Discussione:Giorgio Baffo

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Citazione spostata dalla voce[modifica wikitesto]

Sposto qui una o piú citazioni che ho rimosso dalla sezione iniziale della voce, in quanto non rispettano Wikipedia:Citazioni. Reinseritele solo dopo aver corretto gli errori (tipicamente, lunghezza e/o numero eccessivi, e/o carenza di fonti). Grazie, Nemo 14:19, 17 dic 2011 (CET)[rispondi]

«Co me vien un pensier fazzo un sonetto, / e'l fazzo in Venezian, come son nato, / sibben che so, che ghe se più d'un mato, / che me condanna, perché parlo schietto.»

«Mi dedico ste mie composizion / Ai omeni e alle donne morbinose, / A quelli veramente che le cose / I varda per el verso che xe bon. // Sotto le metto alla so protezion, / Acciò che dalle teste scrupolose, / Come persone tutte spiritose, / I le defenda con la so rason; // Che i diga, che qua drento no ghe xe / Né critiche, né offese alle persone; / Che de Dio no se parla, né dei re, // Ma sol de cose belle, allegre e bone, / Cose deliciosissime, cioè / De bocche, tette, culi, cazzi e mone.»

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  1. ^ BAFFO 1991, p. 98. Vedi il testo completo su Wikisource.
  2. ^ Giorgio BAFFO Poesie - Sunday Press Italia, 1965, p. 27