Discussione:Coppia motrice

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Sono abbastanza sicuro - ma chiedo conferma - che l'accelerazione massima (per esempio in un automobile) si raggiunga in corrispondenza della potenza massima, e non della coppia massima. La potenza è infatti pari alla coppia moltiplicata per il numero di giri. È intuitivo che anche una coppia leggermente minore su un numero di giri molto maggiore permette all'automobile un'accelerazione maggiore. --Eio 19:07, 11 set 2007 (CEST)[rispondi]

Ho trovato la soluzione.--Eio 20:26, 12 set 2007 (CEST)[rispondi]
La curva si accelerazione, o meglio la curva "accelerazione-numero di giri" deve essere simile a quella della potenza, e non quella della coppia. --Eio 21:11, 14 set 2007 (CEST)[rispondi]

La curva d'accelerazione non può essere uguale alla curva di potenza, perchè se cosi fosse l'accelerazione ai bassi regimi, in confronto ai alti regimi sarebbe di molto inferiore, la curva d'accelerazione invece è molto simile alla curva di coppia. L'accelerazione non è un grafico velocità-tempo, ma un grafico incremento di velocità-tempo, per farla breve l'accelerazione è la sensazione di sciacciamento che si avverte quando si da gas.

L'accelerazione infatti a bassi regimi è minore. Altrimenti a cosa servirebbe scalare marcia per superare? Volendo si può dare anche una spiegazione formale: l'energia cinetica di un corpo dipende dalla sua massa e dal quadrato della sua velocità. A parità di massa, per accelerare un corpo di una certa velocità occorre sempre la stessa energia (per esempio per accelerare un automobile da 2000kg da 0 a 100km/h occorreranno sempre circa 730.000J), indipendentemente dal tempo che impieghi. Tuttavia se impieghi meno tempo l'accelerazione è più intensa (10 secondi al posto di 20), quindi si tratta di convertire l'energia (chimica della benzina in questo caso) in energia cinetica nel più breve tempo possibile. Quindi siccome la potenza è energia/tempo, minore è il tempo in cui viene "consumata" l'energia per aumentare del valore prescelto la velocità, maggiore è la potenza necessaria (73kW medi nel primo caso e 36,5kW nel secondo: J/s = W, unità di misura della potenza e non della coppia). Da questo ragionamento ricavi che l'intensità dell'accelerazione istantanea dipende dalla potenza in quell'istante (cioè la coppia per il numero di giri), quindi se mettiamo in un grafico nelle ascisse il numero di giri, e nelle ordinate la coppia, la potenza, e l'accelerazione istantanea (in m/s2 o in G per esempio), la curva della potenza assomiglia e quella dell'accelerazione, ma non a quella della coppia. Ciò che inganna è che i motori che a parità di potenza hanno coppia maggiore, possono sviluppare una potenza maggiore a basso numero di giri, ma questo è un caso. Quel che conta e la potenza sviluppata nell'istante preso in considerazione. --Eio 14:53, 15 set 2007 (CEST)[rispondi]

Cambiando il rapporto della marcia si cambia il rapporto che si ha tra coppia e le frorze resistenti, quando la marcia viene aumentata è come se si applicase una leva piu lunga a favore della forza resistente, mentre la potenza rimane la stessa, questo è un dato di fatto. L'accelerazione se si fà caso non è costante a tutte le marce, ma diminuisce in rapporto alla marcia applicata esattamente come la coppia. Quando si dice che la curva dell'accelerazione (grafico) è uguale a quello della potenza, si commette un errore madornale, perchè se cosi fosse a un quarto dei giri dove si ha un terzo della potenza massima si dovrebbe avere un accelerazione di un terzo rispetto alla situazione di potenza massima, ma non è così, infatti è uguale a quella della coppia, nei modelli dove la coppia è costante l'accelerazione è costante, nei vecchi fuoristrada o camion questa era molto spostata in basso e infatti superando la metà dei giri massimi incominciano a smettere d'accelerare pur avendo una potenza massima a tre quarti delle rotazioni massime, la prova si può effettuare con qualsiasi mezzo perfettamente funzionante.

E se fosse così a cosa servirebbe scalare marcia per superare? Ti invito a portare un G-metro, o semplicemente un cordino appeso al soffitto della macchina, e a partire dalla stessa velocità provare ad accelerare a fondo con due marcie diverse. Vedrai che è la potenza che conta e non la coppia, infatti con la marcia più bassa vedrai il cordino assumere un angolo maggiore. Purtroppo non sono ancora autorizzato a fare questo tipo di esperimenti perché ho 17 anni, ma anche in bicicletta, dove sicuramente aumentando i "giri" non si può esercitare una coppia maggiore, scalando 3 o 4 marcie si può accelerare molto più facilmente. Ma a parte queste considerazioni poco scientifiche, io ho dato una spiegazione fisica al fatto che sia la potenza a determinare l'accelerazione (in corsivo riveduta e corretta nell'intervento precedente), mentre non ho ancora visto una spiegazione scientifica del fatto che ci voglia la coppia per vincere l'inerzia (accelerazione) e la potenza per vincere la resistenza (velocità massima). È anche abbastanza intuitivo: dovendo vincere un inerzia, applicando la stessa coppia ad un numero di giri maggiore si ha un risultato più efficace. Lo ripeto: non bisogna farsi ingannare dal fatto che le macchine con una grossa coppia massima a parità di potenza massima hanno migliori risultati nei test di ripresa in conseguenza alla maggiore potenza sviluppabile a basso numero di giri, ma questa è una conseguenza della migliore distribuzione della potenza a bassi regimi, che per caso si ha in macchine con valori di coppia massima relativamente alti. --Eio 17:59, 16 set 2007 (CEST)[rispondi]

Leggi meglio quello che scrivo, le prove d'accelerazione vanno eseguite con una singola marcia per il confronto delle curve, altrimenti bisognerebbe ricalcolare la curva di coppia per ogni marcia.

Spiegazione:

La coppia è potenza per braccio, la potenza è coppia per la velocità angolare, avendo un motore sempre allo stesso regime di rotazione e applicando marce di diversa lunghezza, si avrà valori diversi di coppia alla ruota pur avendo il motore allo stesso regime, questo perchè cambiando marcia si applica un braccio diverso, quando si aumenta la marcia si ha maggiore velocità, ma un braccio della coppia piu corto (per meglio dire il braccio della coppia è lo stesso, ma aumenta il braccio della resistenza o carico) e di conseguenza si ha una coppia minore. Mentre la potenza sarà la stessa, perchè è data dalla coppia moltiplicato la velocità di rotazione, quindi dato che la velocità di rotazione aumenta in modo proporzionale alla lunghezza delle leve e la coppia diminuisce in modo proporzionale, questi due effetti si annullano a vicenda.

Conclusione:

Quindi dato ciò e sapendo che l'accelerazione di un veicolo diminuisce ogni volta che si aumenta la marcia, in modo direttamente proporzionale a come diminuisce la coppia ad ogni cambio di marcia.

Non centra. Quello che hai scritto è vero, ma non prova che l'accelerazione sia proporzionale alla coppia piuttosto che alla potenza. Per essere più concreti: prendi una macchina con motore turbocompresso, quindi con coppia pressoché costante a numero di giri medio (tra 1800 e 4000 giri/min per esempio). Secondo la tua ipotesi, partendo da 80km/h per raggiungere 100km/h accelerando a fondo in terza e in quinta impiegheremmo lo stesso tempo. Non è così. In terza ci vuole meno tempo, perché il motore ha un numero di giri maggiore, e nonostante sia in terza (supponiamo da 3000 a 3750 giri al minuto) che in quinta (supponiamo da 2000 a 2500 giri/min) abbia approssimativamente la stessa coppia, in terza sviluppa una potenza maggiore: in terza infatti potrà convertire più rapidamente l'energia chimica necessaria ad aumentare più rapidamente l'energia cinetica del corpo (automobile). Per porla in un altro modo, in terza il motore gira più rapidamente ma con la stessa coppia che in quinta, quindi consumerà più rapidamente la benzina necessaria ad accelerare l'automobile da 80 a 100km/h (che ovviamente siccome sono dati teorici e quindi non consideriamo le differenze di rendimento del motore è sempre uguale, data dalla formula e = 1/2 m v2), perché i cilindri potranno assorbire più frequentemente benzina. --Eio 21:17, 17 set 2007 (CEST)[rispondi]

Come si fa a mal interpretare quello che ho scritto, leggendo accuratamente ci si accorge che l'accelerazione diminuisce con le marce piu lunghe esattamente come la coppia alla ruota motrice.

Del tuo precedente intervento ho capito poco sinceramente. Ma nella prima riga noto "La coppia è potenza per braccio" : controlla anche solo le unità di misura e vedi che ciò non è possibile. La spiegazione ma pare un po' confusa. Però se ho ben capito tu stai analizzando la situazione con diverse marcie allo stesso numero di giri. Invece occorre vedere cosa accade alla stessa velocità ma a numero di giri diverso, per sapere se l'accelerazione dipende dalla potenza o dalla coppia.
Io inoltre vorrei una spiegazione fisica di come trasformi la coppia in accelerazione, e di perché se la velocità massima dipende dalla potenza massima (e quì siamo tutti daccordo) l'accelerazione massima dovrebbe dipendere dalla coppia massima: non ha senso - il mio professore di fisica mi ha tra l'altro confermato che l'accelerazione dipende dalla potenza, cioè energia fratto tempo. --Eio 22:04, 18 set 2007 (CEST)[rispondi]

Guarda il Teorema dell'energia cinetica o se vuoi Dinamica (fisica) o Principi della dinamica, ti accorgerai facendo le formule inverse, che l'accelerazione è data da forza fratto massa, se si vuole ricavare la forza N che spinge il mezzo, qisogna prendere la coppia alla ruota e dividerla per il suo braccio (raggio della ruota espresso in metri).

1. Non confondere la coppia della ruota con quella del motore.
2. Se è proprio la coppia che genera quella forza necessaria ad accelerare, allora perché è la potenza che genera quella forza (che vince la forza resistente dell'aria) per raggiungere la velocità massima: la tua spiegazione mi pare che continui ad essere confusa e contraddittoria.
3. - non centra nulla, ma perché non firmi mai i tuoi interventi?
Proporrei di cercare degli utenti che hanno collaborato a voci di fisica per proseguire la discussione altrimenti non si arriva da nessuna parte. --Eio 19:50, 19 set 2007 (CEST)[rispondi]

Se la coppia non centra niente allora come fai a spiegare l'accelerazione che si ha allo stunto nei motori elettrici, dato che la potenza è zero. Gli interventi non li firmo perchè mi dimentico.--A7N8X 23:02, 19 set 2007 (CEST)[rispondi]

Il motore elettrico effettivamente non l'avevo considerato. Ci devo pensare. Ma ascolta: Per accelerare un corpo di una differenza di velocità Δv, occorre una forza che agisca per lo spostamento necessario a raggiungere quella velocità. Si ha quindi una forza per uno spostamento, cioè un lavoro. Se vogliamo ottenere lo stesso Δv in meno tempo e meno spazio, occorre una forza maggiore. Ma l'energia utilizzata è la stessa. Dipende solo dalla massa e dalla velocità. Indipendentemente dal tempo inpiegato per l'accelerazione (e quindi dall'intensità dell'accelerazione) occorre sempre la stessa quantità di energia chimica o elettrica trasformata in energia cinetica. Un accelerazione intensa si ha se questa quantità di energia viene trasformata in meno tempo. Energia/tempo=potenza. Occorre quindi una potenza maggiore per ottenere un'accelerazione maggiore. Effettivamente questo impedirebbe al motore elettrico di spingere anche da fermo. Chiederò ulteriori spiegazioni. --Eio 16:28, 20 set 2007 (CEST)[rispondi]

Il discorso che fai sulla potenza è corretto (Potenza=Energia*spostamento/tempo), così come quello che t'aveva spiegato il professore, solo come hai visto ha alcune limitazione per l'uso pratico, per questo è preferibile utilizzare il valore di coppia alla ruota per calcolare l'accelerazione.

Riprendendo un tuo vecchio esempio, quello del cambio di marcia a parità di velocità, quando si scala marcia si porta il motore ad un regime dove la potenza è superioe, di conseguenza si aumenta l'accelerazione, calcolata dividendo la potenza per la velocità del mezzo, ma non è l'unico modo per calcolare l'accelerazione, infatti si può utilizzare i valori di coppia, dove nel momento dell'adozione di una marcia piu corta si aumenta il rapporto di riduzione tra motore e ruote, il che comporta un valore di coppia alla ruota piu alto, aumentando l'accelerazione, l'aumento dell'accelerazione e della coppia sono direttamente proporzionati tra loro.

I risultati saranno gli stessi, ma nel primo modo si sarà piu vincolati; e noltre sarà piu difficile decifrare a colpo d'occhio l'andamento dell'accelerazione (con la singola marcia) di un mezzo guardando la curva di potenza rispetto a quella di coppia.A7N8X

Però ora stai parlando di coppia alle ruote. Si trattava di considerare i grafici di coppia del motore. Effettivamente scalando marcia a parità di velocità si ha un'accelerazione maggiore. E facendo i calcoli teorici, se si vuole far derivare l'accelerazione dalla coppia, non tornano i conti neanche con le unità di misura. E continuo a non spiegarmi che differenza ci sia dallo "sforzo" necessario a raggiungere la velocità massima, e da quello necessario a raggiungere la accelerazione massima. Se entrambi dipendono dalla potenza (del motore si intende) tutti i conti tornano. Ma il motore elettrico......
Cerco di risolvere il problema lunedì... --Eio 21:46, 21 set 2007 (CEST)[rispondi]
Potrebbe funzionare così: per ottenere una determinata accelerazione, o meglio, per ottenere una determinata variazione di velocità in un determinato tempo, (con massa costante), occorre sempre la stessa quantità di energia, perché la variazione di energia è sempre uguale. Per avere la stessa variazione di velocità in meno tempo, cioè un accelerazione più intensa occorre la stessa energia sviluppata in meno tempo. Come abbiamo già appurato energia fratto tempo uguale potenza.
Questo vale sempre. Quello che non vale sempre potrebbe essere il fatto che coppia per numero di giri = potenza: questo vale nel motore a scoppio dove l'energia sviluppabile da ogni scoppio dipende dalla coppia, e moltiplicando per il numero di giri si ha la potenza. Nel motore elettrico invece l'energia può essere consumata, e quindi trasformata in energia cinetica indipendentemente dalla velocità di rotazione, quindi forse non si può applicare la legge "coppia per numero di giri = potenza".
L'accelerazione dipende quindi dalla potenza, cioè dalla capacità di trasformare energia nel tempo, in ogni condizione. Poi è un caso che nel motore a scoppio questo valore derivi dalla coppia. --Eio 17:10, 3 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Il motore termico e il motore elettrico producono da diversi fonti energetiche sempre energia meccanica (coppia), la potenza viene usata per una maggiore comodità e viene ricavata dalla coppia.A7N8X 5 ottobre 2007

L'accelerazione è data dall'applicazione d'una forza su un corpo, fratto la massa del corpo. La coppia motrice rappresenta la forza sviluppata dal motore, la potenza è data da questa forza per il numero di giri e per questo motivo è sbagliato usare la potenza, perchè i cicli termici del motore, si aumentano di numero nell'unità di tempi, ma si riducono anche le loro relative fasi utili, per questo la potenza non rispecchia la forza sviluppata dal motore, quella forza necessaria all'acelerazione.A7N8X 5 ottobre 2007

Ma se fosse così per quale motivo non è sempre la coppia che determina la massima forza che può vincere la resistenza aerodinamica quando si tenta di raggiungere la velocità massima? --Eio 19:11, 6 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Per determinare la velocità massima è molto scomodo utilizzare la coppia, perchè non esiste solo la coppia come parametro, ma anche il rapporto di riduzione che si ha dal motore alla ruota, quest'operazione è massacrante e stupida, perchè esiste la potenza, che è forza per velocità, quindi sapendo che a una determinata velocità si ha una determinata forza resistente dell'aria, si può sapere quale potenza è necessaria per poter raggiungere quella velocità.A7N8X 7 ottobre 2007

Ma non è una questione di comodità che spiega perché la velocità massima potrebbe dipendere dalla potenza massima e perché invece l'accelerazione massima dalla coppia massima. Non sono i conti che mi interessano. È perché per dare una spinta dello stesso tipo al veicolo si utilizzano due grandezze diverse. È sempre una forza, indipendentemente dal fatto che vinca l'inerzia o la resistenza aerodinamica. --Eio 21:46, 8 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Si utilizzano due grandezze diverse (potenza e coppia) per dare una spinta dello stesso tipo al veicolo per un semplice fatto di comodità, visto che per calcolare o la velocità o l'accelerazione è piu semplice un modo che l'altro.A7N8X22:30 8 ottobre 2007

Comodità a parte, l'accelerazione massima (istantanea) e la velocità massima, sono proporzionali alla coppia o alla potenza? Se vogliamo fare un grafico con giri/minuto nelle ascisse, accelerazione, potenza e coppia nelle ordinate, l'accelerazione ha una curva piatta simile alla coppia o una curva in salita come quella della potenza? E soprattutto, se la spinta è dello stesso tipo come mi confermi, allora sia la velocità massima che l'accelerazione istantanea massima si otterranno ai giri di potenza massima. --Eio 21:15, 11 ott 2007 (CEST)[rispondi]

L'accelerazione è proporzionale alla coppia (curva piatta uguale alla coppia), la velocità è proporzonale alla potenza (+ potenza = + velocità). L'accelerazione massima si ha al regime di coppia massima, la velocità massima si ha al regime di potenza massima. Per calcolare l'accelerazione o la velocità massima, si può utilizzare sia la coppia che l'accelerazione, ma cambiano le formule, che fanno sì che, nel caso si calcoli l'accelerazione usando la potenza, tramite la specifica formula la potenza diventa coppia (piu precisamente forza, che ha un andamento uguale alla coppia).

Continua a mancare una spiegazione al fatto che occorra la coppia massima per ottenere l'accelerazione massima, mentre occorre la potenza massima per ottenere la velocità massima, nonostante il tipo di lavoro sia lo stesso. --Eio 14:48, 16 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Il regime di coppia massima è uguale al regime in cui si ha massima accelerazione, perchè, dato che la forza sprigionata dal motore è massima in quel punto e la forza resistente (inerzia) è costante per tutto il funzionamento e di conseguenza si ha maggiore accelerazione, ma nel caso la marcia sia troppo lunga (da 70 Km/h al regime massimo, per le auto) allora la massima accelerazione può trovarsi prima del valore massimo di coppia perchè oltre l'inerzia c'è l'enorme attrito del mezzo.

La velocità massimma è raggiungibile al regime di potenza massima (marcia del cambio appositamente studiata), perchè la potenza è velocità per forza, quindi a una determinata velocità si ha una determinata forza d'attrito del mezzo, mentre l'inerzia non ha un valore significativo dato l'accelerazione ridotta praticamente a zero (solo nel caso di rettilineo lungo tendente all'infinito), nel caso di rettilineo corto, si dovrà considerare l'inerzia e il valore della potenza richiesta per raggiungere quella velocità sarà superiore dato che a parità di velocità ci sarà la forza del mezzo e dell'inerzia da contrastare.A7N8X 16 ott 2007

Supponi di avere la stessa coppia a 2000 e 4000 giri, e di viaggiare alla stessa velocità ai due diversi regimi (con rapporti diversi quindi), nel secondo caso la stessa forza sull'albero motore avrà un braccio minore sulla ruota, quindi l'accelerazione sarà maggiore. In altre parole: l'esplosione a 2000 e a 4000 giri fornisce la stessa quantità di energia, quindi la stessa forza, perché la coppia è uguale. A 4000 giri la frequenza degli scoppi è doppia, e l'accelerazione non può che essere doppia, così come la potenza. --Eio 21:39, 17 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Supponi di avere la stessa coppia a 2000 e 4000 giri, e di viaggiare alla stessa velocità ai due diversi regimi (con rapporti diversi quindi), nel secondo caso la stessa forza sull'albero motore avrà un braccio (no minore, ma maggiore) sulla ruota, quindi l'accelerazione sarà maggiore. In altre parole: l'esplosione a 2000 e a 4000 giri fornisce la stessa quantità di energia, quindi la stessa forza, perché la coppia è uguale (, ma cambiano i rapporti di riduzione). A 4000 giri la frequenza degli scoppi è (si) doppia (, ma la loro durata è dimezzata, avendo così la stessa energia, ma il rapporto di riduzione dovuto alla marcia lunga la metà e di due rispetto al primo caso), quindi l'accelerazione è il doppio (non perchè la potenza è il doppio, anche se in questo caso va bene ugualmente, ma perchè il motore ha un braccio favorevole, duo volte piu lungo del primo caso).15:13, 18 ott 2007 (CEST)

Esatto. Ed è per questo che l'accelerazione massima si ha in corrispondenza della potenza massima. --Eio 16:36, 19 ott 2007 (CEST)[rispondi]

NO! l'accelerazione è maggiore al regime di coppia massima, nell'esempio l'accelerazione è doppia perchè il ropporto di riduzione del secondo caso era doppio rispetto al primo caso.A7N8X

Allora forse ho capito: dimmi se potrebbe essere così. Supponiamo come sempre di avere a 2000 e 4000 giri la stessa coppia: utilizzando il cambio in modo da avere la stessa velocità a regimi diversi, nel caso dei 4000 giri l'accelerazione sarà maggiore perché il braccio a parità di forza sarà minore, ma con la stessa marcia e velocità diverse (trascurando attriti e resistenza), l'accelerazione a 2000 e 4000 giri sarà uguale, perché accelerare a supponiamo 50km/h richiede la stessa forza ma meno potenza (energia fratto tempo) che accelerare ugualmente partendo da 100km/h. Quindi: a velocità uguali l'accelerazione dipende dalla potenza (perché aumentando i giri si accorcia il braccio), ma a parità di rapporto (quindi con lo stesso braccio), con la stessa coppia si ha la stessa accelerazione.
Se è così scriverei un esempio pratico nella sezione dell'articolo che correla coppia e accelerazione. --Eio 21:31, 20 ott 2007 (CEST)[rispondi]

Va tutto bene, ma con la frase "Quindi: a velocità uguali l'accelerazione dipende dalla potenza (perché aumentando i giri si accorcia il braccio)" intendi dire che il braccio (motore) si accorcia (in realtà si allunga) e i giri aumentano, perchè aumenta il rapporto di riduzione? (risposta SI), ma lascia la potenza (la potenza tende a confondere), se vuoi fare una cosa precisa, devi prendere ogni singolo valore di coppia e moltiplicarlo per il rispettivo rapporto di riduzione necessario per raggiungere la velocità voluta a quel determinaro regime, il valore piu elevato dato da questo prodotto, rappresenta il punto dove si ha massima accelerazione; questo è lo stratagemma universale per qualsiasi tipo di curva di coppia (che non è mai di tipo piatto) e situazione (accelerazione-velocità, ma per la velocità è meglio la potenza per la sua immediatezza e semplicità di calcolo).A7N8X

ok, grazie --Eio 20:41, 22 ott 2007 (CEST)[rispondi]

La coppia motrice è correlata al consumo? cioè se viaggio mantenendo costante il numero di giri sulla coppia consumo di meno?

Wikipedia non è un forum. Il consumo è in base alla curva dei consumi (g/kwh) e dalla potenza generata (stessa velocità a regimi diversi stessa potenza generata)--A7N8X (msg) 14:43, 13 dic 2008 (CET)[rispondi]

la velocità massima si raggiunge in corrispondenza dei giri di potenza massima[modifica wikitesto]

In un qualunque mezzo di trasporto, la velocità massima si raggiunge in corrispondenza dei giri di potenza massima e l'accelerazione massima si raggiunge in corrispondenza dei giri di coppia massima, perché la forza con cui il veicolo vince l'inerzia e la resistenza aerodinamica dipende dalla potenza, o per meglio dire dalla coppia per il numero dei giri.

Avrei qualche dubbio su questa affermazione, in quanto la potenza massima di un motore viene espressa ad un determinato regime di giri, ma il motore giunto a questa soglia riesce ancora a salire di giri, di conseguenza anche la velocità del veicolo aumenta,pur essendoci un calo della potenza espressa. Se si guarda il grafico della prova al banco di un qualsiasi motore, si nota benissimo che si ha il picco di potenza dopo di che la curva di potenza subisce un calo anche se in realtà il motore aumenta ulteriormente il regime di rotazione e di conseguenza la velocità massima la si otterrebbe ad un regime di rotazione superiore rispetto al regime coincidente alla potenza massima espressa. Spero di essere stato chiaro.

Il tuo ragionamento non è sbagliato, anzi è coretto, ma in entrambi i casi (della pagina e del tuo caso) c'è una mancanza di fondo, la rapportatura del cambio e quindi il rapporto di riduzione, quindi il legame regime motore - velocità mezzo, difatti in un normale veicolo il rapporto di riduzione o è eccessivo e quindi si supera la soglia di regime di potenza massima o è ridotto (marce lunghissime) e in questo caso non ci si avvicina la soglia di regime massimo, comunque ora la pagina è stata corretta in questa sua dimenticanza e il problema non sussiste piu--A7N8X (msg) 14:52, 13 dic 2008 (CET)[rispondi]

Potenza massima diesel vs benzina[modifica wikitesto]

(tuttavia anche se il regime di rotazione massimo dei diesel è inferiore a quello dei motori a ciclo otto, è ormai estremamente ridotta la differenza di potenza tra i due sistemi in rapporto alla cilindrata. Basti pensare al motore BMW 2.0 diesel montato su BMW F10 con motore da 218 CV, superiore ad esempio al 2.0 benzina montato su VW Golf VI GTI con potenza massimale di 211 CV) A parte la formattazione approssimativa, qui si fanno delle affermazioni non vere, portando esempi tendenziosi: si confronta il motore diesel 2 litri più potente sul mercato con un motore a benzina che sviluppa una potenza raggiunta ormai da un 1.6 (Mini JCW); il 2 litri di serie più potente in circolazione è quello montato sulla Mercedes A45 AMG, che eroga 360 cv. Peraltro la coppia massima dei due motori è pari: 450 Nm. Quindi anche l'affermazione che i motori diesel hanno un decisivo vantaggio in termini di coppia è da rivedere.