Discussione:Fregellae

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Non sono un archeologo ma essendo Ciociaro, ricordo che da bambino ci insegnavano che Fregellae, l’odierna Ceprano, era una colonia di origine romana divenuta talmente potente che osò ribellarsi a Roma, ma fu distrutta dai romani stessi, nella voce wikipedia invece si dice che probabilmente era di origine Osci, piano piano la facciamo diventare di origine Umbra.

L'Unica e vera città di FREGELLAE è solo PONTECORVO.[modifica wikitesto]

Nonostante le opinioni contrarie di alcuni storici moderni, Pontecorvo deve considerarsi l'antica e potente colonia romana di Fregellae, definitivamente rasa al suolo dagli stessi romani nel 125 a.C..

Non è certamente un caso che la città di Pontecorvo rechi sui vessilli e sugli stemmi cittadini l'acronimo S.P.Q.F., ossia Senatus Popolusque Fregellanus.

La contesa con Ceprano ed Arce sull'ubicazione di Fregellae nasce da alcuni ritrovamenti archeologici, che, in realtà, costituiscono le rovine di un pagus edificato, nei pressi del lago di San Giovanni Incarico, da una parte dei fuggitivi fregellani che si spinsero verso nord dopo la distruzione punitiva della città per mano di Roma, mentre la maggior parte della popolazione fregellana trovò rifiugio più a sud, spostandosi dalla riva destra a quella sinistra del fiume, su uno sperone roccioso in posizione dominante rispetto al Liri. Da tale nuovo insediamento avrebbe preso vita la futura città di Pons Curvus, il cui nucleo si originò proprio attorno all'altura rocciosa sulla quale furono eretti prima un tempio dedicato a divinità pagane, in particolare Cerere, e successivamente, con Rodoaldo, una torre di guardia, oggi ancora esistente in funzione di torre campanaria della cattedrale.

A generare ulteriore confusione sulla corrispondenza tra Pontecorvo e Fregellae ha contribuito il fatto che questa, al suo tempo, dominava un territorio molto più vasto rispetto a quello identificabile con gli attuali confini amministrativi di Pontecorvo, fino a comprendere il territorio al confine tra Ceprano, Isoletta d'Arce e San Giovanni Incarico in cui sono stati rinvenuti i suddetti reperti, area, peraltro, distante appena quattro chilometri dall'area pontecorvese storicamente tramandata come luogo in cui sorgeva Fregellae.

Basti pensare che fino al 1053 Pontecorvo comprendeva anche il comune di San Giovanni Incarico con il suo intero territorio; "... dopo il 1053 ... il paese venne scisso da Pontecorvo, che precedentemente lo comprendeva come risulta da una scrittura antica conservata presso il Monastero di Montecassino " Castri S. Joannis territoris Pontis Curvi" (dal sito istituzionale del comune di San Giovanni Incarico).

Pertanto, anche a voler ammettere che il sito degli scavi sopra citati sia quello di Fregellae, emerge con chiarezza il motivo per il quale Pontecorvo, in ogni caso, debba considerarsi e sia sempre stata considerata (ed essa stessa giustamente si considera) come città legittimata a raccogliere l'eredità storica e culturale della celebre colonia romana.

L'opinione degli storici più antichi (Volterrano e Sigonio) era unanime nell'indicare Pontecorvo quale città nata dalle rovine dell'antica Fregellae, opinione a sua volta basata sugli scritti degli storici coevi Livio e Strabone.

L'erudito e storico spagnolo Antonio de Lebrija (Antonius Lebrisensis), nel suo Dictionarium quadruplex del 1512 definisce "Fregellae vetus Italiae urbs olim florentissima. Vulgo Ponte Corvo".

Pietro Nores, il famoso storico che nel 1590 riportò in forma epistolare i fatti bellici avvenuti tra lo stato pontificio di papa Paolo IV e la Spagna di Filippo II, riferendosi all'avanzata degli spagnoli nel Lazio meridionale condotti dal duca d'Alva, scrisse: "Con questo esercito spingendosi il Duca avanti, prese Ponte Corvo, or picciol luogo sul Garigliano, anticamente detto Fregellae, celebre per aver ritardato il corso del campo d'Annibale, rompendo i ponti circonvicini".

Così ancora nell’Introduzione alla geografia antica e moderna delle provincie delle Due Sicilie di Vito Buonsanto (1819) "Volsci - Fregellae; Piuttosto Pontecorvo che Ceprano".

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