Discussione:Digital wellbeing

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Benessere digitale e benessere della vista[modifica wikitesto]

Qui si accenna ad un benessere piuttosto generico, per me simile alle discussioni ideologiche sulla società della immagine.

In sintesi negli anni 70 ci proibivano di fare i compiti dopo il tramonto e con luci artificiali per non sforzare la vista. Oggi sono presbite e direi che il problema è lo sforzo dell'occhio nel mettere a fuoco una immagine. Pur senza tecnologie la casa è ricoperta di scritte: sui mobili, sugli elettrodomestici, nelle scarpe, nel detersivo, sul pacco della pasta. L'occhio mette continuamente a fuoco per istinto ogni scritta, anche quella del frigo vista mille volte. Spegnere lo smartphone non ci consente di smettere di leggere dopo il tramonto, istintivamente l'occhio nette a fuoco le scritte intorno a noi.

Questa società attuale della immagine e del marchio sui prodotti industriali è insostenibile. La cecità diverrà come l'obesità, un problema sociale. --151.19.49.0 (msg) 19:23, 11 mar 2023 (CET)[rispondi]

La forma in questo discorso viene prima della sostanza, gli aspetti ideologici sono fuorvianti. Partiamo dalla realtà effettuale e dal marchio del frigorifero. Quanto più io aumento la potenza della lampadina della stanza tanto più il mio occhio si sforza di metterla a fuoco, senza alcun costrutto, stupidamente. L'unico modo di rilassarsi la sera è di usare una lampadina sotto i 10 watt in modo tale che l'occhio non metta a fuoco le scritte e rimanga in stato di riposo. Google e Microsoft offrono la "modalità notturna" ma al tempo stesso i produttori di televisioni hanno iniziato una rincorsa alla ultradefinizione ed alla nitidezza e luminosità. In senso digitale maggiore è la definizione e la luminosità e maggiore è lo sforzo dell'occhio nel focalizzare le scritte contenute nello schermo, tanto più negli smart tv che traboccano di pubblicità nei margini di un programma. In sintesi si entra nel negozio delle tv e si sceglie la più grande e la più luminosa e la più definita credendo che riposerà la vista. Invece è faticosissima e l'unico benessere digitale possibile è lo schermo di un portatile utilizzato per necessità indefettibili. A prescindere qui da ogni discorso sul contenuto.

Capriccio bizzarro[modifica wikitesto]

La parola italiana è capriccio oppure dispetto. In sardo si dice creccus, che potrebbe anche essere bizzarrie. Il divieto di usare il velo in epoca precedente al covid è risultato essere esattamente questo: un capriccio, un dispetto, una bizzarria. Dunque ho introdotto la questione delle immagini quale analogia di dispetto, capriccio, bizzarria. Un atteggiamento infantile che diviene poi masochista ed autolesionista. --151.37.144.36 (msg) 04:11, 6 mag 2023 (CEST)[rispondi]