Diedo

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Stemma dei Diedo

I Diedo furono una famiglia patrizia veneziana, annoverata fra le cosiddette Case Nuove.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'origine di questo casato è incerta[1]; alcune ipotesi lo farebbero originario di Altino, altre di Treviso, ma certamente si stabilì in laguna al tempo delle razzie degli Unni di Attila.

Ebbe antichi tribuni, e rimase all'interno del Maggior Consiglio anche dopo la Serrata del 1297.

I personaggi illustri che resero grande questa famiglia a Venezia sono innumerevoli: uomini politici, ecclesiastici, artisti e comandanti. Nel 1355, ad esempio, Marco Diedo «fu uno dei venti Senatori Eletti sopra la congiura del Doge Marin Falier»[1], mentre il giovane Vittore di Alvise Diedo, lasciato in ostaggio da suo padre a Costantinopoli presso il Sultano, divenne uno dei più apprezzati musici della corte ottomana[1].

Alla caduta della Serenissima Repubblica, la famiglia era divisa in cinque differenti rami[1].

Diversi gli ecclesiastici importanti, tra cui i primi due vescovi della diocesi di Crema (eretta nel 1580), la diocesi più recente creata in Lombardia, e di cui quindi ne fissarono molte delle regole interne negli statuti da loro approvati.

Membri illustri[modifica | modifica wikitesto]

Luoghi e architetture[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

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