Discussione:Football Club Internazionale 1962-1963

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Nella foto si vede che il portiere è Sarti, che non è elencato tra i portieri della stagione. Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 85.42.253.153 (discussioni · contributi) 15:13, 11 giu 2008 (CEST).[rispondi]

--Salvo da PALERMO 23:54, 8 mar 2013 (CET)[rispondi]

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Football Club Internazionale 1962-1963. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 22:53, 5 mar 2018 (CET)[rispondi]

Spiego per punti:

  • L'accordo con Fabbri pare ormai cosa fatta, ma Moratti ci ripensa e tiene Herrera. Sul mercato arrivano Burgnich e Maschio, insieme a Jair che inizialmente non può venir tesserato: il motivo è probabilmente la presenza di Suàrez e Hitchens, ma qualcosa non torna visto che il tetto era fissato a 3 stranieri. Maschio credo fosse considerato italiano, avendo giocato da poco i Mondiali come azzurro;
  • La squadra non ingrana, in campionato prende solo 7 punti in altrettante gare: le uniche vittorie sono in casa, i gol segnati arrivano appena a 5. Quando a fine ottobre l'Atalanta espugna San Siro, il destino pare già segnato. Moratti accusa Herrera, l'argentino provvede ad un rimpasto: dentro Facchetti, Mazzola e Jair per Masiero, Maschio e Bicicli. Hitchens va al Torino, con Di Giacomo che diviene il nuovo centravanti. Per il resto ci sono Buffon tra i pali, con Burgnich a destra e Guarneri al centro: più indietro gioca Picchi, un regista arretrato. In mediana c'è Zaglio, con Suàrez playmaker di centrocampo; sull'esterno sinistro si muove Corso.
  • La nuova formazione coglie risultati immediati, rimanendo imbattuta per un intero girone (17 turni): su 34 punti disponibili (la vittoria ne valeva 2) la Beneamata ne totalizza 28, trovandosi al comando dopo l'1-1 nel derby in cui Mazzola sigla una rete dopo 13". La striscia si ferma a Bergamo, sempre contro la Dea: Moratti impone a Herrera di rivedere un po' l'undici-base, con Bugatti in porta e Bolchi al centro. Maschio agisce da interno, permettendo a Mazzola di sperimentare le sue doti come punta pura.
  • Benché giovane (Suàrez, uno dei più esperti, ha 28 anni) l'Inter mantiene il comando, vince a Torino e pur cadendo a Roma (5 maggio) fa suo lo scudetto. Il Mago aveva proclamato: "Con questo assetto non subiremo più di 20 gol".

Una postilla riguardo la videografia, "1959-1963: Moratti-Herrera, che la leggenda cominci". Ci sono alcuni errori di risultati e date, per il resto le informazioni sono fondamentalmente giuste. --79.32.58.6 (msg) 19:11, 30 ott 2020 (CET)[rispondi]

Credo sia opportuno dare una giusta prospettiva storico-concettuale, nel senso che questa era il primo abbozzo di Grande Inter: per esempio Sarti, Bedin, Domenghini o Milani erano ancora da venire. Gli stessi nerazzurri erano reduci da un biennio di mancate vittorie, con la beffa che aveva consegnato il tricolore a Juventus (1961) e Milan (1962): farà sorridere ma questa era una squadra "operaia" che si reggeva ancora su Buffon, Masiero, Bicicli, Maschio e Hitchens con Bugatti, Bolchi e Bettini primi cambi. E anche qui è IMO da ricordare che Miniussi, Malatrasi, Ciccolo e Peirò sarebbero arrivati solo negli anni seguenti.

A mio avviso è anche suggestivo l'esordio a Mantova, proprio lì si sarebbe concluso malamente il ciclo storico nel 1967 ma la vittoria del primo titolo partì da qui. Proprio i virgiliani (che in estate vissero la telenovela Fabbri) hanno concorso indirettamente al titolo, pareggiando con la Juventus alla terzultima gara e impedendole un'ultima possibilità di riprendere Herrera. --82.51.3.46 (msg) 21:19, 23 giu 2023 (CEST)[rispondi]

Come giocava[modifica wikitesto]

Mi sorge spontaneo compiere alcune osservazioni sullo schieramento dell'epoca e su come la squadra migliorò, analizzando anche il valore e stato di forma delle avversarie (inquadramento storico-concettuale appunto). Partiamo dallo schieramento:

  • Se confrontiamo le formazioni del 1961-62 e questa, vediamo che 5 su 11 c'erano già: Buffon, Picchi, Guarneri, Suàrez e Corso. Alla squadra servono almeno un terzino e una mezzala, visto che l'idea è di far ruotare attorno a Picchi e Suàrez: Burgnich è un difensore tosto che può legare bene con Guarneri, Maschio non sarà la primissima scelta (Sormani distava anni luce tanto per fare un nome) anche se un po' di credito lo merita. Per il resto sembra che il Mago dovrà adattarsi a quanto c'è in casa: Masiero e Zaglio per la copertura, Bicicli in fascia, Corso deve "aggiustare il tiro" e comunque Herrera non lo ama, Hitchens come punta supera per distacco Morbello e Bettini. L'unico top player è forse Jair, ma ancora non schierabile: lanciare da subito titolari Facchetti e Mazzola può sembrare un azzardo.
  • Nel primo mese e mezzo si soffre parecchio, anche se abbiamo qualche elemento a "discolpa": le trasferte in Sicilia non sono facili (dopo 7 giornate ad esempio il Catania è secondo in classifica e nel ritorno batterà anche la Juve a Torino), Pizzaballa e Domenghini rendono l'Atalanta un cliente scomodo (e infatti a giugno vincerà la Coppa Italia). Chiaro che dall'Inter tutti si aspettano ben altro, ma guardiamo un momento anche gli avversari.
  • La Roma viaggia circa sui livelli dell'anno prima e Angelillo sta ormai calando, la Juventus è partita così così, idem il Milan che dà più importanza all'Europa: se la Fiorentina dell'anno prima era seconda-terza qui scende decisamente, pochi acuti anche per il Torino. Chi sta meglio è il Bologna, capolista a 12 punti nel periodo di cui parlavo ma soprattutto osannato per il gioco: i frutti si vedranno nel 1964, ma non divaghiamo.
  • Facchetti è decisamente più fresco di Masiero, inoltre può farsi valere per la sua unicità di terzino d'attacco: lo stesso vale per Jair, un deciso rinnovamento al posto di Bicicli. Picchi può adesso guardare il campo "a tutto spazio" e impostare come vuole, Suàrez rinuncia alle sgroppate ma quello che perde in fatto di gol lo recupera con assist e lanci: Mazzola va bene da interno, ma può anche muoversi "in serpentina" e attaccare. Corso è sempre un asso nella manica, ma può anche fare il numero 10: Di Giacomo porta meno gol rispetto a quanto faceva Hitchens, ma lo schieramento è finalmente in equilibrio e ci sono più uomini a trovare soluzioni per segnare (Facchetti partendo da dietro, Jair in velocità, Mazzola in movimento). Cresce anche la difesa, naturalmente.
  • Le genovesi sono magari poca cosa, ma il Bologna è di tutt'altro spessore: viene comunque annientato per 4-0, agganciato in classifica e rimandato all'anno dopo per la verifica. Resiste per un po' la Juventus, anche se cade nello scontro diretto: il calendario non è proprio malvagio, Napoli e Venezia ma anche Modena e Palermo non fanno certo paura. Dispiace magari non vincere il derby avendo segnato in 13", ma ormai la Juventus è lì e trova anche lei bestie nere come Torino o Mantova.
  • La bestia nera per i milanesi rimane comunque l'Atalanta, serve un attimo rivedere le idee anche per scongiurare i "fantasmi del passato" che evocano brutti ricordi: adesso l'Inter ci crede, i punti in classifica si fanno sentire e la prova di maturità arriva a Torino con gol di Mazzola.

--79.40.161.231 (msg) 22:30, 22 apr 2024 (CEST)[rispondi]