delle nostre parole. « Vittorio Amedeo — Fra le cure primarie dacchè salimmo al Trono una fu quella di proporre al governo de' nostri sudditi persone atte a promoverne i maggiori vantaggi. Destinammo perciò all'importante carica di Nostro Viceré e Luogotenente Generale del Regno di Sardegna il Conte Ferrero della Marmora , e dopo di averla per ormai quattro anni esercita a piena Nostra satisfazione, essendoci Noi in coerenza delle di lui instanze disposti a richiamarlo in Terraferma, nel pensare a nominargli un successore, abbiamo con singolare compiacenza ravvisate nel Conte Giuseppe Lascaris di Castellar, Grande della Nostra Corona, Ministro Nostro di Stato e Segretario del Supremo Ordine della SS. Annunziatta unite in eminente grado insieme a' distinti suoi natali tutte le qualità proprie ad un tal fine con avere richiamato i particolari saggi di somma Sulla Famiglie Nobili, Vel. IV. 36 rettitudine, prudenza, zelo ed abilità nel maneggio degli affari, anche i piò ardui e rilevanti, che diede costantemente tanto nelle legazioni appoggiategli presso il Re d'Inghilterra in Hannover, gli Stati Generali delle Provincie Unite e la Reale Corte di Napoli; come nella carica, a cui fu successivamente promosso di Ministro e Primo Segretario di Stato per gli affari esteri, onde, sebbene sulle di lui rappresentanze di non poter l'indebolita sua salute reggere alle grave incombenze della medesima, abbiamo stimato di esonerarnelo con avergli conferito il detto luminoso titolo e grado di Grande della Nostra Corona, in vista però delle notizie che abbiamo del suo ristabilimento volendo aprirgli un nuovo campo di esercitare le riferite sue qualita e benemerenze in pro del Regio Nostro e del pubblico servigio, e dare nel tempo stesso a lui e ai sudditi del citato Regno una rispettiva riprova di speciale gradimento e predilezione, abbiamo determinato di presceglierlo alla mentovata carica di ViceRe e L. T. G. del Regno medesimo, sicuri di vedere in tal modo secondate le Nostre premure per la maggior felicità di essi sudditi. Quindi è che in vigore della presente, di Nostra certa scienza, piena possanza e R. Autorità, eleggiamo, creiamo, costituiamo e deputiamo, durante il Nostro beneplacito, il nominato Conte Giuseppe Lascaris di Castellar, Grande di Corona, Nostro Ministro di Stato e Segretario del Supremo Nostro Ordine della SS. Annunziata, per Viceré e Luogotenente Generale, rappresentante la Nostra Persona e Maestà nel Regno Nostro di Sardegna con tutti gir onori, autorità e prerogative, preminenze, franchigie, esenzioni, usi, dritttti ed ogni altra cosa a tale carica spettante, di cui hanno potutt o legittimamente gioire i di lui predecessori; di maniera che, finché a Noi piacerà, sia Viceré in quel Regno ed in Nostra vece presieda e comandi in tutta la Sardegna, nelle sue isole adiacenti e ne' mari circonfluenti alla medesima, a tutti gli Ordini del Regno, cioè agli Arcivescovi, Vescovi, Abbati, Prelati ed a qualunque persona ecclesiastica e regolare; a' Duchi, Marchesi, Conti, Visconti, Baroni, Cavalieri e Gentiluomini; alle città, castelli, borghi, ville, collegi, communittà , università; a' Governatori, a tutti i Magistrati, al Reggente la R. Cancelleria, a' Giudici della R. Udienza, Assessori della R. Governazione di Sassari, all'Intendente Generale, agli avvocati e Procuratori Fiscali e Patrimoniali, al Tesoriere Generale, a'Veghieri, Podestà, Alguazili, Consiglieri e Castellani, a chiunque abbia impiego od officio pubblico, ai fungenti le loro veci, ed insomma a tutte le persone e sudditi Nostri abitanti e passeggeri in Sardegna e nelle isole aggiacenti, a' naviganti ne'suoi mari, ed a chi attende alla pesca ne' medesimi; e possa unico solamente in tutto il distretto di quel Regno, come un altro Noi medesimo, ed usando quella stessa podestà e comando che potressimo usar Noi, se fossimo presenti, secondo che gli sembrerà poter essere di Nostra intenzione e di maggior vantaggio del Regno . per .«e stesso c per mezzo del Reggente la Real Cancelleria, de' Giudici della R. Udienza e d'altri ufficiali e delegati con l'intervento dell'avvocato Fiscale Regio e delle altre persone, cui appartiene, esercitar o far esercitare ogni giurisdizione civile e criminale, suprema ed infima, il mero e misto imperio con la podestà del gladio, facendo punire eziandio con l'ultimo supplizio, giusta la qualità e gravità de' delitti, qualunque delinquente, ancorchè Nostro officiale; e se così esigessero le circostanze ed il bene del Regno diminuendo , commutando e facendo grazia della pena a' rei di qualsivoglia crime, anche di lesa maestà in primo e secondo grado, ovvero ammettendoli a composizione, mediante uno sborso di denaro da ritirarsi in tal caso da chi spettta: possa pure evocare a sé ed alla R. Udienza e Real Consiglio ogni sorta di cause benchè privilegiate, ed a qualunque segno si trovassero già condotte, giudicarle, deciderle e definirle insieme a' mentovatt i officiali e ministri in un solo o in più giudizii, servate le leggi e consuetudini del Regno; far mandare ad esecuzione i giudicati e procedere contro i contumaci ; dare i tutori a' pupilli, i curatori ai minori, furiosi e prodighi: possa altresì, se sarà espediente, tenere le corti generali e particolari in qualunque città e luogo del Regno, decretare i ricorsi e provveder in quelle ad ogni occorrenza, farne pubblicar gli atti e prometterne in ogni miglior maniera la osservanza, domandare ed accettare in Nostro nome ed in sussidio Nostro e del Regno dagli Stamenti, da' collegi, communità , Università e da qualunque particolare del suddetto Regno, donativi, imprestiti, sussidii e straordinarie contribuzioni; creare e costituire capitani e comandanti d'arme, tanto di terra, che di mare; accordar commissioni d'armar in corso e far rappresaglie; radunare i popolatti; far leva di milizie, comandare se sia bisogno le cavalcate; esigere da'feudatari i servigi feudali ed ogni altra cosa, cui sieno essi tenuti, procedendo come di ragione contro gli inobedienti e contumaci; imporre le tregue tra' militari combattenti ed altri; ricevere dagli stessi feudatari e da qualunque altro i giuramenti ed omaggi di fedeltà; concedere i privilegi militari ed armar cavalieri: possa inoltre accordare dentro il Regno i salvicondotti a' delinquenti , i prolunghi a' debitori e le salvaguardie e rivocare quelle che fossero date da lui stesso o da altri, dare la remissione e supplemento di età, concedere la facoltà di emancipare, di far mercati e fiere, d'imporre dazii, di esigere diritti di barca e pontaggio, e di portare arme offensive; provvedere di qualunque officio e castellania durante il Nostro volere; e fare insomma qualsivoglia altro atto riservato alla Sovrana Nostra dignità, esercitando tutto ciò che possa aver relazione a quanto sopra, come eseguiremmo o faremmo eseguir Noi stessi, se ci trovassimo presenti in quel Regno, abbenchè si trattasse di cose tali che esigessero più speciale mandato di quel che sia espresso uelle presenti, mentre per tutto ciò conferiamo al prefato Conte Giuseppe Lascaris di Castellar creato Nostro Viceré e L. T. G. ogni podestà ed autorità con libera e generale amministrazione , purchè però prima di entrar nell'esercizio di essa carica presti nel luogo, modo e forma consueta, il dovuto giuramento di bene e fedelmente esercitarla in ogni sua parte e di osservare i privilegi, capitoli ed attti delle Corti del Regno, siccome pure le Nostre leggi prammatiche ad ogni altra disposizione da osservarsi de jure. » Diciamo pertanto, mandiamo e comandiamo agli Arcivescovi, Vescovi, Abbati, Prelati ed a qualunque persona ecclesiastica e regolare; a' Duchi, Marchesi, Conti, Visconti, Baroni, Nobili, Cavalieri e Gentiluomini; alle città, castelli, borghi, ville, collegi, communittà, università; a'Governatori nell'uno c nell'altro Capo, a tutti i Magistrati, al Reggente la R. Cancelleria, a' Giudici della R. Udienza, agli Assessori nella R. (ìovernazione di Sassari, all'Intendente Generale, agli Avvocatti e Procuratori Fiscali e Patrimoniali, al Tesoriere Generale, a'Veglieri, Podestà, Alguazili, Consiglieri e Castellani, a chiunque abbia impiego od officio publico, ed a' fungenti le loro veci; e finalmente a tutte le persone e sudditi Nostri di qualunque dignità, preeminenza, stato e condizione essi sieno, stabiliti o da stabilirsi nel detto Regno di riconoscere e di far riconoscere, stimate e riputare, durante la Nostra volontà, il Conte Giuseppe Lascaris di Castellar, Nostro Ministro di Stato, per Nostro Viceré e Luogotenente Generale, rappresentante la Nostra Persona nel Regno di Sardegna, nelle isole adiacenti e ne' mari circonfluenti alla medesima, e di obbedire in ogni miglior modo a qualunque di lui ordine e comando; ed a chi spetta di metterlo e mantenerlo in possesso dell'accennata carica : e tutto ciò sotto pena della Nostra disgrazia e di duemila scudi sardi applicabili al Nostro Erario. » Mandiamo pertanto all'Intendente e Tesoriere Generale di farli corrispondere a' consueti quadrimestri il solito annuo stipendio che gli assegniamo di trentadnemila lire di Piemonte da cominciare il giorno in cui prenderà possesso dell'impiego, e continuando in avvenire durante la sua servitù ed il Nostro beneplacito; ed a chiunque sia spediente di farlo e lasciarlo gioire degli onori , autorità, diritti, vantaggi ed altre cose predette. » Per ogni più abbondante cautela e fermezza di queste Nostre lettere patenti suppliamo ad ogni difetto di ragione o di fatto, ad ogni omessione di solennità che avesse potuto trascorrere, e promettiamo di avere perpetuamente rato, valido , fermo e irrevocabile tutto quanto in vigor di questo potere verrà detto, ed operato dal più volte menzionato Conte Giuseppe Lascaris di Castellar, Nostro Viceré e Luogotenente General* in Sardegna , come se venisse da Noi personalmente amministrato, volendo finalmente che le presenti si spediscano senz'obbligo del pagamento del dritto di mezzannata c sigillo, e vengnno registrate nella Scrivania del Razionale : ed in fede di quanto sopra li firmiamo di Nostra mano e comandiamo che vi venga apposto il R. Nostro Sigillo; che tale è la Nostra mente. Dato dal Castello di Moncalieri, addì 6 di settembre.

Firmato Vittorio Amedeo. 

Contrassegnato Di Calamandrana. » ... ABSENS REGNAT Nel panno della tromba, che stava in atto di suonare con la sinistra, si vedea scritto a grandi caratteri D. JOSEPHO VINCENTIO LASCARIS Più sotto in una fasciuola volante che ricingea la fronte di quattro genii scherzanti era scritto LEGATIONIBUS FELICITER FUNCTO E queste legazioni apparivano in quattro scudi, cui ciascun de' genii si appoggiava HANNOVERIANA Il genio tenea prossima una parte di fortificazione sormontata da un'aquila; ANGLICA Ove si vedean vicine le due colonne, termini del mondo antico;

                  HOLANDICA 

In questo scudo era rappresentato un bastimento;

NEAPOLITANA Il genio avea per insegna il Vesuvio in eruzione. Più sotto era una colonna nelte cui bugne si leggevano nuovi titoli e alternatamente le insegne ad essi corrispondenti. CORONAE MAGNATI (Grande di Corona) ed era l'insegna una corona d'oro ed un collare del Supremo Ordine. A SECR. SUPR. ORD. SS. ANN. (Segr. del Sup. Ordine) E un fascio, un libro, un collare dell'Ordine Supremo. REGIS IN IMPERIO ADMINISTRO (Ministro di Stato) E vi eran per simboli, penna e corona , il tutto d'oro. Nel piedestallo vedeasi l'arma regia sostenuta da leoni e appoggiata a un trofeo con padiglione di porpora sospeso da un'aquila. Nella base era l'arma del Viceré guardatt a da due genii accompagnata dall'arme del Regno. Sotto l'arme era la seguente iscrizione:

 JOS. VINCENTIO LASCARIS 
   A VICTORIO AMEDEO III 

QUEM SARDI MAXIME CUPERENT

      PROREGI DATO 
   ANTIQUITATE GENERIS 
     AVORUM GLORIA 
       VIRTUTE SUA 
          CLARO 
   ANNUO AMPLIUS SPATIO 
        PROBATO 
      UNIVERSI REGNI 
  GRATIAE GRATULATIONES 
      VOTA PUBLICA. 

Sotto l'arma del Municipio leggeasi:

   INGRAVESCENTIS ANNONAE 
     SUBLEVATI PERICULO 

INGRUENTIS AB ORIENTE CONTAGII

       RECREATI METU 
      EIUS CURA LABORE 
        PROV1DENTIA 

ARTIFICIOSI IGNIS HANC MACHINAM

     DE MORE EREXIMUS 
PRAETER MOREM EXORNAVIMUS 
      CAL. CIV. STAM. CAP. (a) 
     MAJORA PROMERITO 

(a) Le due prime parole abbreviate sono facilmente intese; le altre due portano qualche difficoltà. Pare siasi voluto dire Caput Slamenti (Regii o Civilis), perchè il Sindaco di Cagliari era preside dello Stamento Reale. In fronte del basamento sopra l'arma Lascaris era in maggiori caratteri

      EROMPENTE FLAMMA 

QUUM POPULUS FREQUENS PLAUSERIT

       TIBI JOSEPH PLAUSUM 
           INTELLIGE 

II Re in gradimento del suo buon servigio , lo accoglieva nel suo ritorno dal Governo con una onorifieerttissima dimostrazione perchè nel giorno natalizio di essa Maestà, 25 novembre 1780, lo donava delle insegne del Supremo Ordine della SS. Annunziata. I Nicesi lo festeggiarono con grandi onori, lieti de' suoi splendidi meriti, della gloria de' quali, come concittadini, credeano partecipare. Nel 1783 il Re lo esaltava alla carriera di Gran Ciamberlano, una delle primarie della corte. Per questo, scrivea il Barone Vernazza, essendo diventato Capo e Primario Direttore della R. Accademia di Pittura e Scoltura, si applicò animosamente a promovcre queste arti, e fu sempre sollecito in presiedere alle solite adunanze c alla distribuzione consueta de' premi, sempre amorevole co' pittori e scultori, sempre benigno fautore degli allievi. Il Porporati dedicava a lui una tavola intagliatta a maniera nera in rame col titolo Oenone et Paris, e l'avvocato Cesare Olivcri indirizzava al medesimo le sue stanze pel magnifico Mausoleo del Re Carlo, opera de' fratelli Collini. Il conte Lascaris gradì iufine di essere Protettore della Compagnia de' Professori d'Arti liberali, pittura, scultura, architettura, sotto il patrocinio di San Luca, nella quale fu ascritto nell'agosto del 1792. Conchiude il Vernazza dicendo che « de' suoi modi facili, mansueti, nobilmente cortesi non si pottea mai fare tant'encomio che bastasse; che l'ammirò anche Milano, quand'egli andovvi Commissario Plenipotenziario di S. M. per ricevere e condurre in Piemonte la sposa del R. Duca d'Aosta; e che non sapeva dubitare non avessero grandemente influito nell'amabilità del suo carattere e le lettere, e la musica e le altre belle arti da lui felicemente coltivatte, amate, protette. Nel 1785 dava fuori, a' 20 marzo, un proclama di bandi dopo l'approvazione fattane dal Senato di Nizza, nel quale s'intitolava de' conti di Venttimiglia marchese della Rocchetta del Varo, conte di Castellar, Barone di Bojone , Cavaliere G. Croce della S. R. de' Ss. Maurizio e Lazzaro, Cavaliere del Sup. Ordine della SS. Annunziata, Ministro di Stato e Gran Ciamberlano di S. M. Oggetto della pubblicazione era la difesa e conservazione della regalia della caccia e pesca a lui spettante nel suo feudo della Rocchetta del Varo , in virtù delle investiture, rapportate da lui e da' suoi predecessori e della declaratoria Camerale de'6 dicembre 1784; però proibiva di cacciare in quei territori , anche ne'propri fondi, selvaggiume di qualunque sorta, fojse volatile o quadrupede, tanto terrestre che acquatico, o partecipante d'ambe le nature, chiamato anfibio, comunque la medesima venisse esercitata con armi da fuoco, balestre, cani, reti, fossi, trappole , sparvieri, astori, falconi, lumi, funi, ragne, tramaglie, lassere, maniche, lacci, filari, o con qualunque altro strumento ordegno e mezzo, sotto pena del selvaggiume medesimo e delle armi ed istromenti, con cui sarebbe colto quegli che andasse a caccia in detto territorio, ed anche di scudi due d'argento; salva però la facoltà a chiunque di prendere coi mezzi che riuscissero più opportuni ed in qualunqne tempo, volpi, lupi ed ogni altro de' quadrupedi e volatili di rapina, mediante la sola licenza del Procuratore Generale. Il conte Giuseppe Maria Lascaris moriva in Torino a' 28 gennaio 1793. La contessa Agnese Tondut sopravvisse al marito il conte Giuseppe del Castellar, e nel 1798 consentiva in una transazione. Essa era figlia unica del conte Gio. Geronimo Tondut già Peyre della Costa. Trovasi altro atto dello stesso anno, che per le novità politiche si notò VII della Repubblica Francese e I della libertà Piemontese, ed era una convenzione tra la cittadina Maria Francesca Elisabetta Cortina , vedova del cittadino Giovanni Geronimo Tondut-Peyre e la cittadina Agnese Peyre, vedova del cittadino Giuseppe Lascaris, sua figlia (con scrittura de' 20 dicembre 1798). Abbiamo notato la deposizione fatta ed ordinata nel testamento del marchese Agostino nella cappella della villa Lascaris nel territorio di Pianezza, presenteremo ora l'elogio che si scolpì sopra l'avello del conte Giuseppe.

D. O. M.

lll.m° et Exc.mo Viro Josepho Vincendo Lascaris XXmiiiae 

Marchiani Rocchettae, Castellani ac vallis Andronae comiti

              Atque Bojoni condoni, qui 
          Variis functus apud exteros legationibus 
      Hinc in patriam a Cari. Emm. Ili accitus 
       Mox ab Aug.TM0 Victorio Amedeo III 
             In Coronae proceres ad scriptus 
     Sardiniae proregis dignitate, Torquatorum Orde. 
         Magnique cubiculari munere decoratus 
              Summos inter honore 
                  Acquanimus pius 
Omnique virtutum genex commendasiss. Principi patriae sua 
      Mortalis diem obiit V. Kal-Febr. MDCCXCII 
       Aetatis annor. LXIV. Filius, conjux moerentes 
                    Po sucre. 

GIO. AGOSTINO GIUSEPPE, FELICITA E COSTANZA FIGLI DEL CONTE E MARCHESE GIUSEPPE LASCARIS Il marchese Agostino nacque addì 16 maggio del 1773 a S. E. il come Giuseppe Vincenzo, già Ministro di Stato, Ciambellano del Re, Cavaliere dell'Ordine Supremo, dalla marchesa Peyre della Costa. Quindici anni dopo (nel 1785) entrava al servigio aulico per officio di paggio. Nell'anno precedente era per biglietto magistrale de'21 aprile decorato della Croce de' Ss. Maurizio e Lazzaro. Nel 1793, per lettere regie de' 3 luglio, passò a maggior servigio nella Corte nella qualità di scudiere in secondo e di gentiluomo di bocca. Sotto la stessa data era nominato capitano d'infanteria e nell'anno seguente, abbisognandosi di ufficiali dotti, perchè «gli avea fatto molti studi nelle matematiche applicate, fu aggregato allo Stato Maggiore Generale.

Archivio di Stato: http://archiviodistatotorino.beniculturali.it/work/listadoc.php?uid=270113&pag=21

Treccani: http://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-vincenzo-francesco-maria-lascaris-conte-di-castellar_(Dizionario-Biografico)/

Giornale della letteratura italiana: http://books.google.it/books?id=TYIHAAAAQAAJ&pg=RA1-PA247&lpg=RA1-PA247&dq=giuseppe+francesco+maria+lascaris&source=bl&ots=6ZFSNDCK2o&sig=PmVcZjrTobKHPjG5LYYm5RZjZC4&hl=it&

Tettoni, Saladini, Teatro araldico, Appendice:http://books.google.it/books?id=yv5BAAAAcAAJ&pg=PT944&dq=lascaris+di+ventimiglia&ei=vA8tUKrQIpXaygS_i4DgCg&hl=it&authuser=0&cd=9#v=onepage&q=lascaris%20di%20 --Carlo F. Polizzi (msg) 15:03, 9 ago 2012 (CEST)[rispondi]

I libri di viaggio e le guide della raccolta Luigi Vittorio Fossati Bellani, 1957, p. 226: http://books.google.it/books?ei=dtYzUKyqMYzCswa9h4DAAg&hl=it&id=CDb1n3wrKvcC&dq=giuseppe++lascaris&q=+lascaris#search_anchor


Daniela Frigo, Principe, ambasciatori e jus gentium, 1991, p. 66: http://books.google.it/books?ei=dtYzUKyqMYzCswa9h4DAAg&hl=it&id=9wQMAQAAMAAJ&dq=giuseppe++lascaris&q=++lascaris#search_anchor

Riflessioni storiografiche sulla Sardegna:http://www.sardegnacultura.it/documenti/7_88_20071210155356.pdf

Valeria Masala, "Il Vicerè Giuseppe Lascaris di Castellar: fautore e sostenitore del riformismo sabaudo nella Sardegna del Settecento" di prossima pubblicazione nella Rivista scientifica del Dipartimento di Studi Storici, Geografici e Artistici dell’ Università degli Studi di Cagliari, “Studi e Ricerche”, saggio tratto da tesi dottorale dal titolo Giuseppe Vincenzo Francesco Maria Lascaris di Castellar: tra diplomazia e viceregno, discussa nel 2009, referente scientifico prof. Giovanni Murgia.:http://www.stmoderna.it/masala-valeria_a2381; http://www.lamarmora.net/filippo-ferrero-della-marmora.html#sdendnote17sym

Andrea Merlotti, L'enigma delle nobiltà, 2000, p. 165: http://books.google.it/books?ei=ntMzULe3O9DWsgaEu4D4Ag&hl=it&id=lHloAAAAMAAJ&dq=giuseppe+francesco+maria+lascaris&q=+lascaris#search_anchor

Giuseppe Ricuperati, Lo stato sabaudo nel Settecento, 2001, p. 167: http://books.google.it/books?ei=dtYzUKyqMYzCswa9h4DAAg&hl=it&id=BpBoAAAAMAAJ&dq=giuseppe++lascaris&q=lascaris#search_anchor

Giuseppe Sergi, Storia di Torino, p. 482, 952, 1078: http://books.google.it/books?ei=dtYzUKyqMYzCswa9h4DAAg&hl=it&id=bQkwAQAAMAAJ&dq=giuseppe++lascaris&q=+lascaris#search_anchor

Queste e altre fonti, facilmente recuperabili su Google, dimostrano l'uso costante, da parte di fonti coeve,iscrizioni tombali, dizionari prestigiosi, accademici attuali, del nome Giuseppe Lascaris di Ventimiglia. Ritengo quindi non giustificato il cambiamento del mio lemma, effettuato tra l'altro senza aprire una discussione sul consenso, secondo i dettami di Wikipedia. --Carlo F. Polizzi (msg) 20:45, 21 ago 2012 (CEST)[rispondi]

Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli stati del Regno di Sardegna, p. 165: http://books.google.it/books?id=0n1UAAAAYAAJ&pg=PA165&lpg=PA165&dq=giuseppe+lascaris&source=bl&ots=BhNqeXVyZN&sig=bwFmisEga3usDCePJZw_2I7dGVI&hl=it#v=onepage&q=giuseppe%

Almanacco reale per l'anno 1783, p. 10: http://books.google.it/books?id=oUuVNlFXtHUC&pg=PA10&lpg=PA10&dq=giuseppe+lascaris&source=bl&ots=XIAis70brf&sig=ja16vAoS6blxUjPH1MsdmXd4MMc&hl=it#v=onepag

I cavalieri della SS. Annunziata: http://www.blasonariosubalpino.it/Appendice07.html

Valeria Masala, Filippo Ferrero della Marmora: http://www.lamarmora.net/en/filippo-ferrero-della-marmora.html


Valeria Masala, Continuità con l'opera di riforma boginiana sotto il regno di Vittorio Amedeo III. I Vicerè Filippo Ferrero della Marmora e Giuseppe Lascaris di Castellar, in ATTRAVERSO LA STORIA II EDIZIONE Verona 26, 27 e 28 gennaio 2012 Università degli Studi di Verona, Società italiana per la Storia moderna,

Dizionario Angius/Casalis: http://www.unionesarda.it/collane/casalis/definizione_casalis.aspx?d=124338&p=21--Carlo F. Polizzi (msg) 16:25, 28 ago 2012 (CEST)[rispondi]

La dimora di Benso di Cavour: http://www.finesettimana.it/scopri-italia/eventi/piemonte/la-dimora-di-benso-di-cavour-e-l-argenteria-del-700-12867

Letter signed by the King of Sardinia, nicknamed “The Laborious”, dated Torino li 17 Ottobre 1770 to “mio fratello” Ferdinand I of the Two Sicilies, telling him that he had decided to recall Count Conte Giuseppe Lascaris, his long-time Inviato Straordinario to Naples, and to send him to another court. He adds that he will also see to substituting Lascaris “quanto prima con altro sogggetto”. One page and a half, 4to. Includes envelope with manuscript address: http://www.astebolaffi.it/index.php?page=lotShow;lotid=203194

Levi Stramignoni Maria TeresaNAPOLI NEGLI ANNI '60 DEL '700 VISTA DA UN AMBASCIATORE PIEMONTESE, IL CONTE GIUSEPPE LASCARIS DI CASTELLAR. Relatore: Franco Venturi. Università: Torino: Università degli Studi, 1974/75. Facoltà: Fac. di lettere e filosofia. --Carlo F. Polizzi (msg) 16:32, 28 ago 2012 (CEST)[rispondi]

I contraddittori non hanno portato alcun elemento per giustificare l'attribuzione del nome Francesco Maria, dunque ho proceduto alla correzione con Giuseppe.--Carlo F. Polizzi (msg) 11:55, 1 set 2012 (CEST)[rispondi]

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